Avantasia (Tobias Sammet)
Il 25 novembre 2015 ho intervistato telefonicamente Tobias Sammet degli Avantasia (Edguy) in modo da scoprire attraverso le sue parole la genesi del nuovo album intitolato “Ghostlights” che sarà pubblicato al 22 gennaio 2016 via Nuclear Blast Records. Al momento dell’intervista non avevo potuto ascoltare “Ghostlights” e quindi lasciarmi influenzare da un album che poi si è rivelato, a mio modo di vedere, tra i migliori lavori composti per il progetto Avantasia. Qui di seguito la conversazione con Tobias Sammet così come si è svolta.
intervista a cura di Marco Giono
Ciao Marco, come stai?
Tobias, Bene dai…tu, come stai?
Abbastanza bene. A dire il vero non ancora al meglio, ho problemi con l’udito, non riesco a sentire bene dall’orecchio destro, ma non va poi cosi male, sto prendendo del cortisone da qualche giorno e mi sta aiutando…
Ti è già successo?
Si, circa sette anni fa. Allora avevo perso l’udito per due giorni, ma stavolta per fortuna il problema è più leggero…Sai com’è non stiamo di certo diventando più giovani [nda. Ride].
Siamo vecchi e abbiamo la stessa età, qualche giorno addietro (Tobias Sammet è nato il 21 novembre 1977) hai compiuto gli anni, per cui anche se in ritardo…Buon Compleanno Tobias!
Oh..Grazie, Marco!
Tobias se ti va passiamo alle domande, Tobias. Ritornando indietro nel tempo, il progetto Avantasia nasce nello stesso periodo del vostro primo album intitolato “Savage Poetry” e mi chiedevo se allora hai usato delle traccie che non fossero adatte per gli Edguy ma che avevi in mente di includere nel tuo progetto e se oggi, per il tuo nuovo album intitolato “Ghostlights” tu abbia fatto eventualmente una cosa simile?
Gli Avantasia sono stati concepiti da subito come qualcosa d’indipendente dagli Edguy. Durante il periodo di “Savage Poetry” vedevo infatti questo progetto come qualcosa di a sè stante e alcuni brani erano già stati abbozzati, ma volevo davvero che le cose seguissero due strade differenti. Per il nuovo album “Ghostlights” sono in realtà partito da zero in modo da poter anche dare un senso di unicità alla scrittura all’atmosfera che si respira ascoltando il nuovo album.
Mi piacerebbe che mi raccontassi la musica di “Ghostlights” magari confrontandolo con il suo predecessore “The Mistery of Time”? Vi è un nuovo equilibrio tra le parti hard rock, power metal e pop?
E’ difficile dirlo adesso. Troppo presto perché l’album è stato ultimato da poco tempo e avrei la necessità di prenderne le distanze per poterlo giudicare meglio. Quello che posso raccontarti invece sono le reazioni delle persone che lo hanno ascoltato e in realtà di come lo abbiano percepito più oscuro e heavy, malgrado io stesso non lo percepissi così all’inizio. In realtà quello che ho tentato di fare è scrivere buona musica, descrivere storie interessanti e di gratificare me stesso per il risultato ottenuto.
Quello che però posso dire che l’approccio verso l’album è stato di una maggiore attenzione alla produzione e di una conseguente esaltazione del lato heavy degli Avantasia, ma è stato qualcosa di assolutamente naturale. Non ci siamo seduti ad un tavolo e abbiamo scelto con il management della produzione “ok adesso andiamo in quella direzione”. Non funzionerebbe. Alcune cose si sono evolute in modo istintivo. Non le puoi far succedere. Succedono e basta ed è così che è andata anche per “Ghostlights”.
Tobias in che modo sei riuscito a bilanciare il lato orchestrale con le parti più heavy di “Ghostlights”?
