Recensione: 3-D
«We are influenced by everything basically», asserivano i Wrathchild America nel 1991, anno di uscita di “3-D”. Affermazione, quella, che faceva capire al volo come i Nostri fossero in grado di padroneggiare più stili musicali.
Prima di arrivare alla pubblicazione di “3-D”, tuttavia, il combo americano arrivava da una lunga gavetta iniziata nel lontano 1978 e costruita con tre demo-tape, un album di debutto (“Climbin’ The Walls”, 1989), una causa legale contro l’omonimo gruppo glam inglese che rivendicava la paternità del nome e tanto sudore versato sui palchi americani come gruppo di spalla a gente come Saxon, Accept, Twisted Sister, Ramones e Anvil.
Nel 1988 una major, l’Atlantic, si accorse del loro talento anche grazie alla carica emanata dalle loro esibizioni live. In particolare Shannon Larkin, il batterista, era molto apprezzato dagli appassionati e dagli addetti ai lavori; non per altro nel 1997 suonò anche una data live con i Black Sabbath al posto dell’indisponibile Mike Bordin.
L’essere sotto contratto con un’etichetta di tale portata è stato, anche, un’arma a doppio taglio: oggi come allora, se non si guadagna abbastanza dalla vendita del prodotto, si viene impietosamente scaricati e fu proprio questa la sorte che toccò al combo di Baltimora. Anche in virtù del fatto che in quegli anni andava per la maggiore una creatura chiamata «grunge» (“Nevermind” dei Nirvana è proprio del 1991…).
Veniamo al disco in questione.
In apertura di recensione si accennavano le influenze musicali dell’ensemble proveniente dal Maryland: “3-D” potrebbe definirsi quindi un disco di «thrash-prog-blues-punk». Del thrash troviamo dei bei «riffoni» stoppati, il gusto nei soli e il cantato che, in certe sfumature, ricorda Hetfield (inevitabilmente, data l’influenza che i Metallica hanno avuto nella scena metal). Del prog si nota sia la tendenza a ricercare soluzioni ritmiche intricate, sia l’apertura a certe soluzioni melodiche non convenzionali, sia la propensione di offrire all’ascoltatore qualcosa che non suoni come «già sentito». Le influenze del blues e del jazz fanno capolino qua e là durante l’ascolto, a volte in maniera molto evidente (come nel brano “Spy”) a volte in maniera più velata (come nel brano “Prego”). Di stampo punk/hardcore notiamo il contenuto dei testi, che si distinguono per una certa matrice critico/sarcastica: d’altronde, alcuni dei membri partecipavano a progetti paralleli indirizzati proprio in tale ambito.
Per quanto riguarda la produzione, direi che è molto valida per la pulizia del suono in generale, per l’abilità tecnica dei musicisti e perché ogni strumento è perfettamente bilanciato e nitido. Nella versione in vinile non è presente la dodicesima traccia, “I Ain’t Drunk, I’m Just Drinkin’”, la cover di un brano di Jimmy Liggins (bluesman d’indiscussa levatura scomparso nel 1983) che compare invece nella versione in Compact-Disc.
Dopo la sfortunata avventura con l’Atlantic, la formazione americana cercherà, senza peraltro trovarlo, successo con il nome Souls At Zero; dopo aver eseguito un cambio di look, trovato una nuova etichetta e, secondo me, facendo un leggero passo indietro rispetto alla primigenia volontà di proseguire sul sentiero dell’esplorazione di nuovi lidi iniziato con “3-D”.
Non si tratta di un disco che ha cambiato la storia della musica, né quella del thrash. Fatto sta che, per esempio, “Nevermind” dei Nirvana l’ho venduto al mercatino dell’usato pochi mesi dopo averlo acquistato, mentre il vinile dell’album in oggetto trova ancora spazio nella mia collezione: i Wrathchild America non sono mai passati di moda in virtù del fatto che di moda non lo sono mai stati. Purtroppo per il loro conto in banca, ma per la fortuna di chi ha la voglia, ancora adesso, di dedicargli qualche ascolto.
Stefano “fulcanelli” Gardini
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Track-list:
1. 3-D Man 4:09
2. Spy 4:41
3. Gentleman Death 3:59
4. Forever Alone 4:36
5. Draintime 6:01
6. Surrounded By Idiots 6:04
7. Desert Grins 6:28
8. What’s Your Pleasure 4:10
9. Prego 2:57
10. Another Nameless Face 4:31
11. // 6:20
12. I Ain’t Drunk, I’m Just Drinkin’ (CD only) 4:16
All tracks 58 min. ca.
Line-up:
Brad Divens – Vocals & Bass
Jay Abbene – Guitars, Mandolin & Vocals
Terry Carter – Guitars, Banjo & Vocals
Shannon Larkin – Drums