Report: Kiko Loureiro Band, Milano 18/03/2008

Di Redazione - 25 Marzo 2008 - 16:47
Report: Kiko Loureiro Band, Milano 18/03/2008

Nel lungo giro per il mondo che il talentuoso chitarrista brasiliano Kiko Loureiro ha da poco intrapreso, non poteva certo mancare una data milanese. Kiko è stato accompagnato da musicisti d’eccezione: il bravo Felipe Andreoli al basso e l’esplosivo Mike Terrana dietro le pelli.

Servizio a cura di Marco “Homer Jai” Ferrari

Arrivo in un Music Drome sostanzialmente deserto e mi appresto a seguire il sound check che anticipa la comparsa sul palco di Loureiro e dei suoi compagni di viaggio quando, dopo pochi minuti, il trio di stelle inizia finalmente il proprio show tra gli applausi dei presenti.

Le doti tecniche dei singoli strumentisti si notano sin dalle prime note del brano di apertura che, per l’occasione, sono quelle della etnica “Pau De Arara”, tratta dal primo lavoro solista del chitarrista degli Angra ”No Gravity”, album che nel corso della serata verrà riproposto quasi interamente. Le note scivolano via piacevolmente, e senza pause si susseguono diversi pezzi, passando da  “Escaping” si plana sulle sonorità più marcatamente ottantiane di una “Endangered Species” che in sede live mi ha decisamente impressionato. Dopo un breve saluto in italiano da parte di un Loureiro, per la verità non troppo a suo agio nel ruolo di frontman, è ora della tanto acclamata title track “No Gravity”, canzone che se già su disco mi aveva incollato allo stereo per la sua bellezza, dal vivo viene ulteriormente elevata grazie all’incredibile tecnica del fuoriclasse carioca, il tutto impreziosito dalla precisione chirurgica con la quale Andreoli sfiora le corde del suo basso e dalla (inaspettata) delicatezza con la quale un sempre più stupefacente Mike Terrana segna il passo. Ed è proprio il batterista americano, dopo “Moment Of Truth”, a diventare l’assoluto padrone del palco con un drum solo semplicemente sensazionale e durata notevole (oltre il quarto d’ora), infine sorprende i presenti presentandosi al microfono per cantare “Frank Sinatra”, mostrando doti canore addirittura invidiabili. Il tutto, ovviamente, viene condito dal carisma e dalla contagiosa simpatia del batterista – cantante – show man  che con questo siparietto riesce nell’intento di rendere un po’ meno marziana la serata musicale.

Dopo l’esecuzione di “La Force De L’Ame” il compito di intrattenere il pubblico è affidato al bass solo di Felipe Andreoli che, per il sottoscritto, risulta forse essere la più grande scoperta della serata: che fosse bravo non avevo dubbi, ma il riccioluto bassista degli Angra si è dimostrato un musicista di livello superiore.
Si arriva così alla potente “Enferno” pezzo che ha scaldato di colpo un pubblico fino a quel momento molto composto e soprattutto ben disposto a farsi rapire dalle magie dei tre virtuosi musicisti. Il vero protagonista che però ha fatto si che il pubblico accorresse si chiama Kiko e finalmente ecco l’atteso, da parte del sottoscritto, assolo del talento brasiliano che delizia i presenti con il suo ormai famoso tapping in uno dei momenti tecnicamente più interessanti a cui abbia mai avuto il piacere di assistere.
Ci si avvia così alla conclusione del concerto e dopo “In A Gentle Way” sono le mirabolanti note di “Dilemma” ad accompagnarci nell’omaggio finale a Jimi Hendrix.

Questa la degna fine di un concerto diverso dal solito in cui i (pochi) presenti hanno potuto assistere ad una vera e propria clinic a tre strumenti, nella quale tutti gli interpreti si sono dimostrati musicisti di incredibile spessore riuscendo, oltretutto, ad intrattenere e a divertire il competente pubblico senza perdersi in virtuosismi eccessivi e soprattutto riuscendo sempre ad alleggerire l’aria accademica. In conclusione vorrei fare i complimenti sia ai musicisti che ai tecnici (eh sì anche i suoni sono stati eccellenti) nella speranza che iniziative così interessanti possano divenire sempre più numerose: della buona musica e dei grandi strumentisti non ci stuferemo mai.

Marco Ferrari