No, non abbiamo strumenti classici sull’album, abbiamo in realtà tante orchestrazioni. E per essere onesti ci siamo affidati come per “Hellfire Club” e “Mystery of The Time” ad un musicista che si è occupato delle librerie software dei suoni ed è roba davvero costosa che compositori di grandi film come Hans Zimmer usano nelle loro colonne sonore. Avrei voluto usare un’orchestra vera, ma in realtà i suoni che ho ascoltato sul demo erano già quelli giusti, come piacevano a me e alla fine usare sample ha suoi vantaggi rispetto all’orchestra e sono legati soprattutto alla possibilità di controllare i suoni stessi in maniera più efficace.
Lasciami essere chiaro: il vantaggio lo hai soprattutto su canzoni veloci, power metal, dove le informazioni sono tante a causa dei vari strumenti coinvolti su diversi livelli e sarebbe più difficile trovare il corretto bilanciamento con l’utilizzo di una vera orchestra. In ultimo si tratta di vedere quanto ci guadagna o ci si perde nell’utilizzare un’orchestra piuttosto che sample come nel caso di “Ghostlights”.
Tobias il 9 dicembre sarà pubblicato il tuo primo singolo intitolato “Mistery of a Blood Red Rose” e so che hai speso in studio quasi 40 ore di lavoro solo per i cori. E’ una canzone speciale o “Ghostlights” ha richiesto una produzione diversa, più complessa?
Mettiamola in questo modo abbiamo sempre fatto un duro lavoro con gli arrangiamenti e le backing vocals degli album Avantasia. Solo che generalmente nei precedenti singoli, prendi come ad esempio “Lost in Space”, “Sleepwalking” oppure “Dying for an Angel”, non abbiamo mai usato intrecci vocali come su questo nuovo singolo, mai speso tutto quel tempo per creare cori con tante voci diverse che seguono melodie diverse. Sono 3,50 minuti di musica e ed un pochino è come se fosse “Bohemian Rhapsody”. Vorrei essere chiaro che questa non è la tipica canzone che ti aspetteresti come singolo, infatti è in certo senso, la canzone più lenta dell’album, ma anche qualcosa alla Meat Loaf, qualcosa di oscuro che rimanda agli anni ’70. Nessuna fottuta radio del mondo sarebbe interessata a mandare in onda questo singolo, ma questo per me questo è un fottuto pezzo di arte è non me frega nulla, quello è il nuovo fottuto singolo degli Avantasia.
“The Mystery of Time” raccontava la storia di uno scienziato agnostico e il suo viaggio formativo verso la spiritualità. Il nuovo “Ghostlights” è ancora un concept e prosegue quel viaggio?
Certo prosegue ed esaurisce quella storia e lo fa in dodici canzoni che definisco ognuna un momento specifico nell’avventura del nostro protagonista. Ogni brano viene definito a sua volta da conversazioni chiave, pensieri o ricordi che segnano il suo fantastico cammino verso la spiritualità. Penso anche possa essere visto un come il percorso dell’uomo che si pone domande sulla propria esistenza ed allo stesso si confronta con concetti chiave quali il materialismo, il tempo o l’apparenza delle cose. La cosa fantastica dei testi di “Ghostlights” è che ogni canzone è si parte di un concept, ma può essere letta e interpretata come fosse una cosa indipendente dal resto; ogni canzone cioè è una sorta di istantanea.
Quindi la storia si conclude qui o vi sarà un altro album?
No, la storia si è conclusa con “Ghostlights” e per quanto riguarda un altro album… Al momento il contratto che lega Avantasia con la casa discografica è scaduto…
Marco: quindi si tratterebbe di rinnovare il contratto?
…sono certo che se volessi rinnovarlo troverei [ride nda] un’etichetta disposta a farlo, ma al momento vorrei fermarmi, riposare, perché seguire due band è davvero impegnativo. Non penso di fare altri album entro almeno due o tre anni, forse tra cinque…chissà…non sono certo di come andranno le cose per cui non voglio far l’errore di fare previsioni troppo categoriche. Al momento non sono certo se ci sarà dell’altro, ma ho 38 anni e posso solo dire che non so quando e se ci sarà dell’altro per Avantasia.
