Recensione: 39 Stripes
I Messianic sono una band di Christian Metal proveniente dal Texas e ’39 Stripes’ è il loro full-length di debutto, disponibile dal 12 maggio 2024.
“39 strisce”, ossia le frustate che si suppone ricevette Gesù prima di morire sulla croce: un numero che simboleggia la sofferenza estrema inflitta ad un uomo con prepotenza.
Di fatto questo album emana questo: violenza e tormento.
Lo fa attraverso un Groove/Alternative Metal influenzato tanto da Pantera, Sepultura e Lamb of God quanto, in generale, dal movimento Nu Metal di metà anni ‘90.
È tutto un gioco d’incastri: la potenza dei riff grevi e ombrosi s’interseca con melodie lineari, ritmi muscolari e pulsanti si alternano ad atmosfere ipnotiche e angoscianti, un buio perenne dà vita ad incubi strazianti … ’39 Stripes’ è un continuo disturbo mentale, un lasciarsi attrarre da un’oscurità ancestrale inquietante ed affascinante allo stesso tempo.
Il muro sonoro è parecchio compresso, sostenuto o cadenzato ma sempre pesante e martellante, arrotondato negli spigoli per mezzo di tastiere sulfuree.
La voce muta la sua forma a seconda della scena in cui si trova: può essere un urlo sovversivo oppure un cantato pulito, può arrochirsi prepotentemente ma anche sprigionare dolore.
Per quanto concerne gli assoli di chitarra, sono essenzialmente delle linee strazianti, mai troppo lunghi ed anche un po’ sclerotici. Vero che rafforzano la natura lisergica dell’album ma sono praticamente tutti sulla stessa lunghezza d’onda e questo, a parere di chi scrive, è un limite.
Fa eccezione quello contenuto in ‘Minutes Like Hours’, l’unico di stampo più classico.
Tra i brani che si distinguono citiamo ‘From Pride Comes Destruction’, un caustico Thrash/Groove dalle tinte fosche, la robusta ’39 Stripes’ (che è anche la più lunga), ‘The Read Sea’, un carro armato che si blocca durante il refrain psichedelico, la già citata e decisa ‘Minutes Like Hours’ e la conclusiva ‘Field of Blood’, che lascia intravedere uno spiraglio di luce tra tanta nebbia.
Concludendo: un buon esordio quello dei Messianic, potente e robusto e dalle tinte scure e fosche.
La band dimostra buona versatilità nello sviluppare le proprie idee, con un forte attaccamento a quel momento storico del Metal dove sembrava che tutto stesse per finire ma che, invece, ha portato a tante innovazioni. Aspettiamo gli sviluppi.