Hard Rock

Intervista Vanadium/Rustless (Steve Tessarin)

Di Stefano Ricetti - 21 Luglio 2008 - 14:46
Intervista Vanadium/Rustless (Steve Tessarin)

Intervista chilometrica con Stefano “Steve” Tessarin, uno dei migliori chitarristi che la scena HM italiana abbia partorito nella storia. Componente storico dei Vanadium, ha attraversato tutta la storia del Metallo di casa Nostra da assoluto protagonista. Attualmente suona nei Rustless, autori del disco di debutto Start From the Past, uscito da poco nei negozi.

Prendetevi il tempo necessario, ne vale la pena: attraverso le parole di Steve potrete gustarvi uno spaccato delle origini e della vita dell’HM tricolore.

Buona lettura.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Stefano “Steve” Tessarin

 

Steve, il tuo cammino infinito nei territori dell’ hard’n’heavy, se non erro, inizia presto. Come nacque la tua “chiamata” all’interno delle legioni del metallo?

Nel lontano 1977. In quei tempi in italia i giovani impazzivano per il punk dei Sex Pistols, Ramones, Stranglers ecc. mentre i più “vecchi” erano legati alle magie di Jimi Hendrix e dei grandi gruppi capiscuola come i Led Zeppelin, Deep Purple ecc. Io fui influenzato e incantato da questi grandi nomi. Iniziai come batterista e nello stesso tempo imparai a suonare la chitarra: così cominciò il mio percorso. Verso il finire dei ’70 mi affacciai alla scena metal e Hard Rock ascoltando i vari gruppi di allora: AC/DC,Van Halen, Kiss, Iron Maiden, Motorhead Judas Priest, Rainbow, Saxon, tutti gruppi che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo in Francia, Svizzera e Germania.

Ad esempio nel 1979 vidi un grande concerto a Zurigo degli AC/DC con Bon Scott & Judas Priest, nel 1980 a Lione i Van Halen e, sempre in Francia, i Rainbow. Poi il famoso concerto a Milano dei Kiss con i primissimi Iron Maiden. A Torino vidi i primi Saxon ecc ecc. Il Metal era scoppiato in Italia nel 1980 con tutte queste band e per me era una cosa fantastica, quindi c’erano tutti i presupposti e gli stimoli per assimilare e studiare i riff, gli assoli, le sonorità e formare le prime band.

Nel 1979 fondi i Kaos Rock. Quali furono i presupposti per mettere in piedi il gruppo? (intendo aspettative, speranze etc etc).

Questa prima band era formata da me, Gianni Muciaccia (basso), Maurizio Granata (drums) e Cesare – non ricordo il cognome- alla voce. Era un gruppo messo su così per scherzo. Dopo alcuni mesi avevamo preparato qualche brano rock cantato in italiano. Gianni, il bassista, era più grande di noi e aveva molte conoscenze all’interno del comune di Milano, cosi ci siamo subito trovati a suonare a fine maggio 79 in piazza Duomo in una scorribanda di band milanesi. Poi ci fu la terribile notizia della scomparsa di Demetrio Stratos – famoso cantante degli Area, mitica band rock progressive di allora – , e fu allestito il famoso concerto all’arena di Milano in memoria Sua. Mi ricordo che Gianni Muciaccia ci disse: ragazzi c’è da suonare all’arena per Demetrio, siete pronti? Tu figurati avevo 16 anni… comunque noi siamo stati la prima band di apertura a quel concerto davanti a 60.000 spettatori!

Esiste qualcosa di ufficiale registrato dai Kaos Rock?

Certo! Di quel concerto è stato pubblicato un Lp all’epoca e poi ristampato in Cd, i Kaos Rock sono presenti con il brano “Basta Basta” ed è reperibile. Ovviamente ne custodisco una copia. Poi i Kaos Rock senza di me hanno fatto un album, se non erro.

Qual è stato l’highlight della band?

Penso che il momento più “alto” toccato dalla band siano stati i primi sei mesi del 1979, anche perché in seguito lasciai la band prima per il tour con Alberto Camerini e poi, successivamente, per formare i Vanadium.