In un certo senso possiamo considerarlo come un periodo più o meno lungo di pausa da un’attività faticosa come quella imposta di dover avere due band come Avantasia e Edguy…
Ti trovi a non staccare mai. Ad un tour ne segue un altro ed è fantastico poter stare sul palco con tutto quel pubblico, ma è anche estremamente impegnativo. Poi Avantasia è un progetto che per sua natura ti da poche certezze perché in fondo legato alla disponibilità degli artisti stessi.
Tobias com’è possibile che riesci a tirar dentro Kiske, Catley e altri artisti importanti pronti a seguirti o in studio o live con Avantasia. Ti va di raccontarmi qualcosa in merito?
Io sono realmente grato e felice che riusciamo a trovarci assieme perché non è una cosa scontata. Ognuno di loro potrebbe aver schedulato un tour, infatti Bob Catley non sarà con noi nel tour di Sud America. Abbiamo comunque un periodo breve per stare assieme: in marzo e aprile. Mi rendo conto quanto sia speciale questa opportunità e di come vogliamo celebrarla al meglio con 3 ore di concerto. In molti mi chiedono il perché di uno show così lungo, ma abbiamo davvero così tanti artisti importanti che fare diversamente sarebbe davvero un peccato. Voglio dare il meglio ai nostri fans.
Mi piacerebbe che mi raccontassi qualcosa in merito ai nuovi ospiti Geoff Tate (Operation:Mindcrime, ex. Queensrÿche), Marco Hietala (Nighwish), Dee Snider (Twisted Sister). Come li hai scelti e come sono andate le cose? E’ stato facile accettare l’invito?
Tobias: Oh..non è mai facile accetare un invito [ride ,n.d.a.]…In realtà, ad esempio, avevo finito di comporre “The Haunting” e solo allora ho iniziato a pensare a chi fosse adatto a interpretarla. Mi serviva una voce teatrale, qualcuno simile ad un attore e allo stesso tempo con un timbro vibrante. Allora ho pensato guardando alla mia collezione di dischi proprio a Dee Snider, era l’uomo perfetto e una volta ascoltato il brano ha accettato subito.
Con Hietala è andata più o meno allo stesso modo. Il brano “Master of The Pendulum” era pronto e si presentava sia aggressivo che molto melodico nel ritornello. Così avevo bisogno di un cantante piuttosto aggressivo, ma che allo stesso tempo fosse in controllo su alcune note specifiche. Ho pensato a Hietala e lo avevo conosciuto nel 2013 ad alcuni shows per Metal Hammer in Germania. Anche lui ha ascoltato la canzone e gli è piaciuta. E io dico che è stato saggio [ride ,n.d.a.].
Con Geoff Tate è andata in maniera leggermente diversa. Aveva questo brano intitolato “Seduction of Decay” e in qualche modo mi ricordava una traccia dei Led Zeppelin in versione heavy metal orchestrale e all’inizio immaginavo qualcuno come Corvedale o Jorn Land. Qualcuno la cui vocalità fosse anche blues oltre che metal. Poi ho pensato che fosse troppo ovvio mettere un cantante del genere. Una sera ero seduto sulla mia poltrona e probabilmente avevo in mano un bicchiere di vino italiano… probabilmente è andata così…[ride, n.d.a.]…così all’improvviso ho pensato a Tate di cui sono un grande fan. Ho provato anche a cantare come lui per vedere come sarebbe uscito il brano. [qui Tobias inziare a cantare “Seduction of Decay” imitando Tate!, n.d.a.). Mi è sembrato un approccio totalmente diverso alla canzone, qualcosa che poteva diventare davvero ottimo. Così ho contatto il management di Tate, ma mi hanno fatto sapere che era occupato al momento con il suo nuovo gruppo gli Operation:Mindcrime…e a fare del vino [ride, n.d.a], ma alla fine ha accettato volentieri.
