Report Night Of The Witches – 23/01/03 Alpheus Roma

Di Redazione - 27 Gennaio 2003 - 13:45
Report Night Of The Witches – 23/01/03 Alpheus Roma

E’ giovedì 23 Gennaio e mi appresto ad entrare nel locale in cui si svolgerà il concerto dei Death SS, accompagnati dai Dark Lunacy e My Sixth Shadow. All’interno vedo che gli accorsi alla manifestazione sono davvero un po’ pochini…immagino superino di poco il centinaio di persone.
Circa mezz’ora dopo il mio ingresso salgono sul palco i My Sixth Shadow che giocano in casa. Il loro è un buon combo, nulla di tecnico, ma per il loro goth metal è più che sufficiente: una voce che in alcuni passaggi mi ha ricordato Ville Valo (il cantante degli H.I.M.) ma che non riesce a raggiungere la sua stessa profondità nelle tonalità basse; i chitarristi si sono rivelati precisi senza una sbavatura esecutiva, piuttosto il bassista ogni tanto sembrava spaesato, quasi che non sentisse bene il resto degli strumenti; il batterista e il tastierista hanno svolto ottimamente il proprio lavoro. Le sei canzoni, mi sembra, che i nostri ci hanno proposto mi sono apparse molto buone dal punto di vista del song writing, quasi canticchiabili, purtroppo un ascolto non è sufficiente per dare un giudizio onesto sulle composizioni…ma se in Inghilterra piacciono un motivo ci sarà. Secondo me la pecca maggiore di questa formazione, ma credo che sia più dovuto alla loro poca esperienza, sta nella loro postura sul palco…insomma un gruppo che tiene molto alla propria immagine e che però risulta un po’ monotono sul palco deve assolutamente rimediare a questo problema, causa è forse lo spazio esiguo di palco nel quale erano concentrate ben sei persone.
Dopo un breve cambio di palco ecco che salgono sul palco i deathsters Dark Lunacy, che io non avevo mai ascoltato prima, ma che godono di una buona fama, viste le reazioni del pubblico in questa serata. Mi erano stati descritti da un amico come una sorta di In Flames nostrani poiché aveva visto un video della loro canzone “Dolls” , che verrà poi proposta nel corso del loro set; mai descrizione fu più fuori luogo, perché sì la loro matrice è un certo death metal svedese, ma a me hanno ricordato più i primi At The Gates, quelli di The Red In The Sky Is Ours, oltretutto proprio in Dolls (a quanto pare il loro singolo) appare un violino che tesse la melodia mentre la band è intenta a massacrare gli strumenti con il proprio death. Una band dalla notevole capacità tecnica e dalla decente impostazione sul palco, ma si sa i gruppi grezzi non hanno bisogno di fare troppa scena on the stage. Sinceramente pur essendo un gruppo molto preparato e duro quanto basta e pur adorando, il sottoscritto, il death metal, ho trovato i Dark Lunacy un po’ noiosi, poco vari con delle canzoni forse troppo simili tra loro…fatto strano anche perché pur essendo in tre, si avvalgono dei campioni per inserire synth, tastiere, violini, insomma credo che bisogna che “svecchino” il loro death metal un po’ vetusto.
Il cambio di palco tra i Dark Lunacy e gli headliners dura un po’ di più perché, si sa, il buon Steve necessita sempre del suo allestimento grand guignolesco. Il palco è così impostato: al centro un’asta di legno sulla cui sommità vi è un teschio sul quale si incastra il microfono. Dietro la postazione di Steve, si scorge una ruota per le torture e ai lati del palco due gabbie. Il concerto inizia con una serie di campioni, il cui volume è forse un po’ troppo alto e lo sarà per il resto della serata…in effetti tastiere e synth hanno avuto un volume sconsiderato rispetto agli altri strumenti e perfino alla voce.
Parte la prima song ed ecco una sorta di velina (senza veli) sadomaso apprestarsi a farsi legare alla ruota ed ecco entrare anche mr Steve Sylvester abbigliato di tutto punto come nella copertina del suo ultimo album. Le prime canzoni del concerto credo siano incentrate tutte sui suoi ultimi lavori e, impatto scenico a parte, sembrano non piacere troppo ai presenti…insomma tra cambi di vestiario sia di Steve che di pseudo – velina, tra il volume di tastiere quasi fastidioso, passa la prima mezz’ora ascoltando i Death SS scimmiottare il buon Rob Zombie (almeno così a me è parso). Mentre il, poco, pubblico chiede insistentemente la bella Heavy Demons, ecco che i nostri ci propongono una serie di canzoni degne di tal nome: Hi-Tech Jesus, Baron Samedi, Ishtar, Scarlet Woman, Terror, Come To The Sabbath…insomma la seconda metà del concerto è stata secondo me migliore della prima. Comunque mi aspettavo qualcosa in più da questa rinomata band pesarese, rinomata sia in fase live che al livello di impatto scenico, in realtà mancava quella carica, quel qualcosa che avrebbe reso la serata meno…fredda.
Tirando le somme della serata ho trovato tre bands ancora non del tutto coinvolgenti (forse, parlando dei Death SS, non più coinvolgenti): i My Sixth Shadow a causa della propria inesperienza, i Dark Lunacy della non eccessiva personalità e Death SS perché caricatura di se stessi.