Intervista Grand Magus (Janne “JB” Christoffersson)
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Intervista a cura di Davide Sciaky
Ciao JB, come stai?
Tutto bene, bene.
Il 2019 segna il 20esimo anniversario dei Grand Magus…
Sì, qualcuno me l’ha ricordato prima, già, è vero.
…come ci si sente a raggiungere questo obiettivo?
[Ride] Non penso che sia mai stato un vero e proprio obiettivo per noi…è una vita lunga per una band e non ci ho davvero pensato molto, ma è una cosa forte da dire, è figo poter dire che siamo in giro da vent’anni.
Avete piani particolari per celebrare questo anniversario?
Non ne abbiamo parlato minimamente in realtà, non penso che nessuno di noi abbia pensato a questa cosa, ma ora che la gente comincia a parlare dell’anniversario forse dovremmo organizzare qualcosa…vedremo.
Parliamo del nuovo album. “Wolf God” esce a 3 anni di distanza da “Sword Songs”.
Per quasi tutta la vostra carriera avete pubblicato album ogni 2 anni, come mai questa volta c’è voluto di più?
Principalmente perché volevamo cambiare il modo in cui scriviamo e registriamo musica.
Questa volta abbiamo voluto tornare a quello che abbiamo fatto con il nostro primo album, cioè abbiamo registrato live le tracce; poi volevo anche andare in un posto dove saremmo potuti rimanere mentre registravamo, quindi praticamente abbiamo vissuto nello studio.
Sapevo che ci sarebbe voluto parecchio tempo per pianificare tutta la cosa, e questo significava anche che avremmo avuto bisogno di più tempo prima di pensare di entrare in studio, perché tutta la musica doveva già essere scritta, pronta prima di entrare in studio.
Questa è stata la ragione principale, ma abbiamo anche pensato che fosse il momento giusto per prendere una piccola pausa per ricaricare la nostra creatività, per così dire, prima ancora di pensare di scrivere nuovo materiale.
Ci siamo detti, è meglio prenderci un po’ più di tempo e mettere insieme musica davvero cazzuta che fare le cose di fretta solo per mantenere questo intervallo di due anni.
La stessa cosa è successa con “Iron Will” che uscì tre anni dopo “Wolf Return”.
Cosa rappresenta il Wolf God [Dio Lupo]? E’ semplicemente una figura mitologica o c’è dell’altro?
Tutta la musica che abbiamo mai scritto, così come i testi, hanno molto a che fare con le emozioni, l’istinto, cose intuitive che non devono avere per forza un significato logico, i significati possono essere più personali.
Qualcosa che ho realizzato sempre più col tempo è che fare musica in questo modo, essere in una band e tutto, è un po’ come l’arte, non nel senso che necessariamente è buona, ma che come l’arte è difficile da spiegare.
Voglio dire, come spieghi un dipinto, tu pittore dici, “Sì, questo dipinto rappresenta la caduta dell’Impero Romano, questo tizio nell’angolo sta pensando a questo e questo”, no, è un dipinto, può significare molte cose diverse per persone diverse, e per me con la musica vale lo stesso discorso.
Avendo detto ciò, quello che mi interessa molto, che stuzzica la mia immaginazione, è la natura e il modo in cui l’uomo si rapporta ad essa, ed il Dio Lupo è una sorta di rappresentazione del potere della natura per me.
Questo è quanto più specifico riesco ad essere.
Hai menzionato i testi e, parlando con altre band, a volte sento dire, “Sì, i testi vengono dopo, li scriviamo dopo la musica, non sono poi così importanti”. Quanto sono importanti per voi i testi?
I testi vengono sicuramente dopo la musica, ma non penso che siano minimamente meno importanti di essa.
Siamo una band con il cantato, quindi…è parte del pacchetto, non puoi togliere i testi dal cantato, sennò sarebbe musica strumentale.
Anche se vengono dopo sono decisamente altrettanto importanti.
Mi piace davvero molto la copertina, chi l’ha disegnata? E gli avete dato qualche input?
Il tipo che l’ha disegnata si chiama Anthony Robertson, ha realizzato le copertine degli ultimi tre album a partire da “Triumph and Power”.
Il suo stile si abbina davvero bene alla nostra musica, secondo me, e per questo album gli ho dato qualche indicazione su quello che volevo, ma il design e tutto il resto sono sue interpretazioni di quello che gli ho chiesto.
Sai, non entro troppo nei dettagli con lui perché voglio che sia qualcosa nato dalla sua libertà artistica a rappresentare la nostra musica.
La prima traccia dell’album, ‘Gold and Glory’, è un’intro strumentale, qualcosa che mi pare non abbiate mai avuto prima: come mai questa scelta?
Sì, hai ragione.
La storia dietro a quel pezzo è che il tipo che ha prodotto i nostri quattro album precedenti, Nico Elgstrand, ha scritto quel pezzo per noi da usare come intro dei nostri concerti durante il tour di “Sword Songs”, per i concerti che abbiamo suonato dopo l’uscita dell’album.
Ci è piaciuto così tanto che abbiamo pensato che sarebbe stato forte registrarlo bene e metterlo nell’album.
Avete mai pensato di assumere un secondo chitarrista per avere un suono più “pieno” dal vivo?
Penso di aver sentito questa domanda per la prima volta durante il nostro primo tour e sono passati quasi 20 anni da allora [ride].
Sembra che riusciamo a cavarcela anche con una formazione a tre, c’è un motivo se siamo in tre e non ho alcun piano di cambiare la cosa.
Parlando di live, per ora avete annunciato solo una manciata di date durante i festival estivi, avete in programma di annunciare presto un tour a supporto di “Wolf God”?
Sì!
Non lo annunceremo per almeno un altro mese [l’intervista è stata fatta all’inizio di marzo N.D.R.].
Sarà in autunno, penso che lo annunceremo intorno all’uscita dell’album.
Quante nuove canzoni pensare di suonare dal vivo?
Non lo so, dipende da…ai festival di solito non abbiamo molto tempo a disposizione, quindi probabilmente suoneremo al massimo due canzoni nuove ai festival.
Per i nostri concerti dipende da se saranno da headliner o meno, e non abbiamo ancora parlato bene di quali canzoni suonare esattamente, vedremo.
Ma queste sono canzoni scritte durante le prove, più o meno, quindi questo vuol dire che le abbiamo già provate bene prima di entrare in studio, quindi sappiamo già di essere in grado di suonarle bene insieme come band, penso che potremmo scegliere molte canzoni, dipende solo dalle circostanze dei concerti.
La prima volta che vi ho visti è stato durante il vostro tour nel 2013 in cui suonavate dopo gli Angel Witch.
Oggi capita spesso che per motivi commerciali band storiche ed influenti finiscano a suonare come supporto di band più giovani: cosa pensi di questo fenomeno?
[Ride] Be’, non sono mai stato davvero coinvolto nel…quello che succede di solito è che un agente mette insieme un pacchetto per un tour.
Noi di solito non abbiamo niente a che fare con la scelta di chi suona nel tour, e non ci metto becco a meno che non ci sia qualcuno con cui so di non poter davvero lavorare.
Quindi ovviamente non è successo che abbiamo detto, “Sì, gli Angel Witch possono essere la band di supporto”, quella non è stata una nostra decisione, è una cosa che hanno deciso altri.
Per me non importa, fintanto che possiamo suonare la nostra musica io sono contento.
Ci siamo divertiti molto in quel tour, e ovviamente è stato molto figo andare in tour con gli Angel Witch, più di così non ti posso dire [ride].
Grazie per la tua disponibilità, ti lascio questo spazio se hai un messaggio finale.
Penso che il nuovo album, “Wolf God”, sia davvero buono, ci siamo divertiti molto a crearlo e penso che sia una cosa che si sente nel risultato finale, quindi se volete ascoltare un po’ di vero Heavy Metal dovreste dare un ascolto all’album.