Passa un po’ di tempo e i Kaos Rock si sciolgono. Motivi?

Sinceramente non so i motivi dello scioglimento della band… penso sia accaduto nel 1981 o giù di li, so che erano stati presi due miei amici chitarristi: Gianfranco Segatto e Gigi Schiavone (poi con Enrico Ruggeri).

Per un certo periodo hai accompagnato Alberto Camerini – che allora spopolava! – lungo il proprio tour in qualità di chitarrista. Immagino abbia aneddoti da vendere a riguardo…

Come già ti accennavo prima, nell’estate ‘79 fino alla fine dell’anno venni chiamato da Alberto Camerini per fare tutto il tour con lui, ovviamente questa era la mia prima esperienza professionale come chitarrista, con Alberto avevo un buon rapporto, mi ricordo che era un ottimo chitarrista e mi ha insegnato tante cose molto utili. Ti posso raccontare che suonavamo nelle migliori discoteche dell’Emilia Romagna e poi tutti i grossi concerti in varie piazze importanti d’Italia, mi ricordo un concerto a Cesena dove come spalla di Alberto c’era un certo Pino Daniele… ho conosciuto tanti artisti già famosi allora: Donatella Rettore, Amanda Lear, Renato Zero e tanti altri.

Durante quei concerti ti capitò che qualche oltranzista ti desse del ‘venduto’, visto che suonavi con un personaggio completamente al di fuori dell’HM?

Assolutamente no perché, primo non avevo ancora formato i Vanadium e inciso niente; ero ancora anonimo sotto quel profilo, secondo con Alberto dal vivo c’era una parte del concerto dove si suonavano molti suoi brani in chiave rock con chitarre aggressive, e mi ricordo che molta gente si complimentava con me per il mio modo di pormi con la chitarra.

Poco dopo nascono i Vanadium… vai Steve, racconta!

I primi Vanadium nascono nei primi mesi del 1980 e sono fondati dal sottoscritto insieme a: Giorgio Occhipinti seconda chitarra, Gianfranco Ghislotti al basso, Rino Squillace alla voce e Franco Avella alla batteria. Ci fu subito un grande affiatamento dal quale scaturì un rock cantato in italiano con vari brani originali. Questi primissimi Vanadium riscontrano un notevole successo nell’area milanese, tra le varie apparizioni ricordo un grande festival rock italiano al Palalido di Milano con tanti gruppi di allora tra cui i Kaos Rock, Gaz Nevada e Candeggina Gang di Joe Squillo. Nella primavera 1980 ci venne offerto, sempre al Palalido, di aprire il concerto di Joe Jackson. Partecipammo con la band “rinnovata”: alla seconda chitarra Giovanni Jimpel e al basso – già mio amico di tante jam session musicali – , Fortunato Saccà.

 

Nella foto: Steve Tessarin dal vivo con i Vanadium al Marquee di Londra

 

Dopo un paio di mesi la band si rinnovò ulteriormente: proposi a Pino Scotto, già noto con la sua band di allora – i Pulsar – , di entrare nei Vanadium, e alla Batteria il giovane ma già con ottima tecnica, Americo Costantino. Personalmente ero deciso a non avere più una seconda chitarra in quanto ero molto affascinato dalle tastiere e soprattutto dall’organo Hammond cosi con Pino convincemmo Ruggero Zanolini, tastierista dei Pulsar, ad entrare nei Vanadium. Ruggero aveva un piccola azienda di fotolitio e gli capitava spesso di fare la composizione grafica e fotografica di copertine di Lp e musicassette. Inoltre, conosceva diversi manager e produttori discografici tra cui Gegè Reitano (fratello del noto Mino) al quale propose di produrre un nostro 45 giri e lui, considerando il fatto che questa nuova tendenza Heavy Metal incominciava a prendere piede nel nostro paese, accettò! Noi nel frattempo avevamo composto due brani: “We Want Live Rock ‘n’ Roll” e “Heavy Metal”.

