Report: S-Hammer Metal Fest – 20-21/07/2007, Castel Volturno (CE)

Di Redazione - 2 Agosto 2007 - 16:50
Report: S-Hammer Metal Fest – 20-21/07/2007, Castel Volturno (CE)

Parole e foto di Angelo ‘KK’ D’Acunto

Giunge all’edizione numero quattro il {S}Hammer Metal Fest che,
dopo i successi delle passate edizioni che hanno avuto come protagonisti gruppi
del calibro di Entombed, Belphegor e Sodom, ritorna in una veste tutta nuova: sono ben due i giorni che vedranno
alternarsi sul palco mostri sacri del metal internazionale (Vader, Destruction e Anathema) e realtà del metallo italiano del calibro di Death SS, Novembre e Infernal Poetry.

La location di quest’anno è la splendida cornice dell’Hyppo
Kampos Resort, un villaggio turistico che ha messo a disposizione del pubblico
presente due laghi, due piscine, campi di calcetto, basket e beach volley.

Prima di passare all’analisi dell’aspetto musicale del festival
è d’obbligo spendere qualche parola per quello che è stato il {S}Hammer Metal
Fest dal punto di vista organizzativo:

Location: ottima la location dell’Hyppo Kampos Resort;
a disposizione l’area relax munita di piscina anche se difficile da raggiungere a causa
dei collegamenti. Si poteva fare molto di più per garantire una buona regolarità
dei mezzi pubblici.

Cibo e Bevande: i prezzi del cibo e delle bevande
all’interno dell’area del festival sono e restano, in media, più bassi rispetto
a quelli degli altri grandi festival italiani.

Suoni: a parte qualche caso isolato, i suoni si sono attestati regolarmente su alti livelli per la maggior parte dei gruppi presenti al
festival.

Security: forse l’unica nota dolente di questo
festival. Nessuna nota di merito per i ragazzi della security che hanno rischiato di rovinare la manifestazione fra ritardi e problemi con l’apertura
cancelli, comportamenti poco professionali fuori e dentro l’area
festival. Mi spiace ammetterlo ma con questa mentalità non si va da nessuna parte.

Venerdì 20 Luglio

Enoch

Tocca a questi giovani blackster partenopei aprire l’edizione
2007 del festival, l’inizio è affidato subito alla cover di Mourning Palace
dei Dimmu Borgir e subito si ci accorge che c’è qualcosa che non quadra: manca il pubblico perchè bloccato all’ingresso per qualche inspiegabile motivo.

Savior From Anger

La seconda band della giornata sono i Savior From Anger, side
project di Marco Ruggiero (chitarrista di Nameless Crime e Marshall) ed autori di
un thrash/speed metal di forte impatto. L’esecuzione dei brani mostra il valore
tecnico della band che però si perde in (troppe) chiacchiere nelle
pause tra un pezzo e l’altro. Il pubblico, giustamente, non gradisce rispondendo
con freddezza alla band napoletana.

S.R.L.

La terza band a salire sul palco dello {S}Hammer sono gli
Umbri S.R.L., gruppo che propone un letale misto fra death e thrash metal con
all’attivo 4 dischi. Il pubblico presente non è certo numeroso e la
maggior parte dei presenti preferisce svagarsi nelle zone d’ombra o
rinfrescarsi nella piscina situata nella zona relax della location.
In ogni caso questi ragazzi dimostrano una buone dose di tecnica ed un buon
impatto in sede live, guidati dal vocalist Francesco che mette in mostra le sue
indubbie qualità di screamer.

Kingcrow

Purtroppo, la proposta musicale dei Kingcrow non è quella più adatta per un festival di questo tipo e lo dimostra la scarsa
affluenza di pubblico. In ogni caso la
prog-rock band capitolina ce la mette tutta nel poco tempo a
disposizione, proponendo pezzi estratti dall’ultimo studio album Timetropia
quali A Merry-Go-Round, Between Now And Forever e Fractured, brani
che mettono in mostra tutte le capacità tecniche della band in sede live. La
chiusura è affidata a The Killing Hand che conclude uno show nonostante
tutto godibile: ottimi i suoni, band professionale e in forma.

Coram Lethe

I Coram Lethe sono una delle sorprese più gradite dell’intero festival. La band mette in atto un vero e
proprio show spaccaossa a base di death metal violentissimo, il loro set
scorre attraverso le varie Double Identity, Pain Therapy, Dying
Waters
… il pubblico sembra gradire tant’è che si comincia ad intravedere un
nutrito gruppetto che si agita sotto il palco. Il set giunge alla sua
conclusione con la potente Instict e la band lascia il palco fra meritatissimi
applausi.

