Report: Italian Gods of Metal 08 – 02/03/08 (MI)

Di Nicola Furlan - 11 Marzo 2008 - 11:55
Report: Italian Gods of Metal 08 – 02/03/08 (MI)

03 marzo 2008 – Italian Gods of Metal 2008 – Alcatraz, Milano
 
Un week end diverso e “molto italiano” quello di domenica 3 marzo all’Alcatraz. Sul palco del locale milanese, infatti, si sono esibite alcune tra le più importanti band metal italiane: Strana Officina, Death SS, Extrema, Necrodeath e Fire Trails dello storico ex-Vanadium Pino Scotto. Non sono mancati nemmeno gruppi più contemporanei, quali Node, DGM e Graveworm. L’organizzazione dell’evento è stata impeccabile: non solo per la predisposizione di un buon impianto acustico e l’allestimento del palco, ma anche per la fornitura dei servizi più adeguati per il pubblico. Per ora l’evento dell’anno.

Questo il Bill:

Hall Stage (Palco A)
22.00-23.15 Death SS
19.40-20.35 Strana Officina
17.45-18.25 Extrema
15.55-16.35 Vision Divine
14.15-14.45 Necrodeath
12.45-13.15 Macbeth
11.30-11.45 Raw Visions

Club Stage (Palco B)
20.50-21.40 Fire Trails
18.40-19.25 Sadist
16.50-17.30 Domine
15.00-15.40 Graveworm
13.30-14.00 Node
12.00-12.30 DGM

RAW VISIONS
(a cura di Nicola Furlan)

I primi a calcare il palco sono stati i Raw Visions. Prestazione ineccepibile sotto il profilo tecnico ed esecutivo, più scarsa, invece, la capacità di reggere la scena. Considerazioni a parte merita l’intraprendente ed aggressivo Enrico Zucca, cantante della band, il quale si è dimostrato non solo un buon interprete, ma anche grande padrone della scena. In ogni caso, sembra opportuno rilevare che, da un lato, i Raw Visions sono dotati di grande grinta e potenza espressiva, dall’altro, invece, risulta evidente la loro mancanza di esperienza nelle esibizioni live. Per questo si spera che, in futuro, abbiano maggiori occasioni di esibirsi dal vivo per conquistare, così, quella maturità necessaria a sfidare gruppi ormai collaudati da tempo. E la sensazione è che ce la faranno.

 

DGM
(a cura di Nicola Furlan)

Prestazione eccellente quella della band capitanata dal batterista Fabio Costantino. Rispetto all’esibizione del Gods Of Metal 2007, infatti, si riscontra una crescita qualitativa di notevole spessore, complice un eccellente settaggio di suoni. Sia dal punto di vista esecutivo che interattivo, i DGM hanno regalato forti emozioni. Degna di particolare nota è l’esecuzione dei brani estratti dal full-length del 2007, “Different Shapes”. Un album che quindi trova conferma della ricercatezza dei contenuti anche in sede live. Lode al merito, infine, per il bassista Andrea Arcangeli, molto coinvolgente ed accattivante nell’esecuzione di ogni brano. Promossi a pieni voti.

 

MACBETH
(a cura di Nicola Furlan)

Per la categoria musicale “gothic” si sono esibiti i Macbeth dei due cantanti Andreas Cislaghi e Morena Rozzi. Ottima la tenuta on-stage. I pezzi più riusciti sono stati “H.A.T.E.” e “Crepuscolaria”, ma il soddisfacimento è stato ampio da tutti i brani suonati. Con i Macbeth anche il gothic ha trovato la giusta dimensione. Anche questa band, nel complesso, ha convinto anche se c’è da scommettere che in una location più intima i mood potrebbero essere ancor più intensi. Non mancherà occasione per presenziarvi.

