Recensione: 21st Century Brain Damage

Di Nicola Furlan - 9 Febbraio 2009 - 0:00
21st Century Brain Damage
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Genere:
Anno: 2008
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50

“21st Century Brain Damage” ha girato una decina di volte nel lettore prima che il sottoscritto si rassegnasse a una valutazione non positiva. Le pecche del disco sono fondamentalmente due: l’originalità e l’esecuzione tecnica, elementi importanti in ogni settore musicale, fondamentali nel progressive.
Nel complesso, il combo toscano tende ad allinearsi a quanto già prodotto tempo addietro dai mostri sacri del prog metal moderno, ma non sempre il risultato appare all’altezza dei maestri. Sono infatti frequenti i momenti in cui i nostri debordano dai confini delle proprie competenze tecniche, compiendo il fatidico passo più lungo della gamba. Non solo: a mancare totalmente è la spinta creativa, la volontà di proporre qualcosa di personale, innovativo o per lo meno consono alle reali abilità dei musicisti.

“21st Century Brain Damage” è in grado di regalare emozioni solo a tratti, quando la smania di esagerare viene accantonata in favore di una maggiore spontaneità. Il songwriting, infatti, appare spesso forzato, eccessivamente asettico nella maggior parte delle canzoni, privo di una trama unitaria. Manca infatti quella compattezza sonora capace di conferire un’identità determinata al sound della band, al contrario di quanto gruppi fondamentali come Shadow Gallery, Dream Theater e molti altri sono stati in grado di fare.

Il primo impatto è certo apprezzabile, in virtù del gusto e dai tecnicismi dell’opener ProgressiveXperience pt1, che ricalca i classici stilemi del progressive moderno. L’ascolto, tuttavia, si fa presto pesante, perlomeno fino a The Great Illusion. Break, aperture melodiche, stacchi, sezioni mid-tempo, riprese in arpeggio: tutto sembra fine a se stesso e appare frequentemente ridondante. Ciò che tiene a galla alcuni brani è il cantato della new entry Andrea Ranfagni che, sebbene in molti frangenti si forzi al limite delle proprie possibilità, riesce a calarsi bene nel proprio ruolo.
In questo turbinio di cliché progressive compare Ways Over The Edge: il brano in questione è un gioiello nascosto, quando meno se lo si aspetta, si va a godere di una canzone splendente per interpretazione, melodie, profondità e stile, in cui ogni musicista sembra riuscire a far convergere la propria capacità espressiva più pura. Bene anche la successiva Taurus Littrow 20.19080°N 30.77168°E, altra brillante gemma capace di snellire uteriormente un ascolto fin qui troppo impacciato e laborioso. E’ una parentesi felice ma purtroppo breve: Imaginary Heroes e seguenti si riallineano alla macchinosità delle prime, senza altri sussulti degni di nota.

Presi singolarmente i musicisti appaiono capaci, ma troppo sicuri dei loro mezzi, forse eccesivamente intrepidi nell’esplorazione di territori intricati la cui via d’uscita sembra raggiungibile solo dopo un ulteriore arricchimento del bagaglio tecnico e una buona dose di esperienza. Un altro punto debole è il missaggio di George Marino, già al lavoro con band del calibro di Metallica e Guns n’ Roses. Da brividi, e non in senso buono.
“21st Century Brain Damage” è insomma un disco con qualche lacuna di troppo nel songwriting e nella scelta dei suoni, decisamente mediocri. La band commette l’errore di complicarsi la vita da sola, attraverso composizioni eccessivamente laboriose, che a tratti paiono chiedere troppo al bagaglio tecnico degli esecutori. Rimane il dato oggettivo di due canzoni di spessore, che da un lato dimostrano notevoli potenzialità espressive della band, dall’altro lasciano aperta una speranza per un futuro più brillante.

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Nicola Furlan

Tracklist:
01 ProgressiveXperience pt1
02 I’m Alive
03 The Great Illusion
04 Ways Over The Edge
05 Taurus Littrow 20.19080°N 30.77168°E
06 Imaginary Heroes
07 Master Reflection
08 Ruins & Memories
09 Inner Silence
10 Carpe Diem
11 21st Century Brain Damage

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Genere:
Anno: 2007
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