Report – Venice Rock Festival, aspettando gli Uriah Heep: Powerage
Quale migliore occasione, per un cuore ad alto voltaggio e devoto ai fratelli Young come il mio, di una cover band degli Ac/Dc per andare a sondare ed esplorare quel Venice Rock Festival che nelle prossime settimane ospiterà nomi del calibro degli Uriah Heep? Occasione ovviamente raccolta al volo, anche perché la formazione in questione sono quei Powerage per cui tutti hanno sempre speso buone parole.
La Serata: Powerage
18 luglio, ore 22.30 circa. Archiviato lo show discreto ma non troppo intenso e trascinante dei Brothers Of Whiskey, si parte con Live Wire e immediatamente le capacità dei Powerage emergono in superficie, e a salire in cattedra è in particolare il frontman Roger che pare in grado sin da subito di tenere le linee vocali che furono del grande Bon Scott con grande competenza e autorità. Pescando tra i dischi dell’era Bon, i Powerage imbastiscono uno spettacolo davvero elettrizzante, alternando i classicissimi a chicche meno abusate e che da anni non trovano posto nelle setlist del combo australiano, come Bad Boy Boogie. Restando in tema 1977 c’è il trittico delle meraviglie di Let There Be Rock, con Hell Ain’t A Bad Place To Be, Whole Lotta Rosie e la title track a seguire Highway To Hell nell’accoppiata finale. Oltre alla Live Wire arrivata in veste di opener, dal primo spettacolare album targato Ac/Dc ci sono due capolavori che portano i nomi High Voltage e TNT. Ci sono Dirty Deeds Done Dirt Cheap, Problem Child e una scorpacciata assai ghiotta per i fan di Highway To Hell con Walk All Over You, If You Want Blood e compagnia, mentre dal disco che presta il nome alla formazione sono della serata Riff Raff, Rock’n’Roll Damnation e Sin City.
Peccato per alcune assenze, come Jailbreak o Shot Down In Flames, dovute a un taglio della scaletta, ma sono finezze in uno show estremamente riuscito che ha dato un contentino a tutti quelli che come me stanno bramando il ritorno degli Ac/Dc in tour. Certo i pezzi non sono propriamente degli ostacoli tecnici insormontabili e resta il fatto che sono materiale ‘altrui’, ma ci vogliono passione e devozione (oltre che una dote innata, nel caso del singer) per mettere in piedi una band che funziona con tanto affiatamento e precisione, e questo, ai Powerage, nessuno può negarlo. Da vedere.
Il festival
A parte il panorama che una mia compagna di trasferta ha azzeccatamene definito “da fucina di Mordor” (ma mi permetto di aggiungere, anche estremamente British Steel), il posto scelto per ospitare il festival è decisamente adatto, notevolmente spazioso e anche piuttosto ben gestito. Tanti stand gastronomici con una buona disponibilità di posti a sedere, capaci di offrire una buona varietà di fast food e un più che discreto riparo in caso di maltempo. Unica pecca la copertura del palco, che mi è sembrato troppo vulnerabile in caso di maltempo.
Sperando che il Venice Rock Festival diventi l’ennesima dimostrazione che con la passione e una dose di buona volontà si può arrivare dove il music business fallisce, non resta che augurare un in bocca al lupo all’organizzazione che, con l’arrivo dei nomi più blasonati, sarà di fronte alla prova del nove.
È comunque sempre una grande gioia notare come, nell’ultimo paio di anni, queste iniziative si stiano moltiplicando.
Le date da tenere sott’occhio:
23 luglio Hanoi Rocks
8 agosto Tigertailz (feat. Steevi Jaimz) e Listeria
10 agosto Metal Maniacs Night
11 agosto DarkLord e Uriah Heep
14 agosto Monsters Of AOR
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini