Report – Impaled Nazarene + Frostmoon Eclipse

Di Redazione - 31 Maggio 2005 - 20:58
Report – Impaled Nazarene + Frostmoon Eclipse

Evento: Impaled Nazarene + Frostmoon Eclipse + Vexed + Hatework
Report: Giorgio Vicentini
Foto: Veronica Mariani
Location: Transilvania Live Bassano del Grappa (VI)

Come un bambino che vuole combinare una marachella, camminando sulle punte dei piedi per non farmi scovare dalla Santa Inquisizione, mi reco con fare circospetto al tanto boicottato concerto degli altrettanto boicottati Impaled Nazarene, combo storico della scena mondiale (scusate il sarcasmo ma è più forte di me).

Apro con una considerazione in proposito: se ce ne fosse ancora bisogno, questa è stata l’ennesima dimostrazione che l’atteggiamento censorio e proibizionista non porta a nulla, anzi dà adito alle “vittime” di “marciare” abbondantemente sull’accaduto rivoltando la frittata a proprio favore e caricando ancor di più la propria performance di frasi ed atteggiamenti dissacranti  (ulteriormente supportati dal pubblico chiaramente di parte). Non voglio esprimere giudizi sull’opportunità di certe decisioni, perchè esistono sicuramente motivazioni al di sopra della voglia di musica estrema che chi di dovere deve tenere da conto. Vanno considerate anche le reazioni ovvie (delle autorità) e le provocazioni altrettanto scontate (delle band), certo resto realmente divertito dal clamore suscitato attorno ad un evento che sarebbe restato in ogni caso di nicchia (saranno pure gli Impaled Nazarene ma non hanno un odiens della Madonna). Richiami satanisti velati o espliciti, seri o burleschi, in un’occasione normale sarebbero restati chiusi nelle mura di una manciata di date per molti affezionati, così hanno preso ancor più importanza, facendo soltanto il gioco di chi le mette in atto.

Dopo un dovuto incipit si passa alla musica vera e propria.
Apre la serata il duo thrash oriented HateworkVexed, entrambi italiani, lombardi ed autori di uno show che non mi ha stimolato in maniera particolare anche per una semplice questione di gusti. 

Ai primi, va il mio classico plauso di supporto a priori per le band che devono aprire, spesso seguite da una manciata di coraggiosi o affezionati. Tutto sommato un set valido, volato via senza grossi punti di interesse per il sottoscritto che non adora la loro proposta in bilico tra il thrash teutonico dei primi lavori e le contaminazioni hardcore dell’ultima release. Per essere chiaro, della loro performance ricordo soltanto qualche spunto isolato ed alcune immagini, come il nuovo cantante Fab che brandisce energicamente il suo microfono old style. Suoni nella media, forse un po’ troppo “compattati”, comunque la band ha cercato di darci dentro nei limiti del possibile vista la partecipazione fredda dei presenti. Questa era la prima volta che li vedevo dopo averne sentito parlare, ma non riesco a dare un giudizio compiuto su di loro; prediligo sicuramente i brani “core” più vari rispetto agli altri classicheggianti. Pur non essendo un amante del genere la performance è stata tecnicamente valida. 

    

Veloce cambio ed è il turno degli esperti Vexed, già ascoltati in un’occasione di alcuni mesi orsono, durante la quale fuggii letteralmente a causa dei suoni “di seconda mano” che li rendevano indistinguibili. Questa volta le cose sono andate molto meglio, dandomi la possibilità di carpire tranquillamente i riff e la voce “strana” del cantante Mik, in classico thrash style tedesco ma non potentissima, ogni tanto coperta dal resto dei suoni. Piacevole la sua prova scenica, ricca di movimento (per quanto possibile) e di pose variegate che denotano anni di palco alle spalle ed una marcia in più sotto il profilo interpretativo. Con il progredire della scaletta, anch’essa di ispirazione alemanna, i suoni gradualmente migliorano, superando alcune incertezze iniziali che nascondevano del tutto il basso. Per i Vexed scelte musicali e sceniche dichiaratamente votate al feeling piuttosto che alla pulizia da “progsters”, predisposizione comprensibilissima ed immagino apprezzata dai fans veri di certe sonorità. Delle canzoni proposte ho molto apprezzato “Nuclear Babylon” e “Nightmare Holocaust”, efficaci e con uno spirito battagliero trascinante.

