Recensione: ▲
Lavoro interamente acustico per i francesi Spectrale, viaggio tra il folk, la psichedelica e la musica. Non a caso abbiamo usato il generico termine musica, perché ad amarla, in modo sincero e profondo, sono certamente questi artisti liberi da pregiudizi o dogma di qualsivoglia filone. Ci sentiamo di scomodare realtà musicali di spessore, come Ulver e Pink Floyd, per raccontarvi le ambientazioni che questa realtà ci regala.
Chitarre, pianoforte, violoncello e poi tanta sensibilità per nove brani intensi, in grado di muoversi dal nord Europa e di respirare a piani polmoni un rock di matrice statunitense, il tutto in chiave psichedelica. Le emozioni sgorgano spontanee dal nostro immaginario, guidate dalle note di “▲”, il cui già di per sé enigmatico titolo ci fa presagire atmosfere ambigue.
L’impasto delle chitarre ci innalzano in una dimensione in cui luce e silenzio si intrecciano, sospirano e comunicano regalando serenità, trasmettendo un certo pathos. Armonie si susseguono, per un full-length la cui connotazione strumentale denota raffinatezza ma anche una certa ampiezza di vedute da parte dell’ascoltatore. Chi cerca immediatezza e potenza qui non troverà pane per i propri denti. Tutto questo non deve però far pensare a monotonia, perché come anche dicevamo poc’anzi, l’intensità non viene mai meno, solo viene trasmessa in un modo differente. Angoscia, dissonanze che per tonalità ricordano il jazz e tante altre particolarità si svelano nel corso di un disco che lascia senza fiato, veleggiando fra venti più epici ed altri più avanguardisti. Troviamo interessante l’idea di fondere la delicatezza del tepore pagan con la solarità del rock, della sperimentazione. L’utilizzo del violoncello, gli acustici fraseggi sono il sentore di “natura” di “▲”, mentre gli effetti di fondo e i cambi di stato d’animo nei pezzi sono il lato più eccentrico del lavoro. Vi consigliamo allora vivamente di incrociare sulla vostra strada gli Spectrale, realtà che vi farà ancora una volta di più innamorare della sublime arte denominata musica.
Stefano “Thiess” Santamaria