Recensione: 1987-1997: The Best Of Morgoth
Dopo aver ascoltato questo doppio cd, ricco di parecchio materiale sia audio che video,si può essere soddisfatti di aver ascoltato più di un ora e mezza di buono death-thrash così come si faceva ai bei tempi. I
Morgoth, sciolti ormai da 9 anni e dimenticati da molti, erano un quintetto di giovani ragazzi provenienti dalla cittadina tedesca di Meschede,che influenzati dal “virus” dell’ Heavy Metal decisero,
all’età di 16 anni, di intraprendere la carriera di musicisti.
All’inizio la band suonava nell’auditorium della scuola sotto il moniker di
Cadaverous Smell, dedito ad una sorta di grindcore caotico. La line up era decisamente scarna dato che erano solo due i membri del gruppo:
Carsten Otterbach (chitarra) e Rudiger Hennecke (batteria). Nel 1987 a loro si unisce
Harry Busse (chitarra), inizialmente impegnato al basso (passerà definitivamente nel 1990 alla chitarra). La loro proposta musicale divenne meno caotica e più complessa:
decisero di cambiare il monicker in Minas Morgul (nome tratto ovviamente
da “Il Signore Degli Anelli” di J.R.R. Tolkien). Successivamente, a loro si unì
Marc Grewe (voce) che, ispirato dalla canzone Flag Of Hate dei Kreator decise di lasciar
stare (almeno parzialmente) la chitarra e dedicarsi maggiormente alle vocals.
Così prende forma la band vera e propria che cambia definitivamente il moniker in
Morgoth (altro nome tratto dal famoso romanzo prima citato).
Sul finire del 1987 grazie ad un amico, tale Dirk Draeger (personaggio importantissimo per la band), il gruppo entra per la prima volta in uno studio di registrazione e realizza il primo demo,
Pits Of Utumno (interamente presente nel cd.2 di questo Best
Of). La loro primordiale proposta musicale è definita da Marc Grewe come una sorta di “ultra-thrash” ,influenzato da gruppi come Dark Angel, Possessed, Kreator e Death. In effetti ascoltando questo demo vi accorgerete di come il loro sound sia stato contaminato profondamente dalle band
citate. I Morgoth cominciano a diventare un fenomeno di provincia.
Nel 1989 avviene la loro consacrazione: realizzano il loro primo EP, Resurrection
Absurd, e firmano un contratto con un importantissima label, sua maestà Century Media.
Da questo momento in poi diventano una delle band più importanti della Germania e dell’intero movimento death europeo. Cominciano una serie di tournee al fianco di band del calibro di Pestilence, Autopsy, Obituay, Kreator e Sepultura (si ricordi che all’epoca era in piena esplosione il movimento death metal).Le buone notizie continuano ad arrivare quando
Scott Burns mixa il loro materiale nei leggendari Morrisound Studios in
Florida (tanto per essere chiari,gli stessi utilizzati da band del calibro dei Morbid
Angel).
Alla fine del 1990 si unisce alla band l’ultimo componente, Sebastian Swart
(basso).Ora i Morgoth sono al completo. Nei successivi 6 anni ,la band sfornerà 4
album, tutti prodotti dal già citato Dirk Draeger e tutti sotto la Century Media.
Chi vuole saperne di più sappia che nel booklet del doppio cd vi è la biografia
intera (in inglese) della band scritta dal vocalist Marc Grewe e dalla quale ho tratto molte importanti informazioni,
e sono inoltre presenti tutti i testi delle canzoni.
