Report: W.A.S.P. (Cesena, 21/10/2006)

Di Redazione - 10 Novembre 2006 - 21:00
Report: W.A.S.P. (Cesena, 21/10/2006)

Nuova gita in terra italiana per i W.A.S.P.: Blackie Lawless chiama, Truemetal risponde presente.

Fatal Smile

Fautori di un rock moderno, gli svedesi Fatal Smile sono risultati insapori e precostruiti, un eco di quel movimento di modern-rock dal suono vicino allo stoner e dalle chitarre dure ma mai taglienti di moda in ambito scandinavo e americano. Pezzi senza senza assoli, con il riffing ripetitivo e magari con un paio di dissonanze. Uno show sul palco che si è limitato a qualche parolona e un paio di gessati neri a completare una prestazione il cui giudizio a riguardo non può che essere negativo.

W.A.S.P.

Abbandonata la formula del medley i W.A.S.P. si presentano sul palco aprendo con una classicissima On Your Knees in versione completa. Blackie Lawless sembra appesantito e leggermente invecchiato rispetto alle date dell’ultimo tour, ma per fortuna è solo aspetto: quando parte Hate to Love Me il frontman è già a cavallo sull’ormai mitico microfono-a-manubrio, dondolante con la sua Gibson a tracolla (già, addio cara vecchia Jackson…), l’ugola a mille e lo sguardo indemoniato sulla sala.

Il Vidia sembra fatto apposta per la band angelina: palco piccolo ma abbastanza alto per permettere a tutti di vedere cosa succede, luci anacronistiche e impalcature metalliche a tutto spiano. L’atmosfera è quasi quella del mitico ‘Live At The Lyceum’ e l’accoppiata che seguirà è altrettanto classica e anacronistica. Niente bistecche, scritte infuocate o natiche al vento, Blackie ha ormai una certa età e non è più il folle ragazzetto inseguito dai censori della casa bianca, ma la sua grinta da vendere l’ha ancora tutta e sa ancora come interpretare vecchie glorie come la splendida L.O.V.E. Machine e Wild Child.

A far fronte a una scaletta ridotta abbastanza all’osso – e con un paio di esclusioni eclatanti come Inside the Electric Circus o Animal (Fuck like a Beast) – il frontman annuncia due perle assolute: un brano che non veniva suonato da oltre venti anni e uno che invece mai prima di questo tour era stato portato in sede live. Il primo è Widowmaker, il secondo la bellissima Arena of Pleasure. Tra le due, una Sleeping in the Fire in versione medley proprio con Widowmaker. Purtroppo a rimetterci in questa unione è stata la ballata del debut, privata dei suoi numerosi ritornelli finali per dare spazio a un primo assolo di chitarra (che verrà bissato nella seconda parte di The Idol).

Ormai da diversi anni gli show della band angelina sono divisi in due parti: nella prima tutti i classiconi sfrontati e irriverenti del periodo ’84-’86, nella seconda gli estratti del priodo intimista ’89-’92. Da questo momento si entra nel secondo segmento e ad attenderci ci sono Arena of Pleasure, The Headless Children e The Idol. Blackie Lawless cambia atteggiamento come un camaleonte e l’interpretazione dei brani si fa giustamente differente.

Il singer chiama col braccio uno a uno gli interventi vocali della sua banda, dirigendo le operazioni a meraviglia ed esaltando il pubblico a dovere. Quanto poi invoca I Wanna Be Somebody, sotto le transenne si scatenano pogo e danze. Blackie accusa un pochettino nella voce, ma nessuno nella bolgia si cura di queste piccolezze. Intanto dietro le pelli il nuovo acquisto Mike Dupke sembra davvero a proprio agio nelle martellanti ritmiche di casa W.A.S.P., e macina che è un piacere.

La band saluta e se ne va, ma poco dopo nel Vidia risuona il rombo di una motosega: è il momento per l’entrata in scena di Chainsaw Charlie (Murders In The New Morgue), questa volta non in versione ristretta da medley, ma pronta a rovesciare su Cesena tutti i suoi sette minuti di cavalcata. Ancora una breve uscita dal palco per rifiatare ed ecco ritornare i W.A.S.P. con gli asciugamani al collo e i saluti affidati alla spettacolare Blind in Texas. Per l’occasione niente siparietto “Ehy you bastard motherfuckers don’t wanna go home” ma le scorrerie tra cow boy e bottiglie di whisky vanno comunque a segno perfettamente.

I W.A.S.P. (ovvero Blackie Lawless) sono così: le scalette non sono mai lunghissime, ma tutti i pezzi proposti sono suonati con un’intensità ineccepibile. Certo sarebbe bello avere qualcosa di più di 12 brani e uno show di un’ora, ma questi sono i W.A.S.P., prendere o lasciare. Io francamente me li prendo, e me li tengo ben stretti.

Setlist:
On Your Knees
Hate to Love Me
L.O.V.E. Machine
Wild Child
Widowmaker
Sleeping In The Fire
Arena Of Pleasure
The Headless Children
The Idol
I Wanna Be Somebody
– – –
Chainsaw Charlie (Murders In The New Morgue)
– – –
Blind In Texas

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini