Report: Pain of Salvation, Roncade (TV), 24/02/07
Report del concerto dei Pain of Salvation al New Age di Roncade (Treviso) del 24 febbraio 2007. Truemetal ringrazia nik76 per il contributo.
Una serata piovigginosa accoglie i presenti allo show che vede i Pain of Salvation come unica band ad esibirsi alla prima delle tre date previste per il tour 2007 sul suolo italiano. Un New Age carico di aspettative è quanto di più eccitante si potesse desiderare durante l’attesa.
Parecchio ci si aspetta da una band che disco dopo disco, critica dopo critica – negativa o positiva che sia – continua imperterrita a portare avanti il proprio credo progressivo. Tanti di noi – e non solo quelli che li vedevano per la prima volta – credo abbiano aspettato al varco Daniel Gildenlow con sguardo impaziente ed incuriosito. Incognite che pian piano si sono trasformate in discussioni. Ma ciò che in sostanza ci si aspettava era di saggiare la tenuta della band al cimento con i fatti. Al momento del concerto vero e proprio.
La scaletta pesca dall’intero repertorio discografico della formazione scandinava, da Diffidentia (la sola tratta da Be) alle quattro di Scarsick, cui si aggiungono tre bis. Orfani del bassista Kristoffer Gildenlow, la band promuove per questo inizio tour 2007 Simon “Bassdude” Andersson che ben figura per precisione, dimestichezza e simpatia (ironiche le battutine scambiate con Daniel Gildenlow durante l’esibizione).
Personalmente credo d’aver presenziato a pochi live di questo livello negli ultimi tempi. Un livello che fa leva su capacità tecnico/esecutive di elevata qualità. Un livello che permette di proporre con grande scioltezza un repertorio di canzoni vario e ricercato: pezzi più tirati si alternano a brani più introspettivi, brani di delicatezza acustica disarmante a colpi di notevole impatto.
Dalle intense interpretazioni personali di Remedy Lane a quelle più invettive dal mondo di Scarsick, non un colpo andato a vuoto. Gildenlow ha una voce creativa, sognante e coinvolgente. Un cantante capace di spaziare dagli acuti più pungenti ad uno scream ruvidi come in Flame To The Moth. La teatralità del combo dà vita minuto dopo minuto a un intenso crescendo artistico, ed in questo gioco d’azione pure il pubblico viene coinvolto.
Ce n’è per tutti i gusti: si pensi al groove di Scarsick o alle doppiette in successione tratte da Entropia e da One Hour by The Concrete Lake, tra le quali spunta una ricercatissima Nightmist. O anche agli apocalittici bagliori di Ashes per passare ai teneri e sensibili fraseggi di This Heart of Mine (I Pledge): interpretazione vocale inimmaginabile e scelta esecutiva che ha dato maggiore peso alle componenti acustiche in stile 12:5. C’è spazio anche per Diffidentia del non di rado vituperato Be, e non manca l’occasione di soddisfare la curiosità di chi si chiedeva come potesse mai essere presentata dal vivo Disco Queen: mi si passi il termine, uno spettacolo. Chiude una tripletta che vale un altro concerto. In testa il masterpiece tratto da The Perfect Element part. I, Used e la magistrale interpretazione di Cribcaged, densa di pathos nonché eseguita in maniera impeccabile nella veemenza delle sue liriche.
In conclusione c’è poco da dire. Avvicinarsi a questa musica quando è presentata in un album da studio mette a dura prova le risorse della critica, ormai a questo ci siamo abituati un po’ tutti. Testate di settore ed ascoltatori si sono spesso trovati in disaccordo sui giudizi. E’ normale. Ma concedete ai Pain of Salvation il beneficio del dubbio, provate almeno una volta a vederli dal vivo. Controversi, sì, ma immensi.
Nicola “nik76” Furlan
Setlist:
01 Scarsick
02
03 !(Foward)
04 Nightmist
05 Handful of Nothing
06 New Years Eve
07 Ashes
08 Undertow
09 This Heart of Mine (I Pledge)
10 Chain Sling
11 Diffidentia
12 Flame to the Moth
13 Disco Queen
—————
I Halleluja
II Cribcaged
III Used