Report Metal Fest, Bologna 14/09/03
Il 14 settembre scorso Bologna ha inaugurato la prima e fortunata edizione del Metal Fest, kermesse che, nonostante la contemporanea presenza del celebrato compleanno di MTv, ha radunato un discreto numero di fedeli, accorsi per gustarsi dal vivo alcuni dei più blasonati gruppi della scena bolognese, tra tutti Rain e Crying Steel, headliners del festival. Il bill della giornata vedeva inclusi anche (nell’ordine) Sigma Draconis, Urban Fight, Icon Of Hyemes, Markonee e Gli Atroci, per una gamma variegata di proposte che ha saputo accontentare tutti.
Ecco il report dettagliato di una domenica all’insegna del metal. La tenda Estragon, che accoglie la manifestazione, apre i battenti intorno alle 17 dopo qualche ritardo in sede di organizzazione: il pubblico ha appena incominciato ad affollare l’accogliente area quando viene comunicato che l’esibizione dei Sigma Draconis (apprezzato gruppo black del circolo bolognese) non avrà luogo.
URBAN FIGHT: a loro spetta l’onore e l’onere di aprire le danze dopo pochi minuti, davanti ad un pubblico ancora troppo distratto e con qualche problema di suono. Nonostante tutto la band propone con convinzione il proprio materiale, un solido ibrido tra metal a venature hardcore che coinvolge più di uno spettatore. Curiosa l’idea di presentare i pochi brani preparati in doppia lingua (cinese e italiano), a testimonianza delle radici multi-etniche del gruppo. Senza dubbio un buon inizio.
Setlist: Ue-Tsi / Lu / Sci-Ho / Huann / Ming-I / Ta Ciuang
Sito Internet: www.urbanfight.it
ICON OF HYEMES: Giusto il tempo di cambiare equipaggiamento, e salgono sul palco gli Icon Of Hyemes, forti di una proposta decisamente più violenta rispetto agli openers. L’assalto del quintetto fa subito presa sul crescente pubblico, che dimostra di apprezzare l’originale death metal a metà strada tra melodia e brutalità. Sfortunatamente qualche problema a livello di resa sonora compromette in parte la riuscita dell’esibizione (le chitarre in più di una circostanza hanno sovrastato la voce, e la batteria ha sofferto di un suono troppo minimale), che si chiude con un paio di cover (Testament e At The Gates), che per la verità sono i pezzi che hanno convinto di meno. Complimenti comunque a questi ragazzi, soddisfacenti sul loro lavoro.
Setlist: Start To Blame / Gorevolution / Replica / Take My Body To Replacement / Asphyctic Song / D.N.R. (Do Not Resuscitate)
Sito Internet: www.iconofhyemes.com
MARKONEE: protagonisti di un metal così classico ed arcaico da andare a sfociare spesso e volentieri in sonorità più hard-rock sono i Markonee, band bolognese piuttosto giovane con un demo alle spalle, un album in cantiere, ma tanta esperienza nei singoli componenti. L’ottimo Pera alla chitarra e Gurio alla voce trascinano una formazione compatta e capace (con una presenza femminile: Lara alla batteria) attraverso pezzi tratti dal demo The Spirit Of The Radio, passando da una cover che colpisce dritto al cuore (Tie Your Mother Down) fino all’immortale Living After Midnight, epilogo di un ottimo show in cui il gruppo ha dimostrato ottime capacità tecniche e buona presenza sul palco.
Setlist: Officer / Tie Your Mother Down / Black & Grey / Loved Land / Burnin’ / Every Beat Of My Heart / Modern Time Clockwork / Discovery / Living After Midnight
Sito Internet: www.markonee.com
RAIN: inutile nascondere che sono stati i migliori della serata: questa band dal vivo ci sa fare almeno quanto su album da studio. Nessuna cover atta a scaldare il pubblico… sono bastati i pezzi estratti dal nuovo splendido Headshaker e dal precedente Bigditch 4707 per conquistare i pochi infedeli presenti. Esecuzioni precise e pulite come si era già avuto modo di sentire a Scandellara, ma con volume molto più alto che ha dato ancor più vigore ai riff ottantiani di Lucio e Amos (quest’ultimo davvero un animale da palco) e ai clamorosi screaming di un Tronco in grandissima forma (a lui senza dubbio lo scettro di miglior singer della serata). Senza errori anche la condotta della linea ritmica di Mario dietro le pelli e Gino alle 4corde, impeccabili come il resto della band. Attraverso inni come “Heavy Metal”, poderosi riff alla “Blood Sport” fino a pezzi rockeggianti come “Yellow Putrefaction” il tempo vola e lo show finisce troppo presto. I Rain suonano bene e come sempre divertono divertendosi con il loro heavy metal puro e cristallino, saltano come grilli e coinvolgono il pubblico; il tutto a dimostrazione di capacità e affinità in sede live tutt’altro che indifferenti.