La formazione Vanadium che andò in studio per realizzare il primo 45 giri era così composta: Steve Tessarin, Pino Scotto, Ruggero Zanolini, Fortunato Saccà e Americo Costantino. Il 45 giri, uscito nell’inverno del 1980, vendette bene (penso alcune migliaia di copie). La band cresceva in notorietà grazie anche a molte esibizioni live nel milanese. Il nostro produttore, vedendo questo riscontro positivo, ci propose di fare subito il primo Lp prodotto da lui e distribuito dalla allora nota casa discografica Durium. Purtroppo, come capita spesso all’interno della band, si erano verificate delle divergenze musicali con il batterista e il bassista, poi io personalmente avevo il problema del militare che mi assillava e dovetti lasciare in mano a Pino e Ruggero tutta la band. Quindi tra la primavera e l’estate del 1981 la band entrò in studio per incidere i sei brani che mancavano alla realizzazione del primo album “Metal Rock”. So che Pino e Ruggero avevano preso alla batteria Lio Mascheroni, poi due Chitarristi per sostituirmi: Emilio Vettor e Claudio Asquini, mentre al basso Domenico Prantera. Nel frattempo ero riuscito ad andare in studio per fare alcune parti di chitarra solistica e ritmica in quattro brani.

Comunque, concluse le registrazioni, esce Metal Rock nei primi mesi del 1982 e la band, senza di me, va subito in tour con il famoso Alvin Lee riscuotendo un buon successo. Finito il militare, rientrai nei Vanadium e subito fummo convocati dal nostro produttore Gegè Reitano per una proposta seria di contratto triennale alla Durium. Ovviamente accettammo e ci mettemmo subito al lavoro per il secondo album “A Race With The Devil”. Vorrei sottolineare che di questo album e di tutti i successivi targati Vanadium, ho composto quasi tutte le strutture musicali e le melodie vocali. Un gran lavoro insomma! Questa è la storia, diciamo abbastanza dettagliata, di come nascono i Vanadium.

 

Elenco dischi Vanadium: un commento per ognuno.

METAL ROCK, 1982

E’ il primo album ed è stata una novità assoluta in questo paese riguardo al genere heavy. Un buon disco come primo impatto. Penso quasi 5000 copie vendute.

A RACE WITH THE DEVIL, 1983

Album che determina lo stile Vanadium, direi eccezionale! “Don’t be lookin’ back” è il brano che ci apre le porte alla televisione con diverse apparizioni in RAI. Il riscontro è stato veramente notevole, penso circa 20.000 copie vendute.

GAME OVER, 1984

Un’altra conferma e un altro album stupendo! Contiene i miei brani preferiti e che ancora oggi eseguo con la mia band Rustless: War Trains e Streets of Danger, due vere perle dei Vanadium! Questo disco lo voglio dedicare al nostro personal manager di allora: Max Legnani, recentemente scomparso. Una persona che ha dato un grande contributo ai Vanadium in quel periodo. Game Over ha forse superato le 35.000 copie vendute.

ON STREETS OF DANGER LIVE ALBUM, 1985

A mio parere questo album doveva essere realizzato qualche anno più avanti. Devo dire che Pino era il più convinto a fare uscire un nostro live e così, dopo aver ascoltato le registrazioni di tanti concerti, siamo andati in studio per rimettere in ordine un po’ di sbavature tecniche e vocali. Tra l’altro avevo pronto un brano inedito: “You can’t stop the music”, che abbiamo inserito nel disco e che poi è stato il primo video ufficiale dei Vanadium. Forse questo live non ha avuto un grande successo di vendite come i due precedenti ma penso sia stato nell’ordine delle 20.000 copie.

