Recensione: 2005
Primo demo per i Rachel, formazione romana completamente devota alla melodia e perfettamente intenta a seguire le orme di chi, prima di lei, ha formato ed esplorato la parte più soave e raffinata del panorama hard rock.
Forti di una preparazione tecnica indiscutibile, il trittico capitolino si presenta in tre brani non esenti da critiche ma dagli spunti davvero promettenti.
L’apertura di questo promozionale è affidata a My Time, composizione che sin dal primo riff si muove sotto il segno di due mostri sacri della scena: una chitarra in pieno stile Bon Jovi e un lavoro di tastiere in stile Europe di ‘The Final Countdown’. È invece un riffing di tastiera in piena scuola 1984 (Van Halen) ad aprirci le porte di Year of ’99, pezzo dal sapore tremendamente ottantiano che però, a livello di suoni di tastiera solista, finisce un paio di volte in territori molto vicini al prog anni ’90. Una scelta da esaminare bene per la band, in quanto penalizza l’atmosfera sognante di un demo che pare essere un vero e proprio viaggio nel tempo. La conclusiva All Alone è una piacevolissima ballata costruita su un tappeto melodico di pianoforte su cui vanno a intarsiarsi chitarra acustica, sobrie orchestrazioni e lead assolutamente riusciti. Ancora di scuola Europe, ancora carica di quell’attitudine romantica e sentimentale che ha fatto la fortuna del genere. Se servissero ulteriori conferme per la preparazione tecnica e le doti di songwriting della band: eccole qui.
I Rachel possono tranquillamente aspirare a un contratto e alla possibilità di esprimersi sulla lunga distanza, e in vista di questo grande salto occorre valutare (e possibilmente migliorare) due aspetti della loro musica:
1. Non me ne voglia Sandro Manicone (voce e tastiera della band), ma su questo demo l’ugola del singer appare talvolta non all’altezza delle linee vocali richieste, faticando nelle frazioni più complicate. Chiariamo, Manicone non se la cava affatto male, ha un buon timbro e sono sicuro che più di una band pagherebbe per aver un front-man così… ma dato lo spessore strumentale della proposta, per i Rachel è lecito pensare in grande: pensare in funzione di un debutto discografico, e quindi eliminare quelle pecche che non influenzano l’esito di un demo ma possono mutilare un master.
2. Il demo è godibilissimo e il clima che si respira è qualcosa che toccherà il cuore di chi ama/ha amato l’hard rock melodico della seconda metà degli eighties… però la vicinanza con le band del passato è talvolta davvero troppo palese, e finisce col soffocare la creatività della band. Mantenendo queste coordinate stilistiche, i Rachel devono riuscire a scrollarsi di dosso quel senso di derivativo, di deja-vu, che in questo demo porta per esempio il nome di Europe.
Per il resto, tutto ben oltre la soglia della semplice sufficienza. Classe e gusto ci sono; la preparazione per affrontare il genere, anche. L’atmosfera da ‘hit Aor di fine anni ’80’ è davvero accattivante, e i pezzi di questo demo sembrano voler risvegliare lo spirito dei tempi che furono. Non ci resta quindi che stare in attesa dei prossimi passi dei Rachel.
Sarà pure quello che chiamano ‘pop metal’, ma avercene di band così.
Tracklist:
01. My Time
02. Year of ’99
03. All Alone
Contatti: unrulyrob@hotmail.com
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini