Recensione: A Black Vicious Path

Di Luca Trifilio - 26 Novembre 2009 - 0:00
A Black Vicious Path
Band: Exilium
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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60

Attitudine. E’ questa la prima cosa che viene in mente ascoltando A Black Vicious Path, il primo demo inciso dagli Exilium. Provenienti dal Veneto, nascono nel 2008 e sono composti da due elementi, Marco e Matteo: il primo si occupa di cantare ed incidere parti di chitarra e basso, il secondo suona la batteria. Inoltre, una mano in fase compositiva e di prove in sala viene data anche da Natan, il quale però non registra né vuole apparire nelle date dal vivo del gruppo.

Composto da 6 tracce per una durata complessiva di quasi 29 minuti, A Black Vicious Path è un concentrato di thrash metal grezzo e diretto, imbastardito da un filo di black metal in alcune armonizzazioni e nel feeling di alcuni brani, come ad esempio Madness Attack. Inevitabile qualche considerazione sulla produzione, decisamente sotto il livello medio anche delle produzioni amatoriali odierne: i suoni sono spesso impastati, i volumi della batteria settati male, ragion per cui a volte si fa davvero fatica a distinguere bene un riff piuttosto che un giro di basso. Il cantato è una sorta di screaming un po’ acerbo, non del tutto incisivo. A livello stilistico, ci troviamo di fronte ad una band che attinge profondamente nel thrash dei Testament dei primi due album in quanto a ritmiche e drumming, ma lo propone in una salsa maggiormente violenta, con probabili riferimenti ai capisaldi del thrash tedesco, Sodom e Kreator degli esordi in primis. A livello tecnico gli Exilium devono sicuramente ancora crescere, sia nel comparto solistico, presente ma non del tutto convincente né per esecuzione né per composizione, sia per quanto riguarda il drumming. Su quest’ultimo aspetto, tuttavia, va detto che Matteo è alla sua prima prova dietro le pelli dopo un solo anno di pratica, ragion per cui il margine di miglioramento c’è tutto. Va anche detto che sin d’ora, in ogni caso, riesce a fornire un buon impianto ritmico ai brani, alcuni dei quali proprio grazie alle sue parti di batteria riescono a strappare un po’ di headbanging, tanto caro ai thrasher.

Tra i brani presenti, da citare sono Fall ed Exilium, entrambe caratterizzate da buoni riff, una discreta varietà e da ritornelli che si stampano rapidamente in testa. Tra le note negative, invece, ci sono alcune parti strumentali di Scapegoat e di Madness Attack, eccessivamente tirate per le lunghe e che potevano essere snellite, ed il riffing ripetitivo di Rotten World. In definitiva, sul piatto della bilancia vanno posti vari aspetti: da una parte, la produzione scadente, le doti tecniche migliorabili ed un songwriting anch’esso da perfezionare; dall’altra, qualche buon riff, un approccio diretto che fa tanto old school e, come si diceva in apertura, tanta attitudine. Nel complesso, dunque, analizzando i fattori appena esposti A Black Vicious Path meriterebbe una valutazione al di sotto della sufficienza, ma in realtà riesce a raggiungerla in virtù di un aspetto che, in casi come questo, vale più della produzione e di tanti altri discorsi: il piacere che si ricava nell’ascoltare i brani ben riusciti del demo. Nulla di originale, ma i nostri non pretendono nemmeno di esserlo. Solo thrash vecchio stampo, suonato d’istinto. Per questa volta, possiamo essere soddisfatti.

Luca ‘Nattefrost’ Trifilio

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Tracklist:

1.    Return To Life (04:03)
2.    Fall (04:32)
3.    Scapegoat (05:30)
4.    Madness Attack (04:53)
5.    Rotten World (04:32)
6.    Exilium (05:20)

Line-up:

Marco “Defender” – voce, chitarra, basso
Matteo “Biff” – batteria

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