 

NODE
(a cura di Nicola Furlan)

Chiamati a sostituire gli Eldritch, Gary D’Eramo e compagni posso essere considerati gli “implacabili killers” della giornata milanese. L’entusiasmo dato dal poter presenziare ad una manifestazione così importante era percepibile. Gli onori elargiti dai presenti a suon di incitamenti ed applausi ne hanno rappresentato l’onesto tributo. Nell’arco della mezz’ora di tiratissimo tecno thrash dalle tinte death, i brani più riusciti sono stati quelli tratti dall’ultimo disco “As God Kills”, uno degli album più riusciti del genere. A sentirli, pure Sadist ed Extrema avranno avuto qualche sudore di troppo, ma l’applauso sarà stato d’obbligo anche da parte loro. Dire bravi è riduttivo. A mio parere i “numeri 1” della giornata.

 

NECRODEATH
(a cura di Nicola Furlan)

Fin dal lontano 1987, anno in cui incontrai sulla mia strada “Fragments of Insanity”, i Necrodeath si sono dimostrati uno dei migliori gruppi del genere thrash-death metal. La band si è esibita suonando non solo pezzi storici, come “At the Mountains of Madness” e “Mater Tenebrarum”, ma anche brani estratti dall’ultimo disco, quali “Draculea” e “Smell Of Blood”. Che l’album fosse valido già si sapeva, che si fosse già attestato come una delle migliori release nostrane dell’ultimo periodo anche. Mancava la conferma del palco (perlomeno per chi non li aveva ancora visti all’opera). Un Flegias in grandissima forma ha regalato una prestazione memorabile. E i compagni di viaggio non sono stati da meno. Peccato per il drum-sound leggermente legnoso, che non ha permesso di far emergere completamente le capacità di un batterista così valido come Peso.

 

GRAVEWORM
(a cura di Nicola Furlan)

Tra le band più esplosive di giornata non si possono dimenticare gli altoatesini Graveworm. Grande passionalità e potenza li contraddistinguono. La band, inoltre, ha saputo coinvolgere molto il pubblico, per questo la loro esibizione si può considerare una delle più emozionanti e ricca di vibranti scariche di pura adrenalina. Complimenti al cantante, il quale, esperto interprete del genere death metal (ex-Abigor), ha dato prova ancora una volta delle sue già note capacità. Particolarmente esplosivi su “Prophecies in Blood” e “Suicide Code”, hanno lasciato il segno anche nella scelta dei brani nonostante un piccolo intoppo causato da problemi tecnici che, dato il numero di canzoni suonate, ha di certo accorciato la scaletta prevista.

 

VISION DIVINE
(a cura di Nicola Furlan)

La conferma che Mr. Luppi, cantante dei Vision Divine, sia uno dei migliori interpreti nostrani del genere è arrivata anche questa volta. Da Thorsen e compagni ci si aspettava un grande concerto e tanta qualità. E così è stato. Con  “Voices” e altri brani di repertorio, come “Send Me an Angel”, i Vision Divine hanno regalato momenti di grande spettacolo ed intenso phatos. Degna di nota, inoltre, è stata la dimestichezza dimostrata dal gruppo nell’interagire con i fans. L’esibizione scivola via senza che i coni fischino una sola volta come accaduto fino ad ora e il risultato finale è sostanzialmente privo di punti deboli. Che dire, ennesima emozionante esibizione!

 

DOMINE
(a cura di Nicola Furlan)

Si continua a rimanere in ambito power metal quando a calcare il palco è la band capitanata da Adolfo “Morby” Morviducci e compagni. I fiorentini Domine pure mostrano un grande stato di forma. La potente voce del singer regge il confronto con colleghi famosi che, senza volersi sbilanciare coi nomi, hanno fatto la storia del genere. La prestazione è tale da mettere ben in evidenza tutte le connotazioni più epiche che caratterizzano l’incedere battagliero dei brani proposti, The Aquilonia e Thunderstorm su tutti. I suoni si mantengono pressocchè perfetti, in linea cioè che ciò che si è sentito nelle esibizioni precedenti del palco B. Fino ad ora un crescendo di conferme.

