Report: Labyrinth a Scordia (CT) 16/04
La tappa dei Labyrinth a Scordia (CT) cade nell’ambito del Rock TV Tour, evento live dove i gruppi emergenti fanno da apertura a formazioni più famose. Questo festival itinerante è conosciuto per l’eterogeneità dei generi musicali proposti, prevalentemente di stampo alternative, purtroppo per noi. La sempre discriminata Sicilia viene, però, privilegiata, almeno per questa volta, specie se si pensa che l’unica data dove si suonerà metal, oltre a quelle di Palermo e Scordia, sarà quella di Torino con Eldritch e SKW.
Sappiamo benissimo di attirarci le maledizioni di alcuni ragazzi nell’escludere la descrizione della performance dei Veneregrida, ma il gruppo, anche se valido e innovativo, a nostro avviso non rientra nei canoni del metal, e pertanto lo consideriamo rock alternativo; evitiamo, per lo stesso motivo, di parlare delle altre band presenti.
Riserviamo un cenno solamente all’odio tangibile, evidentissimo, che ha invaso gli sguardi meravigliosi di molte esponenti del gentil sesso (lungi da noi la lusinga: che gli sguardi erano incantevoli, seppur incattiviti, è la pura verità) durante la presenza sul palco delle Bambole di Pezza, cinque ragazze che hanno suscitato curiosità anche in noi defenders (non negate, ragazzi, perché vi abbiamo visti), ovviamente non dal lato musicale, ma dal punto di vista puramente estetico. Naturalmente, non c’è nulla di male: gli ormoni esistono e funzionano, ed è inutile negarlo con bigotte ipocrisie!
Riportiamo, quindi, solo il concerto dei Labyrinth, che appaiono intorno all’una con il pezzo “L.Y.A.F.H. (Light Years Away From Here)”, mid-tempo progressive che apre il loro recentissimo album “Freeman”. Tra le altre canzoni, riconosciamo la nuova “Dive in Open Waters”, molto pesante, davvero un buon brano, per la gioia degli headbangers. Ricordiamo anche una canzone del passato, “Lady Lost in Time”, che inizia lenta e sognante per poi proseguire più aggressiva. Si torna al 2005 con la title-track “Freeman”, breve ma ricca di effetti, molto applaudita dai circa 500 presenti. Purtroppo, secondo noi, la resa sonora non è delle migliori, ma l’esperienza dei Labyrinth colma egregiamente l’handicap fonico. Durante la storica “Piece of Time”, un power furioso, diverso rispetto ai brani nuovi, caratterizzati dalla svolta prog metal, avviene la presentazione degli strumentisti: Roberto Tiranti alla voce, Andrea Cantarelli e Pier Gonella alle chitarre, Andrea De Paoli alle tastiere, Cristiano Bertocchi al basso, Mattia Stancioiu alla batteria. L’intensa “Moonlight”, avvalorata dai cori del pubblico, chiude un’ora di heavy metal di livello internazionale.
Un concerto gratis non si disprezza mai, e sbaglia, come sempre, chi non partecipa agli eventi. Ringraziamo il Rock TV Tour, il Krossower e soprattutto il destino che, una volta tanto, non ci porta i soliti gruppetti ska, monotoni e ripetitivi, ma una band onesta, formata da ottimi strumentisti, che ci fa tornare a casa soddisfatti, ma pensosi sul fatto che i Labyrinth hanno suonato persino in Giappone prima di giungere per la prima volta in Sicilia! E’ giusto? E’ normale? Ci rivolgiamo agli organizzatori, pertanto, e chiediamo loro di riflettere: sappiamo che storicamente “nemo propheta in patria”, ma non sarebbe il caso di dare più spazio alle validissime formazioni tricolori?
Giuliano Latina