BORN TO FIGHT, 1986

Senza dubbio il miglior album realizzato dai Vanadium con la migliore produzione Italo-Britannica: Lou Austin, tecnico del suono inglese con svariate produzioni in studio con band come Deep Purple, Motorhead ecc. Miglior riscontro di vendite e successo live con l’apparizione al primo Monsters of Rock in Italia insieme a Motorhead, Twister Sister ecc. Il video della ballad “Easy way to love”, registrato al Marquee di Londra, è poi divenuto sigla per un mese di Discoring, programma musicale di RAI 1. Questo album, secondo me, contiene i nostri migliori brani: Run too fast, Still got time, Easy way to love, Arms in the air, lo strumentale Ridge farm (titolo preso dal nome dello studio fuori Londra dove abbiamo realizzato tutto il mix dell’album e alcune riprese del video) e I was born to rock. Probabilmente Born to Fight è quello che più ha venduto della nostra discografia, superando le 40.000 copie.

CORRUPTION OF INNOCENCE, 1987

Per questo album venne affidata la produzione di studio a un tecnico californiano: Jim Faraci, già produttore di Ratt e Motley Crue, quindi un genere orientato al Glam Metal. Io personalmente non ero tanto convinto di questa tendenza, e, in effetti mi sono limitato ad assimilare le idee musicali che mi venivano suggerite da tutti i miei compagni per realizzare le composizioni tendenti a quel genere. Nemmeno Zanolini era tanto soddisfatto di questa scelta. Ritengo che questo disco sia un po’ anonimo e non rispecchi il sound Vanadium. Questo album è anche legato ad un brutto periodo per la band: in Durium tirava un’aria strana di cambiamento che poco ci convinceva, tenendo conto che avevamo rinnovato il contratto per altri tre album eravamo preoccupati. Difatti, dopo alcuni mesi – siamo nella primavera 1988- , la Durium dichiara fallimento. Ci siamo trovati spiazzati su tutto e abbiamo dovuto aspettare i tempi della burocrazia legale per essere svincolati dal contratto che avevamo rinnovato attendendo circa un anno e mezzo. Questa è stata veramente una brutta esperienza. Non so dirti quale riscontro di vendite abbia avuto questo album.

SEVENTHEAVEN, 1989

Verso settembre 1989 risolto tutto il casino legale con la vecchia casa discografica ci siamo ritrovati un po’ arrugginiti ma con tanta voglia di riprendere. Allora sia io che Ruggero avevamo composto gran parte dei brani che poi furono scelti per Seventheaven. Dopo un giro di contatti qua e là con alcune etichette discografiche, abbiamo trovato disponibilità da parte della Green Line gestita da un certo Gram, un inglese di cui non ricordo il cognome, a realizzare con una buona produzione l’album. Venne chiamato per questo lavoro Guy Bidmead, un tecnico inglese con un buon curriculum hard rock che lavorò a Milano con noi in studio per un mese. Questo album è orientato sull’AOR con tante varietà di suoni di tastiere e molti cori sia maschili che femminili. Indubbiamente è un buon lavoro, ma a mio parere non più competitivo come i primi. Forse eravamo arrivati al capolinea. E cosi fu: dopo un breve tour ci siamo resi conto che non c’era più spazio per i Vanadium e decidemmo di fermarci definitivamente. Penso non sia arrivato alle 10.000 copie vendute.

NEL CUORE DEL CAOS, 1995

Questa reunion fu voluta tanto da Pino e Lio ed è stata fatta per vedere come i Vanadium potevano avere credibilità cantando in italiano. Io, Ruggero e Domenico non eravamo tanto d’accordo, ma vista l’insistenza di Pino e Lio, la crisi di lavoro che c’era e l’interessamento della etichetta Nar con il produttore Giulio Kaliandro, ci siamo messi a comporre questi brani in italiano e poi siamo andati in studio per realizzare l’album. Devo puntualizzare che mai più nella vita ripeterò questo errore di fare Hard Rock in italiano. Nel Cuore del Caos non lo voglio proprio catalogare nel mio curriculum di musicista… mi spiace ma è cosi. Pensa che con questa produzione abbiamo fatto circa 150 serate in tanti locali e feste, ma erano posti dove già incominciavano a prendere piede le cover band.

Sempre sui Vanadium: chi e perché impedì il Vostro trasferimento negli USA circa a metà anni Ottanta?

