Recensione: 3
Il terzo album di un gruppo, da sempre considerato come la prova della maturità, può a volte presentarsi diverso, anche sotto molti aspetti, dai lavori precedentemente pubblicati.
Se poi le “fatiche” del recente passato hanno le sembianze di due classici dell’hard rock anni ’90 come ‘Firehouse‘ e ‘Hold Your Fire‘ che, non a caso, hanno proiettato i Firehouse di Bill Leverty e C.J. Snare ai vertici del successo, permettendo loro di conquistare dischi d’oro, di platino e migliaia di fans negli U.S.A. e nel mondo, la cosa si fa interessante.
Infatti questo ‘3‘, che vede la luce nel 1995, in un panorama attualmente dominato dalle sonorità grunge, colpisce immediatamente dal primo ascolto per il parziale calo di quell’aggressività e di quei ritmi forsennati che erano il marchio di fabbrica degli album sopra citati.
Non fu sicuramente per un semplice caso, ad ogni modo, che la band del North Carolina si trovò nuovamente in vetta alle classifiche americane e conquistò il pubblico del Sud-est asiatico, grazie alla ballad ‘I Live My Life For You’, dai toni fortemente romantici e suggestivi ma, allo stesso tempo, una ‘prova incriminante’ dell’ammorbidimento dei suoni.
Ma questo vuole forse significare che ‘3‘ sia stato un pessimo album? Tutt’altro!
Le ballad presenti in scaletta sono tutte di pregevole fattura: emozionante è ‘Here For you’, dominata dalle chitarre acustiche, ma non per questo privata di un assolo ‘vecchio stile’ di Leverty nella parte centrale, così come ‘No One At All’ e la già citata ‘I Live My Life For You’, entrambe dalle melodie fortemente sentimentali e struggenti e con un C.J. Snare ancora interprete fantastico ed evocativo.
Un vero trio strappalacrime!
Al contrario, ‘What’s Wrong’, dal riff d’apertura irresistibile ed accattivante, ‘Get A Life’, con un roboante incedere di batteria nella parte iniziale, e le coinvolgenti ‘Temptation’ e ‘Two Sides’ sono senz’altro gli episodi più heavy del lotto, grazie a riffs granitici e taglienti, un Foster alla batteria a tratti, scatenato e travolgente, e le urla esplosive di Snare, che non avrebbero di certo sfigurato se fossero state presenti nei primi due lavori.
Si può definire un ibrido di melodia ed elettricità invece, la triade composta dall’apripista ‘Love Is A Dangerous Thing’, dalla curiosa e maliziosa ‘Somethin’ ‘Bout Your Body’ e dalla coinvolgente ‘Trying To Make A Living’, tracce che testimoniano ancora una volta la maggiore attenzione per la parte melodica, in virtù di chitarre maggiormente curate e ‘disciplinate’ e di linee vocali prive delle caratteristiche urla improvvise ed adrenaliniche.
Il terzo episodio targato Firehouse è senza dubbio inferiore all’ottimo album omonimo e a ‘Hold Your Fire‘, due manifestazioni di hard rock infuocato e d’impatto, ma non sfigura di certo se relazionato al difficile momento vissuto dal genere hard rock (e non solo…ahimè) nel periodo della sua uscita, presentandosi, comunque, come un prodotto buono, gradevole e facilmente apprezzabile.
Ascolto consigliato.
Luca “El Pata” Corsi
Tracklist:
01. Love Is A Dangerous Thing
02. What’s Wrong
03. Somethin’ ‘Bout Your Body
04. Trying To Make A Living
05. Here For You
06. Get A Life
07. Two Sides
08. No One At All
09. Temptation
10. I Live My Life For You
Line Up:
C.J. Snare – voce / tastiere
Bill Leverty – chitarre
Perry Richardson – basso
Michael Foster – batteria