Intervista Destrage (Gabriel Pignata)
Ad un anno e mezzo dalla nostra ultima intervista con i Destrage abbiamo incontrato la band milanese, nuovamente a Manchester, prima del loro concerto insieme ai The Contortionist e Periphery (qui il nostro live report).
I nostri, infatti, in questi giorni stanno attraversando tutta l’Europa in tour insieme alle altre due band.
Ciao Gabriel, benvenuto su TrueMetal!
Ciao, grazie a te.
Ci incontriamo un anno e mezzo dopo la nostra scorsa intervista, siamo sempre a Manchester, l’ultima volta suonavate all’Academy 3 che ha una capienza di 450 persone, oggi siete al The Ritz che ha una capienza più di tre volte maggiore.
Come ci si sente a fare un salto di qualità del genere?
Ovviamente ogni volta che passi da un posto più piccolo ad uno molto più grande, perché parliamo appunto di tre volte tanto, è un bel salto.
Poi in particolare questi posti in Inghilterra sono, non strani, ma sono molto belli e hanno un sapore antico perché sono come vedi costruiti all’interno di vecchi teatri.
E’ un’emozione grandissima ovviamente, poi l’altra volta eravamo con un’altra band, questa volta siamo con i Periphery e i Contortionist, due grandissime band, e ovviamente durante tutte le date del tour è sempre una cosa molto bella aprire per loro e poi è sempre un punto di domanda perché chiaramente la gente che acquista il biglietto lo acquista per i Periphery; alcuni ci conoscono già, altri non ci conoscono, alcuni apprezzano, alcuni no, noi cerchiamo sempre di dare il meglio e, a quanto pare, dai pareri, ci riusciamo, poi che piaccia o meno la proposta musicale [ride] non possiamo farci niente.
Tre band decisamente interessanti in questo tour, com’è nato questo abbinamento, un’idea della label o degli headliner?
Quando ci hanno chiamato il tour era già completo, nel senso che avevano già delle date schedulate e già c’era come direct support questa band, i Contortionist, con cui abbiamo già tourato in supporto ai Protest The Hero.
Niente, ci sembravano due ottime band, non conoscevamo ancora i Periphery personalmente, conoscevamo i Contortionist e avevamo già stretto una forte amicizia con loro per cui poi, sai, ci sono tanti fattori da valutare ovvero se il loro pubblico poteva apprezzare la nostra proposta e…avendo avuto questa occasione ci abbiamo riflettuto e abbiamo detto “Beh, è una cosa ottima” anzi, [ride] una manna dal cielo e, quindi, abbiamo parlato per poter fare questo tour e alla fine siamo riusciti a venire in tutta Europa con loro.
Protest the Hero, Sikth, Periphery, siete andati in tour con molte grandi band, con chi vorreste andare in tour in futuro?
Eh, eh, bella domanda!
Chiaramente tutti noi abbiamo delle band con cui vorremmo tourare, poi alcune sono più attinenti a quello che proponiamo noi, altre meno…personalmente, anche se credo sia impossibile, vorrei tourare con i Suicidal Tendencies ma perché per me sono una sorta di religione.
In generale penso che per una band come noi farebbe bene, anzi, farebbe piacere e sarebbe una cosa importantissima tourare, oltre alle band che hai citato, tutte band con cui vorrei tornare in giro per l’Europa, personalmente credo che uno dei sogni sarebbero i Lamb of God, però…[ride] stiamo parlando di un sogno appunto e quindi, mah, personalmente Periphery, Sikth, Protest, Suicidal, Lamb of God, credo che a Matteo, il nostro chitarrista, piacerebbe tantissimo tourare con i Mastodon, comunque, sì, parliamo di roba gigante quindi sogni, però diciamo che è un po’ quello.
Parliamo del vostro nuovo album, “A Means to No End”, uscito lo scorso ottobre, mi sembra che abbia ricevuto voti decisamente alti un po’ dappertutto; vi aspettavate un’accoglienza simile?
Non è che ci aspettiamo mai niente, con il disco precedente abbiamo ottenuto tanti risultati inaspettati, comunque la nostra priorità è proporre una musica che a noi piace, poi se piace anche fuori bene, hai vinto la lotteria, però non lo puoi sapere prima.
Questo disco ha segnato un cambiamento rispetto a quello precedente, c’è stata una ricerca in direzione diversa, l’abbiamo composto in maniera profondamente diversa, non avevamo mai composto un disco trovandoci una sera a settimana per quasi un anno cercando di comporre insieme…era una metodologia nuova per noi.
A quanto pare ha funzionato, le recensioni…dalle recensioni fino ai pareri degli amici sono stati tutti contenti, quindi secondo me è andata bene.
Poi addirittura hanno voluto anche stamparci una versione in vinile, era una cosa che noi volevamo tantissimo però, sai, non puoi sapere prima se effettivamente l’etichetta vorrà accettare questa stampa o meno, invece è andata bene.