Questa è una leggenda metropolitana inventata da Pino che ha preso sempre più valore negli anni. Per questa domanda ti incollo la risposta che abbiamo già dato io, Lio e Ruggero all’intervista su Rock Hard di lug/ago 2008: io, Lio e Ruggero smentiamo categoricamente che i Vanadium abbiano mai, e sottolineo mai, ricevuto ingaggi e/o inviti vari per recarsi in America a svolgere tour o qualsiasi altra attività musicale. Oltre ad essere una grossa bugia, che già di per sé significa mancanza di rispetto per tutti i Vanadium: non tolleriamo che, allo scopo di avvalorare questa colossale balla, Pino abbia tirato in ballo un membro del gruppo che addirittura avrebbe preferito ‘rimanere a fare il suo lavoro’ invece di recarsi negli Usa.

Lui sa benissimo quanti sacrifici abbiamo fatto per i Vanadium, tutti noi abbiamo sempre avuto altre professioni perché non riuscivamo a mantenerci con la sola attività musicale e non perché abbiamo rifiutato ‘milioni e milioni’: ma da chi? Magari ci avessero chiamato dagli Stati Uniti, sarebbe stato un sogno per tutti! Come lo è stato mixare ‘Born To Fight’ a Londra e registrare il video al Marquee. Mi sembra che a Londra eravamo tutti al completo, o no? Vorrei quindi cogliere l’occasione per smentire una volta per tutte, chiedendo scusa ai nostri fan che fino ad oggi (forse) se le sono bevute! E ti dirò che a tutt’oggi ancora non abbiamo capito per qual motivo abbia inventato questa storia… Misteri della mente umana!

 

 

L’album dei Vanadium che preferisco in assoluto, senza ombra di dubbio, è Seventheaven. Non mi stanco mai di ascoltarlo. Qual è, invece, il tuo preferito?

Scelgo “Born To Fight”.

I Vanadium sono stati veramente vicini al raggiungimento del successo, quello vero. Cosa pensi sia mancato per completare l’opera? Ritieni che se aveste avuto anche voi le opportunità che si sono (meritatamente) ritagliati Lacuna Coil e Rhapsody of Fire oggi sareste in una situazione diversa?

Posso dire che è vero che siamo arrivati ad intravedere il successo… forse bisognava investire molto sul mercato estero cosa che era assai difficile. Quello che è mancato e che manca nel nostro paese ancora oggi, è la mentalità musicale che è sempre improntata alle solite produzioni di musica leggera scadente con i soliti artisti riciclati. E riciclati sono anche quelli nuovi con le solite melodie molli e prive di rock sound. Mi spiace dover fare questa constatazione, ma è sempre stata la realtà del nostro paese. Non so se oggi avremmo avuto come Vanadium le opportunità che hanno avuto le band che mi hai citato, tra l’altro con ottimo riscontro nel mercato estero. Spero di averle con i Rustless… e rimane il fatto che le opportunità vanno sempre valutate con molta attenzione e scrupolo.

Da personaggio cardine dell’italian metal dammi un tuo pensiero sulle seguenti band, sia datate che relativamente “nuove”:

VANEXA – Se non sbaglio sono di Savona e ho conosciuto tempo addietro il cantante avendo avuto una collaborazione insieme, mi era sembrata un’ottima band Hard Rock affiatata.

SKANNERS – Li ricordo di nome e probabilmente abbiamo fatto anche qualcosa insieme in una della tante manifestazioni metal negli anni ottanta. Mi scuso con loro ma non ho in mente i loro brani e non posso dare un giudizio.

DEATH SS – Anche loro non ho mai avuto modo di ascoltarli. Vale la stessa risposta degli Skanners.

DOMINE – Ho ascoltato qualche loro Cd. Mi sono piaciuti, molto bravi.

RHAPSODY OF FIRE – Molto bravi, alcune cose del loro genere sono di mio gradimento, l’album che mi è piaciuto di più è il Live in Canada.

BULLDOZER – Belli potenti!

EXTREMA – Mi spiace dirlo ma questa band sia nel sound che nelle stesure dei brani non rientra nei miei gusti.

