Recensione: 7
Provengono dai dintorni di Lecce i Clinicamente Morti, quintetto thrash/death formatosi originariamente nel 2005 in seguito all’incontro tra il chitarrista Salvatore Camillo (ex C.O.M.A.) e il batterista Giovanni Leone (ex GUTHA). Dopo aver completato la line-up nel corso dello stesso anno, i cinque leccesi iniziano a dedicarsi alla stesura dei pezzi che vanno a comporre il tanto agognato demo di debutto, intitolato Obitorio, dato alle stampe nel 2006. A due anni di distanza da questo primo lavoro vede finalmente la luce il secondo disco targato Clinicamente Morti, ancora una volta completamente autoprodotto, dal titolo 7, e pubblicato nel mese di gennaio del 2008.
Le coordinate stilistiche alle quali si rifà questo 7 rimangono a cavallo tra thrash e death metal, un sound abbastanza ruvido e tutt’altro che originale, a metà strada tra gli Slayer di Season in the Abyss, i primi Obituary, Morbid Angel e Benediction, fatto di riffoni granitici, ritmiche piuttosto lente e cadenzate, e partiture decisamente tecniche ed intricate. Un gruppo che presenta una line-up leggermente diversa rispetto al precedente Obitorio, e che vede ora in formazione il chitarrista Alessandro Cossa (arrivato in seno alla band nel corso del 2007) al posto di Gabriele Ianne. Alla guida del quintetto leccese troviamo ancora una volta il frontman Nico Parente, cantante dotato di una voce piuttosto sporca, grezza e sgraziata, che risulta davvero poco incisiva ed estremamente inadeguata alla situazione (grazie anche alla scelta di alcune linee vocali tutto sommato rivedibili). Vanno senz’altro meglio le cose dal punto di vista prettamente strumentale, merito soprattutto di una sezione ritmica, composta rispettivamente dal bassista Carlo Cantisani e dal batterista Giovanni Leone, che si dimostra davvero molto solida e puntuale nel sorreggere le composizioni. Ottimo inoltre il lavoro svolto dalla coppia di chitarristi, vale a dire Salvatore Camillo e il già citato Alessandro Cossa, che si mettono in evidenza per un’ottima prova sia in fase di riffing che negli assoli. Otto sono le tracce che compongono questo 7, per un minutaggio complessivo che si aggira intorno ai trentacinque primi di durata. Sono dei brani piuttosto compatti e assolutamente di forte impatto quelli che vengono offerti in questo lavoro, decisamente rocciosi, e capaci di mettere in bella mostra le capacità esecutive del gruppo. La scelta di cantare esclusivamente in italiano se da un lato può sembrare abbastanza coraggiosa in un’uscita del genere, dall’altro si rivela tutto sommato gradevole e calzante, malgrado la prova offerta da Nico Parente, rappresenti, come già segnalato in precedenza, il principale punto debole di questo lavoro. Per quanto riguarda il songwriting dobbiamo invece segnalare come questo album risulti nel complesso solo parzialmente ispirato, e denoti in fin dei conti davvero pochi spunti personali: tanti sono infatti i richiami che si rincorrono senza sosta nel corso della tracklist, per un disco che suona in larghissima parte di già sentito, e che presenta inoltre, almeno da un punto di vista puramente compositivo, varie lacune all’interno delle canzoni. Non che manchino in ogni caso gli episodi positivi: pezzi come Il Culto del Superbo (Superbia) o Appetito Carnale (Lussuria) sono due vere e proprie bordate destinate a fare breccia nel cuore dei thrasher più scalmanati. Abbastanza piacevole inoltre anche l’ultima Colpevole d’Indolenza (Accidia), brano della durata di quasi nove minuti (il più lungo di tutto il lavoro) che si fa particolarmente apprezzare per via di un ottimo assolo da parte di Alessandro Cossa.
In definitiva ci troviamo davanti a un disco, questo 7 (sorta di concept album a proposito dei sette vizi capitali), tutto sommato ben eseguito da un punto di vista prettamente esecutivo (fatta eccezione per il cantato ad opera di Nico Parente, decisamente insufficiente) ma purtroppo penalizzato da un songwriting complessivamente poco brillante e troppo derivativo. Per il futuro si tratterà soprattutto di colmare queste (più o meno gravi) lacune di e affinare il proprio stile compositivo, tuttavia siamo sicuri che questi Clinicamente Morti hanno tutte le carte in regola per poterci stupire con la prossima uscita.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. Intro / Humana Doctrina
02. Schiavo d’Avidità (Avarizia)
03. Il Seme dell’Odio (Invidia)
04. Fame di Peccato (Gola)
05. Il Culto del Superbo (Superbia)
06. Appetito Carnale (Lussuria)
07. Il Giorno dell’Ira (Ira)
08. Colpevole d’Indolenza (Accidia)
Line Up:
Nico Parente – Vocals
Alessandro Cossa – Guitars
Salvatore Camillo – Guitars
Carlo Cantisani – Bass
Giovanni Leone – Drums