Recensione: 7- Dawn of the Night

Di Simo Narancia - 17 Maggio 2005 - 0:00
7- Dawn of the Night
Band: Ivory Night
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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63

Con quasi dieci anni di attività alle spalle, durante i quali hanno lavorato molto sodo per affinare la loro proposta, e dopo svariate pubblicazioni demo (ufficiali e non) i tedeschi Ivory Night arrivano a fine 2004 con questo esordio sulla lunga distanza dal titolo 7- Dawn of the night.

Il lavoro, auto-prodotto, si presenta in modo sufficientemente professionale: niente di particolarmente coinvolgente a livello visivo, soprattutto se confrontato con le scintillanti confezioni che sempre più affollano gli scaffali dei negozi metal, ma comunque un booklet ordinato e con tutto quello che serve (ovvero i testi, i crediti e gli immancabili ringraziamenti). Ma quello che conta di più ovviamente è la musica e di questo parleremo subito.

Innanzitutto la proposta degli Ivory Night si può tranquillamente inserire nel filone del heavy metal classico, di stampo British, con qualche leggera puntatina nel power tedesco di qualche anno fa: quindi melodia si, allegria no. A rafforzare questa sensazione c’è la totale assenza di tastiere e synth (come fanno notare loro stessi in una delle note in calce al libretto) e una resa sonora davvero old fashioned. Le premesse per un album di puro e crudo heavy metal ci sono tutte dunque, ma c’è qualcosa che non va . Difficile da spiegare. Le canzoni sono ben articolate e studiate, ma spesso mancano di un certo mordente per fare subito presa e spingere agli ascolti successivi. Inoltre il lavoro, che già di per sé si basa su mid tempo cadenzati e non troppo brillanti, alla lunga con le sue 14 tracce (di cui due brevi strumentali) e con i suoi 57 minuti risulta leggermente prolisso e di difficile assimilazione. Forse avrebbe giovato rendere le canzoni più snelle o levare un paio di episodi poco ruffiani. Personalmente ho trovato gli spunti migliori nei brani più dinamici come nella breve e veloce And I Fly (che mi ha ricordato un po’ gli Shadow Keep), Mighty Wings o la potente e rocciosa Beyond The Pain, che fa un po’ da spartiacque dividendo il cd tra una prima parte più statica ed una seconda più melodica e vicina a certo power (ad ognuno la libertà di scegliere la metà del disco preferita). Altro brano degno di menzione è Twilight into Darkness che si distingue per la sua vivacità e per un ritornello semplice ed efficace. Infine buona la chiusura affidata alla lunga ed atmosferica Mother Earth.

Lungo tutto la durata del lavoro si assiste ad una tutto sommato buona prova dietro al microfono del cantante/chitarrista Patrick Fuchs che, sebbene non sia particolarmente dotato in estensione, risulta sempre potente, preciso e abbastanza dinamico. Allo stesso modo ho apprezzato il lavoro svolto per i cori e le backing vocals ben studiate e realizzate (ne è una prova la chiusura “a cappella” di Mother Earth).

In conclusione: un album che se in patria è stato accolto molto favorevolmente, forse per via dell’attività live della band (che li ha portati a vincere alcuni concorsi), al sottoscritto ha lasciato più di una perplessità: le buone idee che saltano fuori qua e là si perdono spesso in melodie poco convincenti o in soluzioni che, sebbene non plagino nessuno in senso stretto, sanno troppo di “già sentito”. Comunque sia per chi volesse dare un’opportunità a questi 4 ragazzi, segnalo la possibilità, tramite sito ufficiale, di acquistare una copia di questo lavoro ad una cifra molto contenuta o in alternativa di comprare i singoli mp3 (previo ascolto di brevi anteprime). Io dal canto mio li aspetto al varco di una nuova uscita, sperando (per loro) che possano farmi un’impressione migliore.

01. The 7th Sea
02. Killer 7
03. And I Fly
04. Salvation Is An Honest Man
05. The Ghost
06. Mighty Wings
07. Insane
08. Beyond The Pain
09. My Dearest Love
10. Children Of Thorns
11. Twilight Into Darkness
12. Overture
13. Never Be My Friend
14. Mother Earth

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