Report: Kampfar + Heidevolk (Padova, 24/04/2006)
Chi ha riposto il suo interesse nella scena pagan può comprendere perfettamente cosa voglia dire vedere in una sola sera gli olandesi Heidevolk, astro nascente del folk metal continentale; e i Kampfar, formazione norvegese da sempre in alto nelle graduatorie di gradimento di chi ha saputo godersi la scena oltre ai blasonati nomi ormai entrati a tutti gli effetti nel mainstream (o quasi).
Questa coppia rappresenta quasi metonimicamente due aspetti fondamentali di un panorama come quello pagan: ciò che è ai primi vagiti e ciò che invece può essere catalogato sotto la definizione “culto”. Aspetti difficilmente conciliabili con una capillare presenza live e che quindi dona ancora più rilievo a questa data presso il Country Star.
Prima di raccontare delle esibizioni è doveroso un saluto ai triestini Aisling, sfortunatamente costretti alla defezione causa problemi di salute del loro drummer. Sono francamente dispiaciuto per loro, poiché l’occasione di suonare di spalla a due band del genere, in un contesto del genere, per di più a pochi km da casa, non è cosa che può accadere tutti i giorni.
Vedere un nome italiano a fianco di queste due validissime formazioni non ci sarebbe affatto dispiaciuto.
HEIDEVOLK
Gli Heidevolk hanno voglia di suonare, lo si vede subito quando salgono sul palco con venti minuti di anticipo. Ovviamente si pesca a pienissime mani da De Strijdlust is Geboren (Recensione), unico disco all’attivo per la formazione olandese. C’è modo di riproporlo quasi per intero, per la gioia di un pubblico non estremamente numeroso (sotto il palco una quarantina di persone, intorno alle 130-150 le presenze totali) ma che col passare dei minuti si lascia coinvolgere sempre di più dalla band, arrivando all’apice nel canto alcolico di Het Bier Zal Weer Vloeien. Gli Heidevolk sono giovani, e qualche pecca qua e là c’è ancora, ma anche grazie a una attività live costante i guerrieri olandesi dimostrano di saperci fare più di una normale band al debutto discografico.
KAMPFAR
I Kampfar live, uno di quegli eventi a cui ‘non credi finchè non lo vedi’. Ebbene sì, Dolk e compagni dal vivo non sono cosa da tutti i giorni. Anzi, prima degli ultimi eventi – ovvero il passaggio su Napalm e l’annuncio del nuovo album Kvass – l’idea che la band di Fredrikstad potesse suonare live, per di più in Italia, era davvero semplicemente un miraggio dovuto a un eccesso di ottimismo. Ora è realtà, e che realtà. Compatti, precisi e tremendamente taglienti, i Kampfar sono una vera e propria macchina da guerra: guidati da un frontman assolutamente dominante la loro esibizione è resa ancora più glaciala da un’attitudine black-metal sfoggiata a testa alta. Una scelta logica e apprezzabile che però penalizza in parte la partecipazione dei presenti, reduci dallo show coinvolgente degli Heidevolk che avevano mostrato ben altra inclinazione. Ovviamente il momento culminante e più atteso è la chiusura affidata alla superba Norse, ma non si possono non lodare i quasi otto minuti della splendida Troll, Død Og Trolldom, proposta in maniera impeccabile dal combo norvegese alla stregua di una prova complessiva francamente cortina (intorno ai 50 minuti) ma praticamente perfetta sotto ogni punto di vista.
Eventi del genere sono quanto di più bello e genuino ci possa regalare la scena metal. Lo dimostrano le band a fine serata, che ci passano a salutare fuori dal locale prima di ripartire (in una quindicina, letteralmente murati in un camper e un piccolo furgoncino) alla volta dell’Ungheria.
Teniamoci strette queste realtà e diamo loro tutto il supporto che meritano.
Testo: Alessandro ‘Zac’ Zaccarini
Foto: Giorgio Vicentini