Report Sitting Bull del 29-11-02 Hyades
Eccoci a voi per narrarvi del concerto degli Hyades, solida band, ma mai quanto il suo cantante e ve ne accorgerete leggendo questo report, dedita a una personale miscela di power con qualche sfumatura thrash.
Il gruppo apre con un brano proprio dal titolo I Am Dynamite e subito capiamo il motivo sia delle scelta della song che del suo titolo. Gli Hyades sono un gruppo che non farcisce le proprie canzoni di tanti fronzoli, è un gruppo diretto, che spara in faccia al pubblico i propri riff senza timore. Devo dire che sono rimasto molto ben impressionato dalla attitudine di questo gruppo e soprattutto del cantante, vero frontman della band.
Al primo brano proprio fa seguito la prima delle cover Higher Than The Sky dei Rage, così come molti altri gruppi che hanno suonato al Sitting Bull, gli Hyades hanno capito che un gruppo underground per far presa sul pubblico ha bisogno di alternare sapientemente pezzi propri e cover. Troppi brani propri possono a volte spiazzare l’ascoltatore che trovandosi si fronte a solo canzoni sconosciute può finire per abbassare il livello di attenzione e di partecipazione, mentre alternando varie cover di gruppi diversi il pubblico segue la cover che conosce e la canta e poi ascolta più volentieri un pezzo del gruppo.
Così facendo gli Hyades propongono a seguire Burning, un pezzo loro, No Brain No Pain dei Powergod, la propria Spirit of Vengeance, March of the Saint degli Armored Saint, Nightmare Remorse e Back to the Future ispirata al ciclo dei film di Ritorno al Futuro, Dissident Aggressor e Breaking the Law dei mitici Judas Priest, la propria Sharpens the Irons, Balls to the Walls degli Accept e sembra chiudere con la propria Rush of Deathbringers.
Dico sembra perchè dopo un sono applauso da parte del pubblico, il cantante proclama che per chiudere degnamente la serata rimane una sola canzone da fare: Under the Jolly Roger dei Running Wild. Coinvolto dalla passione del cantante mi trovo in prima fila con un paio di amici e finiamo a intonare il ritornello della canzone al microfono con il cantante. Quanto dicevo all’inizio sul fatto che il vocalist fosse massiccio è confermato appieno dal fatto che a metà canzone si carica sulle spalle il mio amico Andrea Sacchi di Holymetal senza apparentemente nessuna fatica e continua a cantare.
Sicuramente un gran bel concerto dal punto di vista emotivo grazie anche alla passione del gruppo che ha saputo conquistare a mio avviso anche chi poteva essere più scettico.
Alex “Engash-Krul” Calvi