Qual è stato, secondo te, il gruppo più sottovalutato dell’HM italiano negli anni Ottanta?

La Strana Officina meritava molto più successo, purtroppo hanno avuto un po’ meno fortuna di noi. Comunque insieme con i Vanadium formavano una bella Metal Army. Vorrei ricordare con grande rispetto e cuore le persone purtroppo scomparse della band.

Quali sono state le band straniere con le quali hai legato di più?

Personalmente sono sempre stato legato alle vere Hard rock band anni 70 – 80: Deep Purple, Uriah Heep, Ufo , Black Sabbath, Grand Funk, Judas Priest , Iron Maiden, Saxon AC/DC ecc.

Sempre con i Vanadium hai fatto un tour con i Motorhead, fianco a fianco insieme a Lemmy. Hai qualche aneddoto da raccontare?

Lemmy è l’emblema dell’Heavy Metal! Per quel poco che ho potuto conoscerlo, posso dirti che è una persona tranquilla, leale e disponibile: un vero rocker. Come tutti i rocker inglesi un po’ trasandato e vissuto.

Qual è stato il momento più bello e il più brutto di quegli anni passati con Pino, Mimmo, Ruggero e Lio?

I momenti belli sicuramente sono più dei brutti per tutto il periodo Vanadium. Forse il migliore è stato quello legato a “Born to Fight” e al Mosters of Rock. Il più brutto è sempre quando arriva il momento della fine. Premetto tutte le cose hanno un inizio e una fine, questa è legge di vita, quindi la più brutta è stata quando la nostra casa discografica ci ha confezionato per bene il nostro stop forzato e mi riferisco al periodo di Corruption.

Cosa rispondi a chi, in Italia, negli Eighties, vi accusava di “ tirarvela un po’ ” ?

Io penso di ritenermi una persona corretta, semplice e molto umile, disponibile con tutte le persone che hanno il senso del rispetto, cosi mi ripropongo ogni giorno e così affronto la vita. Non è nel mio DNA avere altezzosità verso gli altri anzi… Poi se all’interno dei Vanadium scorreva questa tendenza da parte di qualcuno… non saprei, qualora fosse capitato in qualche circostanza, da parte mia, chiedo scusa a tutti coloro che lo hanno pensato.

A metà anni Novanta, dopo una pausa di cinque e un l’unico disco in italiano della carriera i Vanadium si sciolgono… Cosa non funzionava più?

L’album Nel Cuore del Caos ha sancito il nostro scioglimento. Non c’erano più i presupposti per andare avanti ed è stato giusto cosi.

Dopo le reunion vere di Crying Steel, Gunfire, Strana Officina e Steel Crown ritieni che si potrebbe pensare anche a una ricostituzione dei Vanadium o lo consideri un capitolo definitivamente chiuso?

Ho visto e ascoltato diverse reunion in questi ultimi anni e la maggior parte sono a mio parere tristi, è per questo che non voglio cadere in questo errore. Secondo me ogni band che avuto il suo splendore nel corso della sua carriera, non può pretendere che si possa ripetere tale e quale oggi: è impossibile! Preferirei… non so, che i Vanadium per caso si ritrovino in modo spensierato a fare una Jam dei loro brani in qualche club, ma senza reunion o nuovi progetti.

Nel 1999, insieme con Ruggero Zanolini e Mimmo Prantera metti in pista i Diumvana, suonando infinite date live soprattutto al nord. Come mai la scelta del nome composto Dium-Vana (ovvero Vana-Dium invertito)?

Il progetto Diumvana nasce da noi tre: Ruggero, io e Domenico, nel 1999. Prantera è stato nella band fino metà 2003, poi lasciò inserendo Marcello Suzzani, che era un suo allievo, che noi conoscevamo bene. I Diumvana proseguirono fino a gennaio 2008. Il nome fu suggerito dal produttore Giulio Kaliandro e ci sembrò un anagramma a pennello per noi tre ex Vanadium. Con l’inserimento del cantante Andrea dal Santo (Mitzi) e Fabrizio Uccellini alla batteria, la band si preparò bene per affrontare la bellezza di 100/120 serate all’anno nei vari locali, feste ed eventi particolari. Non è poco per una cover band che, puntualizzo, ha sempre fatto musica heavy metal, hard rock, blues, e funky esclusivamente straniera, con brani particolari che non faceva nessuno. Le nostre scalette sono state esempio per diverse band che ci venivano a vedere e sentire.

Pare strano che un compositore come te non abbia dato vita a brani propri seguiti da un disco nel periodo Diumvana. Come mai?

Personalmente pur avendo avuto poco tempo, in questi anni ho sempre composto e ho lasciato le mie idee chiuse nei cassetti. Un giorno serviranno… La forza dei Diumvana stava nel fatto di suonare le cover in modo personale e dare sempre il massimo durante lo spettacolo. Cosi è stato per quasi tutto il nostro periodo. Per quanto riguarda fare un ipotetico progetto discografico Diumvana, ho sempre ritenuto che non c’era il feeling giusto, quindi era meglio tenere questa macchina di lavoro ricca di serate cosi com’era.

Risenti ogni tanto Prantera? Di cosa si occupa oggi?

E’ un po’ che non siamo in contatto, da quando ha lasciato i Diumvana ci siamo sentiti e visti poco, non so dirti ora cosa stia facendo musicalmente oggi. Colgo l’occasione per salutarlo calorosamente con un forte abbraccio.

E’ di recente costituzione la formazione dei Rustless, che prevede, oltre a te e ad altri musicisti, anche gli ex Vanadium Lio Mascheroni e Ruggero Zanolini. Come è nato questo progetto?

Il progetto nasce verso la primavera 2007: Lio, svincolatosi dalle esperienze musicali con Scotto, veniva spesso a trovarci ai concerti dei Diumvana e cosi parlando abbiamo pensato di fare un progetto musicale. Io, Ruggero, Marcello e Lio ci siamo subito trovati in sintonia perfetta e cosi siamo partiti alla ricerca del cantante. Casualmente, a una delle serate dei Diumvana, suonava prima di noi una band dove abbiamo notato questa cantante donna: Elisa Stefanoni, con questa voce particolare e coinvolgente con alcune sfumature liriche. Da qui l’idea di provare a inserire anche una voce femminile nel progetto. Avevamo già incominciato alcune audizioni per il cantante uomo e dopo un mese di prove varie abbiamo scelto Roberto Zari, che è stato veramente l’unico ad interpretare alla perfezione i brani dei Vanadium con una grande voce e grande rispetto.

 

Nella foto: Roberto Zari, Steve Tessarin ed Elisa Stefanoni dei Rustless

 

Apro una piccola parentesi riguardo a Roberto Zari: il primo contatto con Roberto lo abbiamo avuto nel 1997 dopo lo scioglimento dei Vanadium e prima dell’esperienza Diumvana, quando eravamo in una sorta di “limbo” artistico e non sapevamo ancora come indirizzare le nostre forze. Per un certo periodo ha cantato con noi ma il tutto non si è concretizzato in quanto decidemmo di creare i Diumvana. Diciamo che l’appuntamento era solo rimandato! Venne il giorno della prova generale con i due cantanti, ci siamo subito accorti della loro potenzialità: un gran feeling insieme e una magistrale interpretazione dei brani. E’ stato inevitabile il loro inserimento. Ho incominciato subito nell’estate 2007 a comporre tutti i brani nuovi, abbiamo provato diversi brani Vanadium così da sceglierne alcuni tra i meglio interpretati da inserire nel progetto. Insomma un duro lavoro che ci ha portato ad entrare in studio a ottobre 2007 e in varie fasi e sedute di registrazione siamo arrivati a fine marzo con l’album finito.

E’ da poco uscito il Vostro disco Start from the Past, che attendevo letteralmente con tantissima curiosità/aspettative e che invece mi ha deluso parecchio, come scritto in fase di recensione. In tutta sincerità, Steve, ti ha soddisfatto del tutto il prodotto finito o avresti cambiato qualcosa?