Passiamo all’analisi di questa compilation celebrativa. Il primo cd conta di 15 tracce estratte dai 5 lavori della band, quindi 3 tracce estratte per ogni album: una scelta che reputo ragionevole. Nel secondo cd invece sono presenti 9 tracce audio più 6 video nella sezione multimediale. Di queste 9 tracce, 6 compongono l’intero e già citato demo
Pits Of Utumno, le rimanenti 3 sono invece tracce rare e mai edite
prima. Come ricordato prima, la loro proposta musicale è incentrata soprattutto su un thrash-death dapprima marcio e
brutale (ascoltatevi il demo), quindi sempre più complesso ma meno ruvido dei vecchi fasti fino ad arrivare ad un “ammorbidimento” notevole per quel che riguarda l’ultima proposta della band targata 1996, ossia l’album
Feel Sorry For The Fanatic(da sentire le ultime tracce del primo cd,
Graceland e Last Laugh), il cui insuccesso ha contribuito sicuramente allo scioglimento della band l’anno
successivo, il 1997. Le tematiche trattate ricordano un po’ quelle dei Death
post-Leprosy, ossia molto introspettive, a tratti filosofiche, tutt’altro che
banali. Dovendo stilare una classifica delle migliori song reperibili in questa raccolta metterei in primis sicuramente quelle estratte dagli album
Cursed (1991) e Odium (1993) che rappresentano, a mio avviso, la massima espressione
artistico–musicale proposta dal combo tedesco, l’apice della loro maturazione stilistica. Mi riferisco a tracce complesse ma allo stesso tempo pesanti e malefiche come
Sold Baptism, Resistance e Under The Surface. Non vanno certo dimenticati i cavalli di battaglia della band come
Pits Of Utumno, forse la song a cui i Morgoth tengono di più da un punto di vista personale ed
emotivo. Ascoltando queste tracce si nota subito come la band sia stata un abile “amalgamatrice” del death metal più
classico con il trash dei conterranei Kreator, soprattutto nei primi
lavori. L’impronta death si nota anche nelle vocals dell’ottimo Marc Grewe il cui
growl cerca di avvicinarsi il più possibile a quello dell’ormai compianto Chuck
Schuldiner; inoltre si nota come il fatto di essere andati in tournee al fianco degli
Obituary abbia influito particolarmente nel sound dei successivi lavori
(i già citati Cursed e Odium): la band infatti rallenta il suo incedere,concentrandosi maggiormente sul
rifferama granitico della coppia Busse/Otterbach e avvicinandosi molto al sound proposto dagli
Obituary in lavori come The End Complete.
Nel secondo cd invece si parte subito sparati con tracce come From Dusk To Dawn o
Dance Their Dance.In questi pezzi il combo tedesco sembra che strizzi l’occhio verso sonorità riscontrabili in album seminali come
Morbid Visions/Bestial Devastation dei Sepultura o Slowly We Rot dei già citati
Obituary, soprattutto per quel che concerne la sezione ritmica e le vocals,veramente marce grazie alla prova di un
Marc Grewe poco più che sedicenne. Delle tre tracce inedite va menzionata sicuramente
Tv War,che non è la cover dell’omonima song degli Accept,ma un’ottima traccia targata
1994. Per ciò che concerne la produzione la definirei ottima, soprattutto per ciò che concerne la “pulizia” del demo: una pulizia che comunque non snatura l’alone grezzo delle
tracce.
In conclusione penso che non si possa rimanere indifferenti davanti a questa raccolta, veramente azzeccata, di una band troppo precocemente caduta nel dimenticatoio. I
Morgoth rimarranno comunque tra quelle band che hanno contribuito a diffondere il verbo del death metal in
Europa (almeno sino al 1993), è un gruppo che merita rispetto e ammirazione per il lavoro che ha prodotto nel suo decennio di vita culminato purtroppo con lo scioglimento.
Line Up:
Harry Busse: chitarra
Marc Grewe:voce
Rudiger Hennecke: batteria
Carsten Otterbach: chitarra
Sebastian Swart:basso.
Track-list:
CD 1
1) Selected Killing*
2) Lies Of Distrust*
3) Travel*
4) Burnt Identity**
5) White Gallery**
6) Pits Of Utumno**
7) Body Count***
8) Isolated***
9) Sold Baptism***
10) Resistance****
11) Under The Surface****
12) Drowning Sun****
13) This Fantastic Decadence*****
14) Graceland*****
15) Last Laugh*****
* estratte da Resurrection Absurd – 1989
** estratte da Eternal Fall – 1990*** estratte da Cursed – 1991**** estratte da Odium – 1993***** estratte da Feel Sorry For The Fanatic – 1996.
CD 2
Pits Of Utumno – DEMO
1) From Dusk To Dawn
2) Being Boiled
3) Eternal Sanctity
4) Pits Of Utumno
5) The Beyond
6) Dance Their Dance
Tracce Rare:
7) Golden Age
8) TV War
9) Indifferent
Tracce Video:
1) Isolated
2) Cursed & Sold Baptism
3) Under The Surface
4) Last Laugh
5) Body Count(live)
6) Resistance(live)