Assolutamente prontissimi per il grande salto specialmente visto il loro strepitoso e ultimo disco Headshaker.
Setlist: Energy / Heavy Metal / Headshaker / Rocker Ram / Viking / Blood Sport / Fight For The Power / Odissey / Only For The Rain Crew / Yellow Putrefaction / Network / Born To Kill / Last Race
Sito Internet: www.raincrew.com
GLI ATROCI: attesa ripagata per il metal goliardico, epico e demenziale di questa band ormai ben consolidata nel panorama underground e con un ottimo seguito. Al grido della conversione alla vera fede del metallo Gli Atroci si presentano vestiti con i loro tipici costumi e, guidati da un Profeta in ottima forma, danno vita al loro show che la gente apprezza e gradisce (il picco di pubblico sotto le transenne si ha proprio con loro). Attenzione a non farsi distrarre troppo dai costumi e dai testi però, perché le prove delLa Bestia Assatanata alla chitarra e dell’Orrendo Maniscalco al basso non sono ne banali ne superficiali.
Gli eroi della quinta dimensione convincono e divertono (soprattutto i più giovani) attirando all’interno della tenda Estragon anche molti curiosi.
Setlist: Intro Spaziale / Arrivano Gli Untori / Peppino l’Usuraio / La Zincatura / Il Muro / I Guerrieri Del Metallo / La Mamma È Importante / Voglio Vederti Morire / Curati La Gotta / Volevo Un Taglio Semplice / I Tuoi Amici Atroci / Inno Finale
Sito Internet: www.gliatroci.com
CRYING STEEL: I veterani Crying Steel salgono sul palco con il compito di chiudere nel migliore dei modi il festival. Acclamato dai presenti, il quintetto si presenta con un’emozionante versione di Electric Eye, cavallo di battaglia dei Judas Priest, da sempre numi ispiratori del combo emiliano. In rapida successione arrivano poi tanti classici della band, suonati con tanta energia e coinvolgimento. Ottima come al solito la prova del vocalist Luca, addirittura in dubbio per via di una bronchite, che, nonostante qualche problema di volume al microfono, ha messo a dura prova il pubblico con taglienti screams. In gran forma anche il resto del gruppo, con una menzione speciale per la coppia di chitarre (Simonini – Nipoti), molto più affiatata rispetto all’ultima performance assistita (in Maggio al club Container). I quasi novanta minuti messi a disposizione del five piece bolognese scorrono senza intoppi, anche se sul finire della serata il pubblico si dimostra ormai stanco e disorientato, ma bastano brani hit come “Time Is A Killer”, o l’avvincente medley dei Priest in chiusura, a riportare entusiasmo tra le prime file per il miglior show della giornata assieme a quello dei Rain (e chi avrebbe avuto dubbi?).
Metal Gods.
Setlist: Hellion + Electric Eye / No One’s Crying / Ivory Stage / Agony 03 / Upright Smile / Kill’em All / Runnin’ Like A Wolf / Hero / Time Is A Killer / Death Mother / Let It Down / Thundergods / You’ve Got Another Thing Comin’ + Desert Plains
Sito Internet: www.cryingsteel.cjb.net
Esito più che positivo, quindi, per una manifestazione che ha avuto il grande merito di raccogliere le migliori band del panorama metal bolognese e proporre oltre 7 ore di musica ben suonata e gratuita. Non sono serviti grandi nomi internazionali per imbastire uno spettacolo di qualità capace di soddisfare tutti coloro che hanno avuto la voglia di raggiungere il tendone Estragon all’interno della Festa dell’Unità di Bologna (che sono stati molti e non solo dal circondario). Come spesso succede in queste occasioni l’atmosfera era quella che ci piacerebbe vedere sempre: una festa tra amici con in comune l’amore per una musica, il metal, che per fortuna continua a vivere di passione.
RINGRAZIAMENTI:
Un sentito ringraziamento va ai gruppi per la simpatia, la professionalità e la disponibilità dimostrata Un grazie sincero all’organizzazione ed in particolare ai Rain ed alla loro Crew che hanno fatto il possibile, col loro appoggio, affinchè il nostro lavoro potesse essere il più agile e dettagliato possibile.
Alessandro “Zac” Zaccarini
Federico “Immanitas” Mahmoud