   

Finalmente per il qui presente arriva il turno dei Frostmoon Eclipse che, valutando la composizione del concerto, mi erano sembrati dei pesci fuor d’acqua vista l’impostazione thrashy della serata… ora so che mi piace il pesce! A mio avviso un’ottima band, che non avevo mai avuto il piacere di ascoltare compiutamente su disco e tanto meno live, pur prediligendo il black metal. Tempo fa ascoltai velocemente alcuni loro estratti, trovandovi immediatamente una band di esecutori validi ed impegnati senza però il supporto di una produzione adeguata per potenza e chiarezza; da qui la mia sorpresa nel sentirli come li avrei desiderati: chiari e vivi, senza quel velo che ne nascondeva l’espressività. Ottima performance alla voce di Lorenzo Sassi, decisamente fuori dagli schemi scenici di un certo black metal, ma più che adeguato vocalmente per forza ed espressività. Certo, mezz’ora di show non è una prova da maratoneti, però è indubbio che, per il compito richiesto, la sua prestazione s’è dimostrata più che all’altezza. La mia palma di migliore va però al bassista Gherardo Giannarelli, capace di rapire ripetutamente la mia attenzione con il suo suonare estremamente energico, tirando spesso con forza le corde del basso suonato senza plettro (per me un punto già in partenza a suo favore), a buone velocità e su componimenti tecnicamente tutt’altro che banali. Molto interessanti i brani proposti, alternativamente sparati secondo sfuriate classiche, ma allo stesso tempo melodici ed impreziositi da inserti atmosferici, entrambi ottimi add on sia nella resa che per opportunità. Tanto feeling tra l’aggressivo ed il gelido con punte davvero ispirate; dopo quest’occasione mi è venuta voglia di seguirli con più attenzione, per poterne valutare pienamente le prossime prestazioni.

   

 

Dopo essermi fatto il segno della croce, attendo con timore l’avvento dei blasfemi Impaled Nazarene, il cui arrivo viene anticipato da un figuro del pubblico con tanto di maschera antigas (che terrà stoicamente sul viso per tutto il loro set!), pantaloni mimetici ed anfibi militari. Sarcasmo scontato a parte (giuro che non riesco a trattenermi), sono rimasto soddisfatto e divertito dalla prova del quintetto finnico, band storica ed icona di un particolare modo di intendere ed interpretare il metal con una forte dose di ironia dai tratti volutamente grotteschi.
Come anticipato, saranno varie le occasioni durante le quali i ns. si lasceranno andare a proclami non proprio politically correct con una terminologia sulla quale glisso volentieri, richiamando il ben noto “pasticciaccio brutto” ed esaltando la folla già carica come una bomba al Napalm. Anche per loro avevo più d’una curiosità, volendo capire se si tratta soltanto di una band di pagliacci nel senso scenico del termine, oppure di una realtà solida e seria, ricevendo di ritorno più d’una conferma sulla loro bravura. Band potentissima di professionisti, suoni strabordanti per volume ed energia, voce al vetriolo di Mika Luttinen impressionante per fiato, forza e tenuta vocale, lanciato in alcuni acuti talmente potenti da far stridere le casse. Ottimi anche i suoi compagni, su tutti il simpaticissimo Mikael “Arkki” Arnkil rivolto costantemente al pubblico ed in contatto con esso a più riprese, lasciando che i più vicini a lui “strimpellassero” il suo basso. Sudore a fiumi ed altrettanto Jack Daniel’s (immancabile) per carburare lo show, terminato con più d’un componente particolarmente madido per il gran caldo, stanco o ebbro ma soddisfatto, dopo un set vissuto alla follia da un gruppo di presenti in continuo pogo con punte di stage diving alla cieca e relativi contatti diretti contro il pavimento. Scaletta molto completa, articolata su tutta la discografia che ha mostrato tutti i limiti dei pezzi più recenti particolarmente piatti a votati al più sano “facciamo casino” che, vuoi per la lunghezza del loro show, vuoi per l’eccessiva somiglianza, mi hanno fatto perdere la verve e l’attenzione iniziale. Bellissimo il finale che omaggia a dovere il mitico Suomi Finland Perkele, album che reputo come il migliore della loro produzione ed al quale sono legato affettivamente. Che a “qualcuno” piaccia o meno, gli Impaled Nazarene sono un baluardo storico del metal e lo dimostra il fatto che ho sentito dire da più d’una persona presente che, risentire una “Sadhu Satana” o una “Ghettoblaster”, è stato come tornare bambini. La band ha annunciato il suo ritorno per l’anno prossimo, fatto che farà felici tutti quegli affezionati che sapevano a memoria tutte le parole dei brani proposti.

  

   

 

Complessivamente valuto la serata in maniera positiva sotto più aspetti: una sensazione di calore e di partecipazione generale che ha reso l’appuntamento interessante oltre che una riunione tra “amici” (le facce sono sempre le stesse), in un locale con una zona palco/fronte palco oggettivamente piccola ma per questo subito caldissima e cornice ideale per il tipo di serata. E’ stato interessante confrontare le band di fronte alla sfida “palo”, quel costante membro in più per ogni band che ingombra lo stage del Transilvania di Bassano spartendolo a metà e mettendo alla prova le doti scenografiche dei musicisti. A conti fatti soltanto Mik dei Vexed ed Arnkil (in particolare) come gli Impaled Nazarene (nel complesso), hanno saputo andare oltre il problema, i secondi grazie ad uno status, un carisma naturale ed un’esperienza non riscontrabile in nessuna delle altre band. Buoni i suoni, migliori per le due realtà più note ma mai al di sotto di un livello qualitativo valido; un plauso alla Nihil che è riuscita a recuperare queste date italiane a rischio flop portandole in un locale che mi auguro prenda sempre più peso all’interno del giro live del nord est.