Ufo + Uli Jon Roth: Report

Di Redazione - 11 Marzo 2004 - 21:46
Ufo + Uli Jon Roth: Report

10 marzo 2004: una data che ho atteso con impazienza e soddisfazione dal giorno in cui Live In Italy spedisce alla mia attenzione una mail che conferma l’unica data italiana degli Hard Rockers UFO con un lussuoso supporto di nome Ulrich Roth, meglio noto come Uli Jon Roth.

La line up in casa Ufo è cambiata completamente dallo scorso album: si sono aggiunti un temperante Vinnie Moore alle chitarre, il ritorno di Paul Raymond alle tastiere e Jason Bonham alla batteria, il cui cognome non passa certo inosservato.

Dopo essermi impossessato dell’accredito di rito comincio a guardarmi intorno notando come l’afflusso di Rockers accorso alla data fosse parecchio esiguo.Hanno addirittura spostato il palco dal luogo abituale, probabilmente perché non è stato previsto alcun sold out. Colpa della partita?
Finalmente Uli Jon Roth vestito in abiti molto pittoreschi e stravaganti calca le assi del palco milanese: i miei occhi sono in totale visibilio di fronte ad una chitarra a sette corde con una grossa perla brillante sulla cassa.

C’è un piccolo particolare al momento dell’ingresso del virtuoso: non ha una band!! L’unico che lo ha accompagnato è un giovane ragazzo molto preparato di nome Michael che si è limitato ad usare suoni campionati per l’intera ora di esibizione. Senza nulla togliere ad entrambi (come si dice: Respect… ndr) l’impressione che ha dato lo spettacolo è stata un po’ freddina proprio perché mancava il supporto non solo di una band ma di un’orchestra vera e propria! Di fronte alle variazioni sul tema “le quattro stagioni” dell’ultima release “Metamorphosis” e ai brani dell’opera in se (La primavera e l’Inverno) sono rimasto a bocca aperta da un lato proprio perché Uli è un mostro di bravura e di feeling col pubblico, ma dall’altro sono rimasto veramente deluso proprio perché non solo io ho reclamato almeno un quartetto d’archi, un buon drummer e un bassista, perlomeno sul brano di Hendrix All along the watchtower. Nonostante tutto il pubblico, onesto e rispettoso ha apprezzato una prova assolutamente dignitosa, penalizzata purtroppo da un grande musicista scarsamente coadiuvato da ulteriori colleghi.

Dopo una breve pausa finalmente arrivano attorno alle 21.30 i veterani Ufo capitanati dalla coppia Mogg-Way su di un “treno di mezzanotte”: avete capito benissimo, si parte con midnight train e il mio sguardo va più volte su quei nonnetti di Phil Mogg e Peter Way saltellanti come ragazzini giocosi e vivaci; il figlio di Bonham pesta come un fabbro medievale e Vinnie Moore, sostituto dell’axeman Michael Schenker è riuscito a proporzionarsi straordinariamente al quintetto inglese.

Meno male che questi sono matusa: terminato il primo brano e i ringraziamenti di rito a noi italiani i miei timpani vengono sconquassati da Mother mary tratta da Force It durante la mia attività di fotografo sottostante il palco. Pete Way è colui che spicca di più tra tutti perché non è rimasto fermo un secondo!

Finalmente è arrivata l’ora di una nuova canzone proveniente da You are here molto decisa; il brano è Daylight goes to town. Purtroppo prima del concerto non ho avuto occasione di ascoltare con la massima attenzione l’ultima release, tuttavia nonostante la classe del gruppo sia indubbia ormai da anni non si può affatto parlarne male; Moore suona le parti chitarristiche con incredibile perizia tecnica e il solito Way prende il pubblico a mitragliate col suo roseo quattro corde; tra l’altro la band non rinuncia a mettere in mostra il suo affiatamento, questo è assolutamente sicuro.

Com’è ovvio che sia, il pubblico comincia a prendere la classica piega da concerto rock, tutti saltellano, agitano mani, imbracciano chitarre immaginarie viaggiando su scale e sweep picking di Vinnie Moore, headbanging furiosi e i nostri cinque britannici che ce le suonano di santa ragione tra classici che si susseguono senza posa come This kids, la più recente Jello man che ho nettamente rivalutato e gli encores della serata che ormai godono dello stesso rispetto di una Smoke on the water dei Deep Purple.
Globalmente il concerto è stato molto gradevole e trascinante e intorno alle 23.15 lo spettacolo volge al termine sulle note di Doctor Doctor prima, Shoot Shoot immediatamente dopo.

L’Alcatraz viene sgombrato in breve tempo e un cospicuo numero di fans hanno atteso molto freneticamente l’aftershow come di consueto. Pete Way è il primo che si fa vivo (semi-ubriaco e quasi barcollante) ma assolutamente disponibile. Uli Jon Roth e il resto degli Ufo ci raggiungeranno solo più tardi senza essere avari ne’ di sorrisi ne’ di autografi. Il tutto avviene nel massimo rispetto degli artisti e dell’ambiente.

Anche questo è stato un concerto impedibile e indimenticabile.

Setlist UFO:

Midnight train
Mother mary
Daylight goes to town
Let it roll
I am a loser
This kids
The wild one
Fighting man
Call me
Only you can rock me
Baby blue
Jello man
Love to love
Too hot to handle
Lights out

1st Encore

Rock Bottom
Doctor Doctor

2nd Encore

Shoot Shoot

Si ringrazia Live in Italy per la concessione dell’accredito.