Recensione: 10,000 Days
Il cerchio si chiude.
L’album d’addio per Michael Sadler, un addio annunciato da oltre un anno, forse anche troppo sfruttato per questioni promozionali, ha un titolo quanto mai evocativo, per festeggiare i trent’anni di carriera della band.
E l’addio, amici miei, è quanto di più “Saga” potessimo sperare, visto che per larghi tratti il nuovo lavoro si avvicina ai picchi compositivi di quel “Worlds Apart” che proprio pochi mesi fa usciva in una fantastica versione Live.
Difficile immaginare se e come saranno i Saga del dopo Sadler, anche se il sound inconfondibile della band canadese può comunque fondarsi sui synth al contempo pomp e sci-fi (poco importa, in quest’ottica, che fosse Sadler a suonarli) e sulla chitarra art-avangarde di Ian Crichton, che trovano, manco a dirlo, forse l’espressione più magniloquente proprio in questo “10,000 Days”, viaggio allucinante e allucinato, forse l’ultimo, sulla scia dei Chapters, e non a caso torna alla ribalta anche il “Golden Boy”, protagonista dei concept ottantini.
Vuoi per la fortissima ispirazione, vuoi per la scelta di seguire determinati canoni stilistici, l’album azzecca praticamente ogni cosa, e fin dallo squisito duo iniziale “Lifeline” e “Book Of Lies” siamo avvolti dal sound AOR delle tastiere, e dai nervosi tempi composti dettati dai fratelli Crichton, al basso e alla chitarra. La voce di Sadler regala brividi a iosa, il suo è uno stato di grazia, e il pathos della sua interpretazione raggiunge addirittura l’epicità in “Can’t You See Me Now”, la “Wind Him Up” del 2007, oserei dire.
Grande spazio alle ballad, con “Sideways”, “More Than I Deserve” (il commiato ufficiale di Michael) e la grandiosa titletrack, dal flavour epic-folk-progressive…
Restano da apprezzare “Corkentellis”, stupefacente brano strumentale dal titolo di “startrekiana” memoria, e “It Never Ends”, il finale pirotecnico che lascia aperto più di uno spiraglio…
Mi aspetto che anche questo disco non incontrerà molti consensi tra il pubblico italico, da sempre abbastanza asettico nei confronti del pomp prog e dell’AOR, fatto che spiega anche la mancanza di live show nel nostro paese di band come Saga, Magnum, Ten, Styx e REO Speedwagon, ma sono sicuro che gli amanti del genere apprezzeranno un’uscita di questo livello e così pregna di significati.
Tracklist:
1. Lifeline
2. Book Of Lies
3. Sideways
4. Can’t You See Me Now?
5. Corkentellies
6. More Than I Deserve
7. Sound Advice
8. 10,000 Days
9. It Never Ends