Recensione: Neon Sunrise
Neon Sunrise è il quarto disco ufficiale degli svedesi Captain Black Beard e vede la luce per la Mighty Music. Dodici tracce per tre quarti d’ora di musica quelli racchiusi dentro il Cd che si accompagna a un libretto di dodici pagine con tutti i testi, una foto della band sul retro e una storia a fumetti nelle due centrali.
La musica significa emozione che arriva, è l’unica cosa che conta davvero. La storia dell’hard e dell’heavy insegna che un riff azzeccato vale di più di certuni dischi per onanisti della chitarra, seppur fenomeni. Gli AC/DC dettano legge, in questo senso. Indi chissenefrega sei i Captain Black Beard scimmiottano allegramente e spudoratamente i vari The Night Flight Orchestra, Eclipse, H.E.A.T., Brother Firetribe che a loro volta pescarono a piene mani, ravvivandola, dalla grande lezione di Styx, Foreigner, Survivor, Boston e Journey?
I Primal Fear consegnarono alle cronache degli ottimi album di heavy metal, facendo i Judas Priest e la stessa cosa misero in atto i Tierra Santa nel loro momento migliore, con gli Iron Maiden. E nessuno (se non una minima percentuale di aficionados) si stracciò le vesti per lesa maestà nei confronti dei due big sopraccitati.
Indi perché prendersela con i vari Martin Holsner (voce), Christian Ek (chitarra, backing vocals), Robert Majd (basso, backing vocals), Daniel Krakowski (chitarra) e Vinnie Stromberg (batteria) per le scopiazzature?
Neon Sunrise non contiene un riempitivo che sia uno, i pezzi scorrono via che è un piacere e, se proprio si vuole scomodare il concetto di integrità i Captain Black Beard non sbragano, evitando di cedere alla tentazione di piazzare dentro il disco la classica ballad strappamutande, che infatti non c’è.
A partire da “Flamenco”, il probabile highlight del disco, sino ad arrivare alla title track posta in chiusura gli svedesi filano come un treno fornendo sane dosi di hard rock di stampo melodico anni Ottanta tracimante nell’Aor con buona pace di tutti. Altri episodi da segnalare la scintillante “Invincible” e la ruffianissima “Night Reaction”, andare oltre risulterebbe ingeneroso, visto che l’album va preso nella sua interezza.
Neon Sunrise conferma quindi appieno il momento di particolare vena di Martin Holsner e compagnia cantante, capaci di sfornare un disco che non stanca mai, all’insegna della fruibilità e della freschezza.
Stefano “Steven Rich” Ricetti