Recensione: 1981
“La Casa“, “Un lupo mannaro americano a Londra“, “Halloween II“, “Venerdì 13 – L’assassino ti siede accanto“, “L’ululato“, “Scanners“… cosa hanno in comune queste storiche pellicole horror? Sono uscite, insieme a molte altre, nell’Anno Domini 1981. L’horror in film con protagonisti assassini mostruosi e inarrestabili, diventati nel tempo vere icone per gli appassionati (la maschera da hockey di Jason, quella bianca e impassibile di Michael Myers per citare due leggende), pellicole imbrattate di sangue e grida, ma anche di una velata ironia, sessualità esplicita, e quel gusto dell’esagerazione che in qualche modo diede il via a una nuova epoca.
Anno che gli svedesi F.K.Ü. (sottile gioco di parole che sta per Freddy Krueger’s Underwear), da sempre amanti dell’immaginario horror e grandi burloni, hanno scelto di celebrare in musica con il loro thrash old school tirato e senza fronzoli. La titletrack in apertura è un po’ l’emblema del disco, un pezzo truculento anni ‘80 con il refrain accanito e un’atmosfera grezza, pregna di sozzume. La voce acida del leader Larry Lethal è tipica del genere e si lancia anche in qualche accenno growl, mentre la band pigia sull’acceleratore e genera poi quelle classiche gang vocals dal sapore hardcore. L’intento degli F.K.Ü., non avendo a disposizione un apparato tecnico elevato, è quello di intrattenere senza pretese l’ascoltatore, un po’ come facevano i film da cui prendono spunto, abbondando in sangue, perversioni, lame… un festino dove possiamo immaginare zombie lerci che ballano e poi vengono fatti a pezzi da una banda di motociclisti obesi, o viceversa (“Hell Night”, “Corpse Mania”). Così come si può immaginare una casa isolata nel bosco, dove il classico gruppetto di adolescenti pruriginosi si raduna con le belle di turno per spassarsela, salvo poi trovarsi ad affogare nel proprio sangue (“Friday the 13th Part 2”).
La produzione si adegua all’occasione e il suono viene fuori tagliente come il guanto di Freddy Krueger, e ovviamente nei solchi delle quindici tracce proposte si incappa spesso in molti richiami a band più note (Exodus, Overkill, Tankard) ma anche a realtà minori o emergenti come Gama Bomb o Bonded By Blood.
“The Funhouse” produce un numero più cadenzato nella furia generale, dove Lethal sale d’interpretazione e si accosta ai modi di Wednesday 13, oltre a incrociare un coro più efficace. Ma ai svedesi piace più triturare, ed ecco che arriva “The House By The Cemetery”, una bestia che puzza di Venom sopra una struttura alla Anthrax. “Burial Ground” ha invece un interessante stacco lugubre e un rallentamento adatto ad ospitare i versi di un morente che precipita nella fossa pronta ad accoglierlo per sempre.
Non ci sono particolari picchi all’interno di “1981”, ma chi ama il thrash suonato dritto e con foga, urlato e legato con un nodo scorsoio agli anni ottanta troverà al suo interno di che divertirsi. Un filo spinato lega tutte le tracce e tiene l’ascoltatore dentro una macelleria sonora, come nel quasi plagio ai Metallica di Kill’em All “The Beyond”, e nella slayeriana “Halloween II”, vero e proprio inno al “lord of the death” Michael Myers.
Gli F.K.Ü. escono dalla quinta prova in studio lordi di frattaglie rosse, sudati e divertiti. Questo è quanto vanno cercando, e a volte può bastare. Indossate il vostro maglione a righe, la vostra maschera da assassino (scegliete voi quale), e riassaporate le cruenti visioni dell’horror di un tempo, quando tra ruggiti di motoseghe e sibili di lame, i corpi squartati sembravano così veri…