Intervista Crying Steel (Franco Nipoti)
Intervista a Franco Nipoti, storica ascia delle living legend dell’Acciaio Italiano Crying Steel, freschi dell’uscita dell’attesissimo cofanetto griffato No Remorse Records contenente l’Ep d’esordio e il celeberrimo album On the Prowl, quello che nel 1987 li ha messi sulla cartina geografica dell’HM europeo.
Buona lettura.
Steven Rich
L’Ep del 1985 e On the Prowl del 1987, insieme nel cofanetto No Remorse Records comprensivo anche di un Dvd (2016)
Quali i ricordi preponderanti legati al debutto, l’Ep Crying Steel, del 1985?
Mah…da dove cominciare ? veramente una grande emozione ! Quando Claudio Sorge della Metal Eye , ci telefonò quasi non ci credevamo… finalmente ci veniva data la possibilità di fare arrivare la nostra musica ad una più ampia cerchia di persone… poi la scelta dello studio (allora come tutti sapete non era possibile registrare un disco “in casa”, come si può fare oggi, con un PC, un buon software ed una buona scheda audio… quindi la scelta dello studio era importante…) …e trovarsi lì per la prima volta, come una band di quelle “vere”, in un grande studio professionale… surreale, direi!
Puoi svelare qualche segreto/aneddoto legato alla copertina (dell’Ep), senza dubbio particolare per un prodotto HM per l’epoca?
Si è vero, era una copertina particolare, quasi “fantasy”, si potrebbe definire oggi, con una denominazione che allora naturalmente non esisteva (per lo meno riferito ad un filone musicale e grafico). In un primo tempo avremmo voluto raffigurare la lotta fra il bene e il male (presente nel testo di “Thundergods” , che non e’ contenuta nell’ EP , ma era uscita sulla compilation “Heavy Metal Eruption”) e quindi avevamo valutato diverse bozze di disegni con guerrieri (di diverse epoche ) in lotta fra loro. Poi optammo per qualcosa di diverso, volevamo comunicare due concetti: il primo era che concepivamo la nostra musica come un qualcosa in evoluzione continua (ecco perché la sfera di cristallo, che rappresenta il futuro, con i suoi mutamenti), la seconda cosa che volevamo dire era che “provavamo” su noi stessi tante influenze, stili, umori, accomunate dalla musica che scrivevamo. Ed ecco spiegato l’effetto “matrioska” nella sfera… Non si sa mai quante cose possano esserci dentro una matrioska!
Wacken Open Air: Franco Nipoti e JJ Frati
A distanza di anni come considerate i cinque pezzi componenti il disco?
Siamo molto legati a quei cinque brani , “Runnin like the Wolf” e “Hero” le eseguiamo tuttora spesso dal vivo. Diciamo che l’unica che suona un po’ datata e in cui oggi non ci riconosciamo tanto è “You have Changed”.
Salto temporale di due anni e si arriva a On the Prowl, per moltissimi l’highlight dell’intera carriera dei Crying Steel. Quali ricordi serbate delle fasi di lavorazione dell’album?
Ecco, la grande differenza rispetto alla registrazione dell’ EP fu la grande tranquillità e relax con cui incidemmo, perché avemmo la possibilità di avere un piccolo studio a condizioni economiche molto vantaggiose per quei tempi, e poiché concordammo una cifra forfettaria non eravamo legati ad orari e scadenze rigide. Facemmo il tutto con calma e nei tempi giusti, eravamo fiduciosi nella bontà del materiale sonoro che avevamo creato.
Se non ricordo male On the Prowl fu la prima uscita heavy metal italiana che si avvaleva del supporto su Cd, mentre l’usuale vinile vide la luce in diverse colorazioni. Come arrivaste a questa scelta, per quel tempo, epocale?
Beh, hai detto bene, in Italia non era ancora stato fatto qualcosa del genere! Volevamo sperimentare qualcosa di diverso, anche se naturalmente all’estero non mancavano esempi del genere…
Da dove è nata l’idea di riproporre “Crying Steel” e On the Prowl in questa versione No Remorse?
Abbiamo avuto in questi ultimi anni veramente parecchie richieste dai fans (un po’ da tutta Europa, devo dire), per cui l’idea ci stuzzicava da tempo… e fra l’altro non ci sembrava neanche giusto che chi voleva trovare questo materiale fosse costretto a pagarlo su internet cifre molto alte! Fra l’altro per l’EP era disponibile solo la versione in vinile, a prezzi folli…
Wacken Open Air: Angelo Franchini e JJ Frati
Come mai vi avvalete di una label straniera per licenziare il packaging Crying Steel? Nessuna chance in Italia oppure è una scelta vostra?
Bella domanda! In questi anni abbiamo avuto anche proposta da etichette italiane, ma nessuna di queste ci aveva convinto. A settembre 2015 abbiamo partecipato al “Metal Rites “ Festival ad Atene, il boss della No Remorse era presente, ci ha avvicinato dopo il concerto e ci ha chiesto se eravamo interessati a questa operazione. Un colpo di fortuna! Ovviamente siamo stati avvantaggiati dal fatto che ci conosceva dagli anni 80!
Che tipo di operazioni avete effettuato sul suono di entrambi gli album?