Come vedi sono qua a risponderti a tutte le domande che mi hai posto senza nessuna remora nei tuoi confronti per il fatto che hai bocciato il nostro prodotto. Magari un’altra persona avrebbe rifiutato, ma io non sono così. Ti ripeto, i gusti sono prettamente personali e accetto la tua critica. In tutta sincerità sono soddisfatto al 90% del lavoro svolto; forse avremmo voluto avere un po’ più di tempo nella fase di mix, comunque questo per tutti noi è un progetto vero suonato fino all’ultima nota. Le critiche sono tutte positive. Per esempio l’interpretazione dei brani Vanadium a molti è piaciuta e ad alcuni no, questa è una cosa normale.

Io ti posso dire che Roberto ed Elisa hanno svolto un lavoro egregio e se dovessi sentire come rendono “live” ai concerti, rimarresti a bocca aperta; sono davvero dei signori cantanti! Ti anticipo che in alcuni punti vendita sono state riordinate più volte le copie dell’album ed è notizia di questi giorni che il disco è andato in ristampa per aver già esaurito le prime copie nel giro di un mese. C’e da dire che precedentemente era uscito il cd singolo “Sand of Times” che ha venduto bene entrando nella classifica ufficiale di musica & dischi al 43mo posto. Per fortuna non tutto il pubblico è rimasto deluso dal nostro album di debutto!

Come stanno andando il disco e le date dal vivo?

Il nostro album sta procedendo bene e tu sai quanto è difficile in questo periodo, vedi pirateria internet. Per ora abbiamo fatto alcuni concerti di rodaggio tra cui la presentazione dell’album al Thunder Road dalle parti di Voghera con ottimo riscontro. Stiamo preparando una serie di concerti per il prossimo autunno/inverno, tra cui uno a Milano.

Ti hanno mai proposto di entrare a far parte di una band estera?

No.

Da chitarrista, esprimi un pensiero sui seguenti interpreti della sei corde:

Glenn Tipton (Judas Priest) – grande chitarrista, inventore di riff storici del metal. I Judas da me preferiti sono quelli della prima parte, vale a dire album come: Sin After Sin, Stained Class, Killing Machine e il famoso Unleashed in the East/Live in Japan.

Edward Van Halen (Van Halen) – anche lui grande inventore del suono metal. Soli e riff stupendi, ho grande rispetto per Van Halen ma non rientra nei miei gusti top.

Franco Mussida (Pfm) – chitarrista molto bravo, non rientra nei miei gusti.

Abbath (Immortal) – conosco la band, ma non ho prestato molta attenzione a questo interprete. Non posso giudicarlo.

Fast Eddie Clarke (Motorhead) – un gran bel chitarrista con basi rock blues. Rientra nei miei gusti.

 

Nella foto: Steve Tessarin’s Guitars Collection

 

Aggiungo i chitarristi che più mi hanno influenzato: Ritchie Blackmore, Jimi Hendrix, Jeff Beck, Stevie Ray Vaughan, Tony Iommi, Jimmy Page, Gary Moore, Vinnie Moore, Michael Schenker, Chris Impellitteri.

Vai ancora ai concerti?

Difficilmente vado a vedere i concerti. Oramai ho visto di tutto da fine anni ‘70 a fine anni novanta: tutte band e artisti nel pieno del loro splendore. Per citarne alcune: AC/DC, Iron Maiden, Saxon, Rainbow, Ozzy, Whitesnake, Kiss, Judas Priest, Metallica, Motley Crue, Van Halen, Megadeth ecc. ecc.

Progetti futuri…

I progetti per ora rimangono esclusivamente legati ai “Rustless”, poi continuo ormai da più di dieci anni a portare avanti il mio laboratorio musicale dove insegno ai ragazzi/e a suonare chitarra, batteria e basso, oltre alla cultura musicale del rock e ai modi di fare gruppo.

Chiudi come vuoi, Steve.

Grazie a te per questa curiosa chiacchierata e auguro a tutti una vita serena, con tanta musica, che è grande fonte di vita.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti