Report Wine Spirit, 1 ottobre a Bresso (Mi)
Cosa c’è di meglio per innaugurare il week-end di una bella serata con gli amici a base di sana birra e rock’n roll dal vivo? Se poi la band si chiama Wine Spirit ecco che le attese si ingrandiscono proporzionatamente alle premesse.
L’arrivo all’Indian Saloon mi ha lasciato alquanto turbato, con poca gente tranquillamente seduta ai tavoli a sorseggiare la propria birra e intenta a chiacchierare, e con i Wine Spirit seduti ad un tavolo pronti a regalare sorrisi e autografi ai fans.
Ed ecco che con puntualità le luci si spengono e i nostri si presentano sul palco, ma… il pubblico rimane seduto e intento più alla birra che alla musica, la stessa che lentamente trasformerà uno scarso audience sonnecchiante in un nutrito gruppo di persone scatenate: potenza del rock’n roll.
La partenza del trio è fulminante e sono i classici della storia dell’hard’n heavy a farla da padrona con “Off my head”, “Wheels of steel”, la trascinante “We rock” e la priestiana “another thing… comein'”. Mentre finalmente il pubblico si sveglia ecco arrivare dritte in faccia le mie due song preferite tratte dell’ottimo “Fire in the hole”: “Hide&Kill” che trascina con il suo forsennato ritmo in perfetto stile Motorhead e la straripante “Catch 22” con il suo incedere maledettamente hard rock.
Ormai l’Indian è un girone dantesco, dove le anime dei dannati presenti non possono che muovere le loro teste a ritmo di musica grazie alla grande capacità della band di tenere il palco. Neil ci mostra come sarebbe stato Lemmy se avesse suonato la batteria, mentre El Guapo e Il Conte si spartiscono il palco con grande carica e presenza scenica.
Torna quindi il momento di riattivare la macchina del tempo e goderci “The shining” e l’immortale “King of the monsters” prima di chiudere questa ora di sana musica con “Wine Spirit”, direttamente dal loro primo album, che non fa altro che coinvolgere ancor di più il pubblico con il suo finale trascinante.
Dopo tale delirio qualche minuto di pausa non poteva che giovare e permette ai nostri un improvviso cambio di atmosfera. E’ infatti solo Il Conte a ripresentarsi sul palco armato di chitarra acustica… E ciò che accade è incredibile… Partono le sognanti melodie di “Midnigth touch” che si evolvono fino a sfociare in quella che a parere del sottoscritto è una delle canzoni più belle della storia della musica: “Who wants to live forever”. La performance è strepitosa con Il Conte che accompagna le note con una voce calda e penetrante.
Dopo la meritata ovazione è giunto il momento di lanciare il gran finale con “Leap in the dark” e “Oragut-angus”. A chiudere il repertorio della band e per dare il colpo di grazia ad un pubblico ormai in vera e propria estasi musicale ecco arrivare “Ace of sapdes”, “Thunderstruck” e l’indimenticabile “r’n’r” dei Led Zeppelin durante la quale Il Conte, dopo una corsa al bancone e dopo aver rischiato di infilzare il sottoscritto con la sua 6 corde, versa da bere vino ai presenti delle prime file.
Che dire in conclusione se non che la serata, già nata sotto ottimi auspici, si è rivelata un vero e proprio concentrato di grande musica grazie alla grandissima conferma in sede live dei Wine Spirit? Band che ha dimostrato ancora una volta un enorme feeling con il pubblico con le loro stupende sonorità rock’n heavy, in cui passato e presente della nostra amata musica si incontrano.
Unico rimpianto è quello di aver sentito poche canzoni del loro repertorio anche alla luce dello splendito “Fire in the Hole”.
Nota simpatica della serata è stata l’improvvisa apparizione di Pino Scotto nelle prime file che mi si è materializzato al fianco.
Di seguito riporto le loro prossime date e, se volete un consiglio, non perdeteveli.
22 / 10 / 2004 Cowboy’s Guest Ranch – Voghera (PV)
29 / 10 / 2004 Trilogia – Marnate (VA)
31 / 10 / 2004 Motore – Ripalta Guerina (CR)
Un doveroso ringraziamento va ad Ambra e all’Unno nonché ai Wine Spirit per la loro simpatia e disponibilità
Marco “Homer_Jai” Ferrari