Valiance

Si registra un altro cambio di sonorità in questa prima giornata: i Valiance. La band partenopea ci propone un power/progressive
tecnico e discretamente melodico. Il pubblico reagisce bene e il gruppo dimostra di saperci fare in sede live nonostante una proposta che va di non poco al di fuori della linea musicale dell’intero
festival.

Frostmoon Eclipse

Ed ecco apparire sul palco del {S}Hammer 07 una delle formazioni
più attese della giornata, i Frostmoon Eclipse, band che reincarna un sound
prevalentemente black metal con molti passaggi acustici e autori di un’esecuzione
tecnica degna di nota. Ed è così che pezzi del calibro di I Hate The Future,
Where no light burns e The black tide riescono a creare un muro
di suono capace di far (s)muovere i pochi presenti sotto al palco. La
chiusura viene affidata alla cover di Black Sabbath rivisitata in una
versione lenta e cattivissima che riesce a strappare i primi applausi della
giornata da parte di un pubblico impegnato più che altro a vagare nella zona
relax e decisamente disinteressato nei confronti del palcoscenico.

Rain

I Rain appaiono in forma più che mai e nel poco tempo a loro
disposizione mettono in atto uno show di sano e puro heavy metal attraverso i
pezzi che hanno fatto la storia della band bolognese quali 8 Bar, Heavy
Metal
, l’inno Only For The Rain Crew e pezzi estratti dall’imminente nuovo
album Dad Is Dead. Purtroppo anche a loro tocca la
stessa sorte delle band precedenti: il pubblico non ne vuole sapere di
partecipare ad un set coinvolgente, peccato.

Infernal Poetry

Il pubblico
comincia ad essere realmente presente sotto il palco quando salgono on stage i
marchigiani Infernal Poetry. La band riesce a mettere in scena una performance distruttiva e tecnicamente perfetta. La setlist va a ripescare veri
e propri gioielli del calibro di Fleshapes, Crawl e
brani estratti dall’ultimo lavoro come They Dance in Circles e Forbidden Apples. Il pubblico apprezza
la proposta della band tant’è che si può cominciare ad intravedere
nelle prime file il primo vero e proprio pogo della giornata. La chiusura viene
affidata dopo circa una quarantina minuti di set alla cover Fear Of The Dark
degli Iron Maiden, suonata in versione ridotta a causa del poco tempo rimanente.

Death SS

Ore 23:00 in punto,
si spengono le luci, parte l’intro Ave Satani ed ecco salire sul palco
i Death SS:

Steve Sylvester,
Emil Bandiera, Glenn Strange, Freddy Delirio e lo special guest Rolando
Cappanera (batterista della Strana Officina) a sostituire Dave
Simeone dietro le pelli. La band
attacca subito con Give‘em Hell, pezzo estratto dall’ultimo lavoro, The
7th Seal, seguita, senza lasciare il tempo di un respiro, dagli inni di
battaglia degli anni 80 Baphomet e Horrible Eyes. I suoni sono ottimi
e la band è in forma smagliante, l’esecuzione dei pezzi è perfetta sia dal
punto di vista sonoro che da quello visivo, specialmente nei momenti in cui
appare sul palco la seducente Dalila che riesce per pochi attimi a rubare la
scena alla band facendo volgere gli sguardi del pubblico su se stessa. Il set
scorre senza il minimo intoppo fra fuochi d’artificio e rappresentazioni
teatrali fino a quando l’amplificatore di Glenn Strange smette di funzionare.
Nessun segno di panico appare sui volti della band che continua, imperterrita, nell’esecuzione
di pezzi come se nulla fosse dando prova di grande professionalità. Risolti i
problemi all’ampli di Glenn, i Death SS continuano il loro show lanciando
cavalli di battaglia del calibro di Let The Sabbath Begin, Hi-Tech
Jesus
, Panic senza lasciarsi andare ad inutili parole nelle
brevissime pause fra un pezzo e l’altro; non una parola di presentazione dei
brani o di ovazione verso il pubblico da parte di Steve, non è nello stile
della band rovinare con parole inutili la magica atmosfera dei loro concerti.
Il set giunge nel suo finale con lo storico encore Vampire/Heavy Demons
che chiude più di un’ora e mezza di concerto spettacolare, tecnicamente
ineccepibile e con una scaletta ben equilibrata che è andata a ripescare pezzi
in tutta la discografia della storica band italiana.

Setlist:

  1. Ave Satani (Intro)
  2. Give’em
    Hell
  3. Baphomet
  4. Horrible
    Eyes
  5. Let The
    Sabbath Begin
  6. Der
    Golem
  7. Baron
    Samedi
  8. Ishtar
  9. Transylvania
  10. Where
    Have You Gone
  11. Terror
  12. Hi-Tech
    Jesus
  13. Siagfom
  14. Satan Is
    A Good Friend Of Mine
  15. Scarlet
    Woman
  16. Panic
  17. Vampire
  18. Heavy
    Demons

Enoch

Savior From Anger

S.R.L.

Kingcrow

Coram Lethe

Valiance

Frostmoon Eclipse

Rain

Infernal Poetry

Death SS

Sabato
21 Luglio

Winter Of Life

L’onore di aprire
il secondo giorno del festival tocca ai Winter Of Life, una band che propone un
misto di gothic e prog; un certo tipo di sound che ritroveremo
più tardi a festival inoltrato con le esibizioni di Novembre ed Anathema. Una
prestazione tecnica decisamente buona per questa band ma una mancanza di
carisma che rende il loro repertorio decisamente noioso agli occhi (e alle orecchie) del pubblico
presente.

Sothis

Come definire la prestazione dei Sothis al S-Hammer Festival
07? Esiste una sola parola: “incredibile”. La band ci propone una prestazione
veloce e pesantissima di puro thrash metal old school, l’effetto ricreato dai
cinque sul palco è quello di un vero e proprio pugno nello stomaco che fa
scattare un pogo pesantissimo fra il pubblico dall’inizio alla fine del poco
tempo a disposizione. I suoni sono ottimi, e la band dimostra una buona dose di tecnica ed un carisma che riesce a coinvolgere tutti, nessuno escluso, una prestazione degna di nota che si conclude fra l’ovazione dei presenti.

Grimness

E’ il turno dei Grimness, la cui prova è condizionata dal caldo torrido che si abbatte sull’Hyppo
Kampos alle ore 16 e 30 circa e dalla scia di devastazione lasciata dai
precedenti Sothis che ha costretto gran parte del pubblico a rifugiarsi presso
la zona relax. In ogni caso la band ci ha offerto una mezz’ora di black/death
metal pesante, un piccolo assaggio se confrontato con le esibizioni di
Vader e Destruction più avanti.

Illogicist

E’ veramente difficile commentare la prestazione degli
Illogicist, decisamente deludente
e sottotono, condizionata da suoni sicuramente non all’altezza di una band dal
valore tecnico e compositivo indiscutibile ma che lascia tutto il
pubblico con l’amaro in bocca. Il gruppo ce la mette tutta per proporre uno show
decente, purtroppo si vede chiaramente, anche sui loro volti, che la giornata
non è di certo fra le migliori. Peccato.

Reckless Tide

L’affluenza vera a
propria del pubblico si fa sentire quando salgono sul palco i tedeschi Reckless
Tide, il gruppo autore di un thrash metal di scuola teutonica caratterizzato
dall’uso di due singer con diversi stili di canto (uno in scream e l’altro
pulito). Gruppo che riesce a catturare l’attenzione grazie alla semplicità
dei brani proposti in scaletta ed alla curiosità che spinge molti presenti ad
ammirare la bionda chitarrista. Il loro set scorre
velocissimo e senza un attimo di sosta passando fra le varie Demons and
Dictators
, Corrupted, Madness Within lasciando spazio
anche per un tributo ai connazionali Kreator con la cover di Phobia.
Purtroppo il loro show, che è stato decisamente buono, finisce troppo in fretta a causa dei tanti minuti di ritardo accumulati con le esibizioni
delle band precedenti.

Novembre

Quello dei Novembre
non è decisamente uno show degno di una band di tale nome, purtroppo, l’orario e
l’atmosfera non sono un punto a favore, se poi
andiamo ad aggiungere i suoni impastati delle chitarre e i volumi sballati
di basso e batteria, si arriva facilmente alla conclusione: set sottotono e deludente. I romani ce la mettono tutta per
tirare fuori dal cilindro qualcosa di buono, ma purtroppo assistere
all’esecuzione di brani del calibro di Nostalgiaplatz
e Come Pierrot alla luce del sole non rende davvero l’idea delle
emozioni trasmesse dalla musica della band.

Vader

Dopo il lunghissimo soundcheck e dopo la falsa partenza dell’intro Between Day and Night
seguita dal totale silenzio del pubblico presente come se fosse stato uno
scherzo di cattivo gusto, ecco finalmente salire sul palco del (S)-Hammer i
polacchi Vader. L’inizio è affidato subito a ShadowsFear, prima traccia
di Impressions In Blood, l’ultimo studio album della band, i suoni sono
praticamente perfetti e la band è al massimo della forma. Il set scorre
violento passando fra veri e propri macigni del calibro di Reborn In Flames,
This Is The War e Predator che spingono il pubblico presente in
un pogo infernale. La fine del loro show arriva prestissimo, fin troppo, anche
a causa dei ritardi accumulati con lo stesso soundcheck e quindi la band polacca è
costretta a tagliare qualche brano dalla scaletta ufficiale e a sparire nel
backstage fra gli applausi di un pubblico ugualmente soddisfatto.

Destruction

Nemmeno il tempo di
riprendersi dai segni di devastazione lasciati dal set dei Vader che arriva
subito l’ora dei Destruction, la band, come spiegherà Schmier più tardi, lascia l’onore di chiudere il festival agli Anathema. E così
si parte subito con Curse The Gods, anche in questo caso i suoni sono
perfetti e la band, in formissima, ci offre uno spettacolo di pura violenza
a base di thrash metal che non risparmia nessuno, continuando con due classici
che rispondono al nome di Nailed To The Cross e Mad Butcher. Il
resto scorre veloce e violento con l’alternanza di brani vecchi
quali Eternal Ban, Death Trap e pezzi
più recenti come Thrash Till Death e la bellissima The Defiance Will
Remain
con una violenza ed una perfezione tale che mettono in mostra
l’incredibile stato di forma della band tedesca. Sul finire di Metal
Discharge
, Schmier e Mike
Sifringer abbandonano (momentaneamente) il palco lasciando la scena al batterista
Marc Reign che sfodera un drum solo che riesce a strappare gli applausi di
tutto il pubblico presente. L’encore arriva con le gemme Total Desaster,
Bestial Invasion e The Butcher Strikes Back che danno il colpo di
grazia a tutti i presenti e che concludono un’ora e mezza di massacro. Il loro
tempo a disposizione è ormai giunto alla conclusione e
la band si ritira dal palco con un inchino e sparisce nel backstage fra gli
applausi e l’ovazione dei sostenitori.

Setlist:

Curse The Gods

Nailed To The Cross

Mad Butcher

Eternal Ban

Life Without Sense

The Defiance Will Remain

Death Trap

Thrash Till Death

The Antichrist / Sign Of Fear / Release
From Agony

Metal Discharge / Drum Solo

Machinery Of Lies / Invincible Force

Total Desaster

Bestial Invasion

The Butcher Strikes Back

Anathema

Dopo una giornata di band per lo più dedite alla parte
estrema del metal, si arriva alla conclusione di questa edizione del (S)-Hammer
Metal Fest con la leggerezza e la classe della musica degli Anathema. Quella
del (S)-Hammer è forse una delle poche occasioni per vedere la band di Liverpool
in un’orario che si addice alla atmosferica proposta
musicale del gruppo. La setlist per quest’occasione è forse la migliore che si
ci possa aspettare; una scaletta che va a
ripescare brani in tutto il repertorio del quintetto britannico. E così il
pubblico immerso in questa atmosfera magica si trova di fronte
all’interpretazione di vere e proprie perle del calibro di Fragile Dreams, Lost Control, Closer capaci di ipnotizzare l’ascoltatore
e trascinarlo mentalmente verso altre dimensioni. Il set scorre lento e leggero
passando fra una A Natural Disaster che vede
l’apparizione della bellissima voce di Lee Douglas e la presentazione di Angels
Walk Among Us
, brano estratto dal nuovo album di imminente pubblicazione.
La band sterza verso sonorità decisamente più adrenaliniche con il medley Judgement
/ Panic
e la splendida Sleepless che non fa rimpiangere certamente
la versione su disco ad opera degli Anathema che furono. L’encore arriva con
l’accoppiata da sogno Angelica e A Dying Wish per poi avviarsi
verso la conclusione definitiva con la splendida re-interpretazione di Comfortably
Numb
dei maestri Pink Floyd, che chiude un concerto a dir poco magnifico,
sognante ed ispirato che rimarrà ben impresso nella mente di tutti i presenti.

Setlist:

  1. Shroud of False
  2. Fragile Dreams
  3. Empty
  4. Lost Control
  5. Deep
  6. Balance
  7. Closer
  8. Inner Silence
  9. A Natural Disaster
  10. Angels Walk Among Us
  11. Sleepless
  12. One Last Goodbye
  13. Judgement / Panic
  14. Flying
  15. Angelica
  16. A Dying Wish
  17. Comfortably Numb (Pink Floyd Cover)

Winter Of Life

Sothis

Grimness

Illogicist

Reckless Tide

Novembre

Vader

Destruction

Anathema