Vi è una storia diversa per ogni collaborazione, ma ciò che le accomuna è l’intuizione. Ogni scelta è mossa da qualcosa il più delle volte di irrazionale. Avantasia è un progetto, ma è molto meno strutturato o pianificato di quanto le persone possano essere portate a pensare. Non c’è un masterplan. Si tratta semplicemente del progetto infantile di un piccolo uomo che vive in un villaggio sperduto della Germania, seduto nella sua poltrona con un bicchiere di vino e qualche buona idea…[ride ,n.d.a.]…
Magari un altro bicchiere di vino…
…ehy cosi sembro un alcolizzato [ride ,n.d.a.]…non ho così tanti bicchieri di vino a casa, ma di certo uno il vino aiuta a trascorrere una buona serata!
Penso proprio di si. La prossima domanda è più leggera. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi del genere metal. All’ultimo concerto degli Avantasia scherzavi con Kiske circa il metal e so che lui ha un opinione conflittuale con il metal stesso. Tu cosa ne pensi della musica metal e del contesto?
Penso sia piuttosto semplice. Alcune band mi piacciono, di altre band non me ne frega nulla. Ho sempre considerato la musica come arte non come una scienza. Io ho sempre ascoltato Metal e Hard Rock, ma non ho mai fatto alcuna differenza tra i due generi, senza dover per forza odiare qualcosa solo per via di un’etichetta. Ascolto qualsiasi cosa che siano Iron Maiden, Kiss, AC/DC oppure la mia band preferita i Def Leppard.
Talvolta penso che le persone prendano le cose troppo seriamente…voglio dire quando faccio un album non mi metto a contare quante sono le canzoni lente o quelle veloci. Spesso capita che mi dicano questo è il tuo album più heavy perché ci sono cinque canzoni veloci oppure che ti dicano di aver messo una ballad in più rispetto al tuo album del 2010…A me queste cose interessano poco quando faccio un album, penso che a volte sia un problema di età delle persone che ascoltano musica. In generale devo dire che penso che la comunità metal sia composta di ottime persone a cui interessa davvero la musica e che come me si appassionano per ogni dettaglio ed ogni sfumatura delle cose. Penso sia davvero una grande comunità quella metal.
Come ultima domanda mi piacerebbe sapere cosa influenza la tua musica, le tue storie. Se c’è qualche libro film o altro che è musa del tuo comporre?
In realtà non guardo la tv molto spesso. Mi piace principalmente leggere libri di mistica che riguardano la spiritualità come quelli di Jacobs oppure di Carl Gustav Jung. Penso che molti di quei libri contengano interessanti suggestioni e mi ispirano idee e pensieri che poi hanno influenzato in maniera decisiva “Ghostlights”. Guardo la tv solo quando ho necessità di svagarmi e di non pensare troppo.
Ti ringrazio davvero molto per la tua disponibilità e sono felice di davvero di essere riuscito a parlarti perché ho visto ogni tuo concerto in Italia sin dai tempi di “Vain Glory Opera” e mi sarebbe piaciuto da sempre poter chiaccherare con te. Ti ringrazio inoltre a nome di Truemetal.it e ti auguriamo ogni bene.
Ti ringrazio davvero molto anche per essere davvero interessato a quello che faccio perché davvero è una cosa bella. Spero che ci vediamo presto…
…spero che ti rimetti presto e stai meglio…
Male che vada ho due orecchie…[ride ,n.d.a.]
Hai anche del buon vino italiano…
[ride ,n.d.a.]…a presto Marco, vediamoci presto in Milano….
Marco: Lo spero, a presto Tobias…
Spero che in qualche modo l’intervista possa essere stata piacevole come è stato divertente per me conversare con il simpatico Tobias. Inoltre vi ricordiamo che l’unica data live italiana del tour degli Avantasia si terrà il 22 marzo 2016 all’Alcatraz di Milano e visto il probabile periodo di stop degli Avantasia dopo questo tour diventa ancora più speciale.
Marco Giono