Recensione: 9 Hours

Di Francesco Prussi - 16 Ottobre 2005 - 0:00
9 Hours
Band: Jay Miles
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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70

Non avevo mai sentito parlare di Jay Miles, cantante Svizzero che all’età di sedici anni mosse i primi passi con i Girlfriend e successivamente con gli Steambrain, pubblicando anche un disco su Epic. Il cantante una decina d’anni fa decide di trasferirsi in America, ma non ho notizie riguardo a sue eventuali pubblicazioni o collaborazioni avvenute al di là dell’oceano. In ogni modo bisogna dire che il nostro è riuscito ad agganciare i nomi giusti, perché le dodici canzoni di 9 Hours, (più la versione Soul Mix di Lonely come bonus-track) vedono la partecipazione di musicisti come Steve Lukather, Michael Tompson, Robbie Buchanan e C.J Vanston alle tastiere ed il bass-player Neil Stubenhaus. Nomi che vantano collaborazioni con artisti del calibro di Phil Collins, Michael Bolton, Bon Jovy, Cher, BB King, Richard Marx ecc, ecc.

Il contenuto musicale del disco è orientato verso una miscela di Pop-Aor, riuscitissima nel suo sviluppo, ma che forse l’eccessiva presenza di tempi medio-lenti, a mio parere, può rappresentare l’unico difetto del lavoro appesantendo un po’ l’ascolto. In ogni caso i brani sono tutti di buon livello, la produzione cristallina valorizza in pieno la bella voce di Jay, e la compattezza delle parti strumentali aggiunge valore ad un disco che sicuramente farà la felicità degli aficionado del genere.  Pezzi emozionanti come Safe o la più vigorosa ed incisiva Lonely, vent’anni fa avrebbero sicuramente fatto il botto nelle classifiche Americane conquistando anche l’air-play radiofonico, mentre ora 9 Hours sarà sicuramente omaggiato da una cerchia più ristretta, ma fedele, di fans del genere. Impossibile non apprezzare la dolcezza di Grandpa’s Chair, un pezzo da pelle d’oca, valorizzato da cori Gospel molto emozionanti, oppure all’up-tempo dell’iniziale Everlasting Love dalle atmosfere alla Foreigner. Un altro pezzo che mi ha catturato è la ballad Angel, molto bella e romantica. Anche la pop-oriented Sendin’ All My Love e la più ritmata I’M Still Breathin sono brani che si fanno apprezzare per freschezza e melodie soavi ed orecchiabili, in ogni modo mai banali o scontate. Non amo in maniera particolare i lavori iper-melodici preferendo sempre un approccio più rock, ma 9 Hours mi è piaciuto, in quanto i brani sono accattivanti e vivono di ritornelli orecchiabili, senza dimenticare l’interpretazione sentita e piena di pathos del cantante Svizzero. In conclusione devo dire che il nostro singer, è riuscito a creare un’ora scarsa di musica suonata ed interpretata alla grande, destinata a chi dalla musica si aspetta atmosfere sognanti e ricercate.

Consigliatissimo per serate romantiche a lume di candela.

 

Everlasting Love

I Dont’t Want To Hold You

Safe

Angel

Lonely

Still Believe In Love

What About Us

Sendin’ All My Love

Back On The Street

Grandpa’s Chair

I’m Still Breathin’

I Can’t Make You Love Me

Bonustrack:

Lonely-Soul Mix-

 

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