 

EXTREMA
(a cura di Nicola Furlan)

Ore 13:30 i Node salgono sul palco. Ore 17:45 gli Extrema salgono sul palco. Perchè questa premessa? Perchè tanto Marco Di Salvia che Paolo Crimi rappresentano due dei migliori batteristi di musica estrema che l’Italia abbia al momento. Pure in questo caso i compagni non sono stati da meno. Massara è stata l’ennesima conferma della disinvolta bravura che ormai lo accompagna da una vita. La sinergia tra Mattia Bigi e Crimi ha alimentato le potenti sezioni ritmiche con precisione svizzera. Chiude il cerchio un Perotti indiavolato e in grandissima forma tanto da far impazzire i presenti sulle note delle varie “Money Talks” e “Second Coming”. Grande prestazione per una band che ha fatto la storia e che sembra vivere una seconda giovinezza.

Tracklist:
New World Disorder
Second Coming
Displaced
Confusion
All Around
Nature
Lawyers Inc
Child of Boogow
Money Talks
This Toy
Ace of Spades

SADIST
(a cura di Max)

E’ il momento di uno dei gruppi più attesi della giornata, soprattutto per gli amanti delle sonorità più estreme, sto logicamente parlando dei mitici Sadist, combo genovese che a inizio anni 90 stupì con un disco come “Above the Light”.I nostri dal vivo sono una garanzia, vista la grande abilità tecnica e la classe di tutti i componenti della band, e grazie al vocalist Trevor, che riesce sempre a colpire nel segno.La scaletta è stata principalmente basata sull’ultimo omonimo lavoro in studio, però non sono mancati estratti da “Above the Light” come “Sometimes they Come Back”, o dal grandissimo “Tribe” con “Escogito”, non è mancata nemmeno la simpatica dedica a Babbo Natale con “Christmas Beat” da “Crust”; come sempre nessun estratto da “Lego”, unico disco veramente da dimenticare. Anche stasera hanno dimostrato di essere una delle migliori band in circolazione, e non solo a livello nazionale.

 

STRANA OFFICINA
(a cura di Stefano Ricetti)

Vedere band inossidabili come Fire Trails, Strana Officina e Death SS esibirsi davanti a un pubblico degnissimo sia in termini di attitudine che in termini di numeri è un qualcosa che davvero tocca il cuore. Queste band da una vita sputano sangue e macinano chilometri su chilometri per l’HM e pare chi il tempo per Loro si sia davvero fermato, proprio come è successo durante l’esecuzione di Luna Nera, che ha portato l’intero Alcatraz in una dimensione surreale, antica e magica. Per qualche istante i fantasmi di Fabio, Roberto e Marcellino si sono materializzati sul palco a fianco degli storici Enzo e Bud. Più di una lacrima è scesa fra gli astanti. Personalmente non dimenticherò mai questo momento. Per il resto i Nostri hanno “mazzolato” come sanno: Non Sei Normale in versione Judas Priest ha consegnato agli almanacchi una splendida prova da parte di Dario “Kappa” alla chitarra e Rolando Cappanera dietro le pelli, profondo ed efficace come solo il miglior Scott Travis sa essere in certe situazioni. Finale tra i colpi di maglio di “Officina”.

Tracklist:
The Ritual
King Troll
Profumo Di Puttana
Rock N Roll Prisoners
Solo Dario/ Kiss Of Death
Non Sei Normale
Medley  Luna Nera/Autostrada Dei Sogni
Metal Brigade
—-
Officina

 

FIRE TRAILS
(a cura di Stefano Ricetti)

Questo dell’Italian Gods of Metal rappresenta l’ultimo concerto dei Fire Trails, quantomeno per un po’ di tempo. E’ infatti in uscita la biografia più il nuovo Cd di Pino Scotto, che lo porterà in mezza Italia con altri musicisti. Tutto questo andava premesso in quanto i Fire Trails, nonostante la solita carica e il mestiere del frontman, hanno mostrato un poco di ruggine che comunque non ha inficiato più di tanto la loro performance, come sempre tutta sangue, sudore e Jack Daniel’s, condita ogni piè spinto dai proclami dell’ex Vanadium. Da incorniciare appunto l’esecuzione di “Streets of Danger” e “Run Too Fast”, che hanno fatto scorrere più di un brivido lungo la schiena ai metallari più attempati presenti. Toccante “Silent Herooes”, dedicata a chi ha dato la vita per il conseguimento della giustizia nel Nostro paese: i grandissimi Falcone e Borsellino. Chiusura con il classico dei Deep Purple “Highway Star” che, come ha sottolineato il buon Pino, sarebbe stato da urlo con degli special guest come Bud Ancillotti della Strana Officina e Morby dei Domine ma, si sa, certe cose vanno organizzate prima.   