Per nostra scelta, entrambi gli album sono “remastered” e non rimissati. Quest’ultima operazione avrebbe rischiato di snaturare completamente il suono originale e questo non era quello che i fans ci chiedevano…
Il pacchetto No Remorse contiene anche il Dvd ‘Steelway To Wacken’… avanti tu, Franco…
Non potevamo non pubblicare la testimonianza di quella esperienza quasi “mistica” che è stata per noi la partecipazione al “Wacken Open Air”! Grandi band, grande professionalità e grande rispetto da parte di tutto lo staff, pubblico attento e senza pregiudizi… una sorta di “Woodstock” metal… Ed è stato ancora più bello perché ci siamo arrivati quasi per caso, venendo informati dal nostro manager Marco Verucchi che si erano aperte le selezioni per scegliere la band che avrebbe rappresentato l’Italia… Anche alla finale di Taranto siamo andati con uno spirito assolutamente disincantato e, credimi, senza alcuna aspettativa, perché, visto l’orientamento musicale del festival, pensavamo che la giuria avrebbe preferibilmente scelto un gruppo che suonasse un metal più “moderno” e non classico anni ’80! E invece ci siamo poi ritrovati senza accorgercene (parafrasando lo slogan di Woodstock…) alla cinque giorni di Peace,beer and METAL!!!
Come avete fatto ad approdare a Davide Tonioni per l’allestimento del Dvd?
Davide è un amico, lo conosciamo da anni, ha fatto ottime cose con i Rain e da tempo seguivamo i suoi lavori… per noi è stato naturale rivolgerci a lui…
Luca Bonzagni, il singer originale di “Thundergods”
Come mai non c’è Thundergods nel Dvd?
Abbiamo preferito non includerla nella esibizione di Wacken, abbiamo privilegiato materiale più recente che ci rappresentasse per quello che siamo oggi…
A livello di Crying Steel, in tutta onestà, come considerate sia il debutto che On the Prowl all’interno della vostra intera parabola artistica?
Guarda, è presto detto: l’EP era grezzo e primordiale ma aveva in sé i germi dell’ evoluzione futura, “On the Prowl” è stato il lavoro che ha allargato la base del nostro seguito ed è anche l’album dove ci siamo maggiormente sbizzarriti nel cimentarci in generi diversi, dall‘AOR allo Speed, al Power… c’è un po’ di tutto!
Quanto è cambiato il modo di scrivere e di comporre dei Crying Steel rispetto agli anni Ottanta?
Guarda, Steven, nonostante i tanti cambi di formazione noi abbiamo sempre composto nella stessa maniera, dagli inizi a oggi. L’idea parte da un riff di chitarra che giudichiamo interessante, lì sopra costruiamo una bozza di melodia e poi, step by step, il pezzo viene terminato. A quel punto viene approntato il testo ma, a parte il riff di chitarra – che ovviamente deve venire da uno dei chitarristi ed il testo, che normalmente viene scritto da Luca Ferri da solo o con la collaborazione del cantante -, per il resto (melodie, arrangiamenti ecc… ecc…) il lavoro è sempre molto corale, molto di “gruppo”! Ti basti sapere questo: non è mai capitato nella storia dei Crying Steel che uno dei componenti arrivasse con un pezzo già pronto…
Wacken Open Air: “Ramon” alive
Com’è avvenuta l’entrata di JJ Frati e “Ramon” nella band?
JJ Frati è di Bologna, lo conosciamo da vent’anni, ha lo stesso nostro background musicale e ci sembrava la scelta ideale per dare continuità e coerenza musicale alla proposta Crying Steel. Per quanto riguarda Ramon, è molto semplice: essendo tutti noi fans dei Priest, ci capita di ascoltare le band che suonano i loro pezzi e, casualmente, un giorno ci è successo di sentire il tributo ai Judas dove canta tuttora Ramon… non abbiamo potuto fare a meno di notarlo!
Se doveste trarre un bilancio della vostra carriera, a oggi, in tutta onestà, cosa scrivereste?
Beh, partiamo dalle cose positive: tante soddisfazioni, soprattutto per il riscontro che da sempre riceviamo nei live, che rimangono il nostro “habitat” naturale. Per quanto riguarda i lati negativi, il rammarico è sempre il solito: essere nati in Italia! Non era necessario essere inglesi (anche se avrebbe aiutato parecchio), forse sarebbe stato sufficiente nascere in Svizzera, per godere di una considerazione maggiore, a prescindere dalla validità della nostra musica che, come logico, può piacere o meno…
Crying Steel live anni Ottanta: la colonna portante della band Alberto “Albert” Simonini
Vi sono band italiane giovani che vi hanno colpito, negli ultimi anni?
Ci sono veramente molte ottime giovani band in Italia, potrei citare Asgard, Ruler, Simple Lies, Game Over ma sicuramente ne dimentico tante altre… il livello della proposta heavy italiana è molto alto, questo va rimarcato!!!
Mosse future?
Terminare la scrittura del nuovo album e promuoverlo con date in Italia ed Europa.
Spazio a disposizione, chiudi come meglio ti aggrada. Grazie.
Un grazie con tutto il cuore a voi per averci ospitati qui e ai metalheads che ci hanno supportato e continuano a supportarci con fede e tenacia. Il motivo per il quale abbiamo la forza di andare avanti fra mille difficoltà e sacrifici è unicamente il calore che ci vien trasmesso da loro!!!
Stefano “Steven Rich” Ricetti