Recensione: 30 Years Of Hel
«…Will you please welcome, from Houston, Texas….Helstar!»
Quante volte in passato abbiamo ascoltato introduzioni del genere per il titanico album dal vivo di turno e ci siamo emozionati nel sentire le urla del pubblico, prima che il gruppo si gettasse a spron battuto nell’esecuzione dei propri cavalli di battaglia? Quando i Live Album (badate bene, non necessariamente in VHS o DVD) erano un genere di uscita dannatamente seria, in grado di segnare o chiudere il cerchio su di una particolare fase della band. Quando la musica stessa, prima delle immagini, ci portava con il pensiero e l’immaginazione in prima fila a uno storico show dei propri beniamini, dei quali magari ancora non avevamo potuto apprezzare le doti sul palco, ultimo banco di prova per qualsiasi band heavy metal e affini. Si potrebbero fare tantissimi esempi in questo senso, tanti approcci diversi a questo tipo di release, ricordando come per qualcuno ogni singolo Live arrivasse come la ciliegina sulla torta a chiusura di un determinato ciclo, prima di aprire un nuovo magnifico corso (vedi per esempio i Rush), oppure come per altri segnassero la definitiva consacrazione della band, assestandosi tra le uscite di maggior successo (Kiss). C’è poi chi ha cercato di riportare del tutto fedelmente, senza sovra incisioni di sorta, quelle che erano le reali sonorità, le sensazioni e la carica trasmesse dal palco e, perché no, anche qualche piccola sbavatura che contribuiva a rendere il tutto più genuino (Slayer, “Decade Of Aggression”). Chi invece aspirava alla perfezione, finendo per registrare l’album in presa diretta, in studio, per poi aggiungere i rumori della platea in un secondo momento (Judas Priest, “Unleashed In The East”). In ogni caso (o quasi), comunque, in passato ci siamo trovati al cospetto di prodotti che hanno scritto pagine fondamentali per la Storia del nostro amato genere.
Con un flavour d’altri tempi, anche gli Helstar, band capitanata dall’eclettico singer James Rivera e dall’inossidabile axeman Larry Barragan, da qualche anno accompagnati dalla formazione che nel 1986 ha dato vita al bellissimo “Remnants Of War” (con il solo Rene Luna a mancare all’appello, peraltro sostituito in maniera ottimale da Michael Lewis), per celebrare i trent’anni di attività, si ripresentano a noi con il qui presente “30 Years Of Hel”.
Una carriera da cristallizzare e fissare in una sorta d’istantanea e incorniciare in questo curatissimo cofanetto, caratterizzata da una non spiccata prolificità, forse, ma all’insegna di un’elevatissima qualità media, con punte di eccellenza e rarissimi passi falsi. Una carriera, quindi, che in pratica non contempla flessioni di sorta, come testimonia l’ottimo “Glory Of Chaos” del 2010, per una band che ha saputo adeguarsi con assoluta coerenza e passare indenne alle molteplici mode del momento ribattendo colpo su colpo, passando dall’US power/speed (o se preferite heavy metal) degli esordi per poi dirigersi progressivamente verso una personale rilettura del thrash, senza mai snaturare o rinnegare il proprio stile e credo musicale.
Una discografia invidiabile e senz’altro da approfondire, quella degli Helstar, qui celebrata magistralmente con una scaletta perfettamente equa e bilanciata, rispolverando sistematicamente tre brani ad album, escluso “Multiples Of Black” rappresentato dalla sola “Good Day To Die” e l’ultimo “Glory Of Chaos” dal quale ne sono stati estratti quattro (segno inequivocabile che credono molto nel nuovo materiale).
Al di là della qualità indiscussa delle composizioni, vorrei mettere l’accento anche sulla magnifica resa sonora di questo live. Le chitarre fanno il loro sporco lavoro in maniera impeccabile, i soli precisi e cristallini. La batteria pesta durissimo, ma non sovrasta mai gli altri strumenti, il basso, perfettamente udibile, fa da collante ideale fra i vari strumenti. Infine, l’ottima prestazione di Rivera, alla quale invero siamo piuttosto abituati, un’ulteriore prova della sua maturità artistica e dell’alto grado di espressività. Avendo assistito recentemente a una loro esibizione, posso testimoniare che dal vivo gli Helstar sono ancora micidiali ed estremamente precisi, dimostrando un affiatamento non trascurabile e di conseguenza sarei propenso a pensare che questo live album non sia particolarmente ritoccato, anche perché ascoltandolo a fondo, si può percepire qualche piccola imperfezione (che non intacca minimamente la riproposizione on stage) che avrebbero potuto facilmente correggere.
Insomma, “30 Years Of Hel” testimonia inequivocabilmente la forza dirompente e il grande spessore, presente e passato, di una band come gli Helstar che, senza aver mai raggiunto il successo planetario dei vari illustri colleghi, ha saputo ritagliarsi il proprio spazio tra i Grandi di tutti i tempi. Questo, grazie ad album e brani che a distanza di tanti anni, come i più datati “Burning Star”, “Run With The Pack”, “Winds Of War” o la ‘vampiresca’ “Baptized In Blood”, non perdono neanche un’oncia del proprio fascino e appeal, e si legano mirabilmente ai più recenti “Angels Fall To Hell”, “Monarch Of Bloodshed”, “The King Of Hell” o la tellurica “Alma Negra”. Perciò, se da tempo conoscete e apprezzate il gruppo, quest’album dal vivo vi regalerà grandi emozioni e adrenalina, se invece non avete mai ascoltato niente del loro repertorio, questa potrebbe essere l’occasione ideale per tentare l’approccio alla loro proposta. In ogni caso, quindi, album da avere!
Orso “Orso80” Comellini
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Tracce:
1. Angels Fall To Hell 5:11
2. Toward The Unknown 4:37
3. Suicidal Nightmare 5:06
4. The King Is Dead 4:26
5. Burning Star 3:36
6. To Sleep, Per Chanche To Scream 6:05
7. The Plague Called Man 5:15
8. Evil Reign 4:26
9. Monarch Of Bloodshed 5:31
10. Winds Of War 6:11
11. Good Day To Die 4:32
12. Wicked Disposition 8:16
13. Pandemonium 4:50
14. Bitter End 4:19
15. Harker’s Tale 4:48
16. Angel Of Death 6:07
17. Baptized In Blood 8:17
18. Alma Negra 6:48
19. The King Of Hell 7:51
20. Run With The Pack 9:02
Durata 115 min. ca.
Formazione:
James Rivera – Voce
Larry Barragan – Chitarra
Robert Trevino – Chitarra
Jerry Abarca – Basso
Michael Lewis – Batteria