Report: L.A. Guns – Milano 29/9/05
LA GUNS + HOLLYWOOD VAMPIRES
TRANSILVANIA LIVE
MILANO
AGENZIA GET SMART AGENCY
Calata italiana per la band di Phil Lewis e Steve Riley. Appena dopo l’uscita dell’ottimo Tales from the Strip, inizia il tour degli L.A. Guns, formazione di punta dello street/sleazy/hard rock losangelino degli anni ottanta, che vide tra le proprie file nientepopodimeno che Nikki Sixx e Tracii Guns. Detto per inciso, per il sottoscritto, il loro esordio omonimo del 1988 rimane una delle pietre miliari, se non addirittura LA PIETRA MILIARE del genere. Per stessa ammissione del leader Phil Lewis, il combo è ancora un po’ “rusty”, visto che ha appena iniziato il tour suonando solo la data al Whisky a go-go di Los Angeles.
Ma andiamo con ordine, la serata viene aperta dagli Hollywood Vampires, formazione nostrana perfettamente in sintonia con la proposta musicale degli L.A. Guns, fatto ben testimoniato dal loro monicker. Decisamente buona la loro prova che ha alternato la proposizione di pezzi propri (è uscito quest’anno il loro Ep 4 Jacks and 1 Coke) a cover di mostri sacri del genere: Gypsy Road dei Cinderella forse è stato l’highlight del concerto. I nostri hanno dimostrato una notevole coesione sul palco e la cosa che conta di più nel rock ‘n’ metal: il fatto di divertirsi (e divertire) on stage!
Nella foto: Hollywood Vampires
Dopo la mezzora abbondante degli Hollywood è la volta delle terribili pistole di Los Angeles: Phil Lewis, nonostante i quarantacinque anni suonati e una vita non proprio di clausura, è in forma smagliante: essenziale, preciso e ancora oggi proponibile, a differenza di altri suoi colleghi ben più ricchi e titolati che davvero dovrebbero appendere il microfono al chiodo, anche solo per rispetto per i fan.
Confesso però di essere sceso a Milano non per lui ma per uno dei miei idoli di gioventù: sto parlando di Steve Riley, già batterista degli W.A.S.P. in alcuni dei primi album della band di Mr. Lawless. Ebbene, a differenza di Lewis, sul vecchio Steve i segni del tempo sono devastanti: si presenta sul palco con l’ennesima sigaretta stretta fra le labbra ed è di un pallore allarmante degno di un malato terminale! Nonostante questo, incredibilmente, durante lo show ribalta completamente i miei timori: pesta preciso e potente come ai bei tempi e conferma il mio pensiero ricorrente di quegli anni, ovvero che gli W.A.S.P. dopo la sua dipartita, avessero perso buona parte del loro potenziale, soprattutto a livello di presenza, carisma e spettacolarità. Nel post concerto si è rivelato disponibilissimo e gentile con tutti i fan, come mi aspettavo. Un grande! Niente da aggiungere!
Nella foto: L.A. Guns
Venendo al concerto, Phil Lewis & Co. hanno fornito una prova di alto livello sparando in faccia ai non pochi convenuti (di questi tempi) uno sporchissimo rock ‘n’ roll metallizzato dal retrogusto di Jack Daniel’s. Sul numero di spettatori ha sicuramente influito la concomitanza del concerto dei Nevermore al Rolling Stone. A mio avviso la band ha proposto un po’ tutti i cavalli di battaglia del proprio repertorio, passando dai celeberrimi brani del primo album (No Mercy e Sex Action sparate subito una dietro l’altra, poi, più avanti, One More Reason e altre) fino a pezzi del nuovo album, fra i quali è spiccata Electric Neon Sunset. Verso la fine del concerto non è neppure mancato il lento Ballad of Jayne tratto da Cocked & Loaded, dal quale hanno anche suonato Wheels of Fire.
Simpatico il siparietto improvvisato da Phil con l’addetto alla security: in pratica il singer lo ha invitato ad andarsene altrimenti avrebbe finito lì il concerto. Dopo il diniego di quest’ultimo, brillantemente un roadie degli L.A. Guns si è offerto di sostituirlo e, dopo la sua dipartita, i quattro losangelini ci hanno sollazzato con le ultime dosi di hard ‘n’ roll. Molto gentilmente, alla fine dello show, il vecchio Phil ha dato appuntamento per una sign session. Cosa puntualmente avvenuta, dove la band al completo (Phil Lewis, Steve Riley, Stacey Blades e Adam Hamilton) si è concessa per foto, autografi e semplici strette di mano per buoni tre quarti d’ora.
Nella foto: il chitarrista Stacey Blades
Che dire… tutto questo è rock ‘n’ roll, zona dove le rockstar o presunte tali non dovrebbero proprio esistere, come la band di Steve e Phil ha per l’ennesima volta dimostrato. L’amico Pino Scotto, ex singer dei Vanadium ora nei Fire Trails, ha definito lo spettacolo come un concerto di m…a, anche se io la penso esattamente all’opposto: gli L.A. Guns, nonostante la “ruggine” di cui sopra, si sono dimostrati dei grandi! Alla prossima!
Stefano “Steven Rich” Ricetti