Tracklist:
Third Moon
Spaces&SleepingStones
Fighter
Streets Of Danger
Get Up Shake Up
Too Young To Die
Run Too Fast
Silent Heroes
Highway Star

 

DEATH SS
(a cura di Stefano Ricetti)

Inutile nascondersi: molti dei presenti all’Alcatraz erano lì espressamente per loro. Steve Sylvester & Co. nell’occasione si sono davvero superati e qualche problema tecnico/logistico non ha influito più di tanto sulla Loro prova, davvero convincente e di una potenza disarmante, quantomeno quando le cose sono filate per il verso giusto. Le attese sono state rigorosamente rispettate, a partire dal palco allestito in stile anni Ottanta fino ad arrivare ai costumi di scena, che hanno riproposto gli antichi personaggi Horror che hanno fatto la storia del combo fiorentino – su tutti “la morte” e il buon Glenn Strange in versione “Mummia”. Non sono mancati poi i gustosi siparietti che rendono i concerti dei Death SS unici al mondo: oltre alla storica “Dahlila” ben altre tre succulente performer hanno allietato i diversi “numeri” da parte di Steve e delle numerose comparse. Fin dall’opener “Peace of Mind” i Nostri hanno vomitato sul pubblico per una buona mezz’ora un muro di devastante heavy metal, grazie appunto alla presenza di due chitarre – dall’amalgama buona, nonostante fosse la prima volta che suonavamo insieme – , come da anni non accadeva.

Alla resa dei conti finale “Inquisitor”, “Murder Angels” e “Heavy Demons” – fra le altre – hanno davvero annichilito per impatto e violenza. Steve pare davvero un highlander: il Suo costume di scena da Vampiro non ha dovuto subire ritocchi di sorta a livello di taglia e quella domenica notte all’Alcatraz sembrava davvero di avere di fronte lo stesso Sylvester del 1977, particolare inquietante che ha reso magico e indimenticabile il concerto dei Death SS. Orgasmo assoluto durante il brano “Let the Sabbath Begin”, probabilmente il pezzo più “da concerto” della storica band italiana e la ipnotica “Chains of Death”, ambasciatrice di antichi e mai sopiti fantasmi del passato. Come contro altare imbarazzanti invece le pause fra una canzone e l’altra con il desktop del computer a pieno schermo che hanno drammaticamente fatto calare la tensione e da dimenticare la band in “Hi-Tech Jesus”, dove ognuno andava per i fatti propri. Cala il sipario dell’Italian Gods of Metal con “Black Mass”, fra un’orgia figurata e il rammarico dei problemi avuti dai Death S.S. nel finale del concerto, che passerà comunque alla storia, anche per questi motivi.      

Tracklist:
Peace Of Mind
Horrible Eyes
Cursed Mama
Baphomet
Kings Of Evil
Baron Samedi
Where Have You Gone
Hi-Tech Jesus
Terror
Inquisitor
Chains Of Death
In The Darkness
Night Of The Witch
Scarlet Woman
Let The Sabbath Begin
Vampire
—-
Bis:
Murder Angels
Panic
Heavy Demons
Black Mass

Qui finisce la giornata. Si chiude questa edizione dell’Italian Gods of Metal. Un bill tutto nostrano le cui esibizioni hanno confermano quanto sia sincero e valido lo spirito che contraddistingue i nostri artisti. Artisti di cui dobbiamo andare fieri e che riescono ad attirare un pubblico numeroso, eterogeneo per età e gusti musicali, ma che ha trovato nella buona musica un istinto comune. Sinceri complimenti alla Live. Giornata indimenticabile, ce ne ricorderemo. Un saluto a tutti. Alla prossima edizione!