Noi siamo stracontenti, è un disco come ti dicevo prima profondamente diverso dal precedente però è un disco che ci piace, ecco.
La musica è molto complessa, quanto di quello che scrivete viene da improvvisazione, istinto, e quanto da, per così dire, un ragionamento?
Diciamo che non c’è una percentuale esatta, c’è una base creata dall’istinto, in questo caso come dicevamo prima ci trovavamo settimanalmente in casa a comporre così, quindi sono tutte idee, roba molto astratta che viene fuori al momento, magari un riff che viene in mente ad uno, Fede prova a metterci sotto un groove, cose così.
Poi chiaramente il lavoro di rifinitura, tutto questo lavoro viene fatto in maniera più ponderata in un secondo momento; poi c’è un ultima fase in cui vedi se mettendo insieme tutte le parti del brano il brano effettivamente funziona e quindi si fanno delle pre-produzioni.
Diciamo che la parte istintiva è importante, ma anche la parte cervellotica, o comunque la parte dove ci lavori proprio da partitura in un secondo momento, è molto importante per creare quei colori che caratterizzano il brano.
Alcuni momenti di questo album sono piuttosto particolari, inaspettati, penso ad esempio all’inizio classicheggiante di “A Promise, a Debt”, ma è qualcosa a cui ci avete già abituato anche nel passato ad esempio con la tromba su “Are You Kidding Me? No”.
L’ecletticismo è uno dei pilastri de Destrage o semplicemente un elemento che viene fuori ogni tanto mentre componete?
Mah, in realtà non è una cosa principale, credo che noi a differenza di altre band non ci creiamo delle barriere, questo vuol dire che se ci arriva una proposta di utilizzare uno strumento…non escludiamo niente a priori, se anche una parte, come dici tu la parte di tromba di quel brano, abbiamo scelto di utilizzare la tromba però potevamo utilizzare qualsiasi altro strumento, in quel caso cercavamo quella timbrica che abbiamo trovato in una tromba.
Anche in questo caso non ci siamo posti il problema che “Ah, ma un intro fatto in questa maniera, un interludio fatto in quest’altra maniera…” tanto è vero che abbiamo chiesto, e poi è venuto a suonare sul disco con noi, un carissimo amico, Pacio, che appunto ha eseguito tutte le parti di percussioni, non solo con le percussioni classiche, ma anche con strumenti che lui realizza in prima persona, è proprio un percussionista che però fa anche molta sperimentazione sonora e in questa fase ci ha aiutato un sacco.
Questo è il secondo album che avete pubblicato con la Metal Blade, com’è andata la collaborazione con l’etichetta?
Loro sono sempre sul pezzo, nel senso che ogni volta che c’è da scambiarsi un’email rispondono sempre rapidamente, sono sempre disponibili, va sempre tutto liscio con loro quindi assolutamente nulla da dire.
Lavorano esattamente come ti aspetti che lavori un’etichetta di quel calibro.
L’ultima volta che abbiamo parlato vi ho chiesto come procedeva la scrittura dei nuovi pezzi, ci provo di nuovo, l’ultimo album è uscito solo 7 mesi fa, ci sono già idee nell’aria per delle nuove canzoni?
Al momento no, nel senso che comunque ci siamo focalizzati sul preparare bene a livello esecutivo i brani da portare in giro in questo tour, poi quando torneremo a casa…però, ti ripeto, magari può venire fuori un’idea anche adesso in tour a Matteo, a qualcuno, che se la registra e poi quando siamo a casa la riprendiamo, la rianalizziamo…da qualsiasi cosa può nascere un brano.
Quindi diciamo che non c’è un limite, “scriviamo solo quando siamo/non siamo in tour”…
No, no, ti dico, uno dei pezzi Matteo l’ha scritto mentre era in Vespa, gli è venuto in mente e poi una volta a casa l’ha portato sulla chitarra.
Non c’è un limite in quel senso lì.
Però sai, vabbè, penso sia naturale pensare alla musica che vuoi fare pensando sul tuo strumento.
Tante volte anche Paolo ha in mente delle melodie e, sai, per paura di perdere il momento te le registri in maniera un po’ rustica e poi cerchi di raffinarle,
Io ho un metodo compositivo leggermente diverso perché nel momento in cui mi viene in mente qualcosa non riesco a scindere il basso dalla batteria, quindi comunque viene in mente, non ti dico il groove finito, ma almeno dove voglio cassa, rullante e un’idea del bpm.
Bene, siamo arrivati alla fine, se hai un saluto per TrueMetal questo è il momento.
Allora, innanzitutto ringrazio te e tutti gli amici di TrueMetal, vi invito a seguirci su tutti i nostri social, e, niente, state attenti perché ci saranno delle novità che arriveranno piano piano, eh eh.
Grazie a te, buon concerto!
Davide Sciaky