Recensione: A.D.1279
Dopo l’ottimo “General Triumphant” la parabola guerriera degli heavy/ folk metallers cinesi DreamSpirit (梦灵) si è materializzata in “A.D.1279)/ 公元壹贰柒玖“. Uscito a dicembre 2021 è il terzo full-lenght del gruppo ed include tre tracce presenti nell’EP “Warriors of Heaven Descend” (2019).
Una breve contestualizzazione
“(A.D.1279)” è ambientato sullo sfondo della guerra tra la dinastia Song e l’Impero Mongolo e vede le ultime fasi del conflitto durato oltre quattro decadi. In particolare l’anno 1279 A.D corrispondente alla battaglia navale di Yamen che si concluse con la caduta della dinastia Song.
A detta del gruppo l’album è ” una canzone per confortare l’animo eroico” che si traduce in brani generalmente più ricchi e complessi di “General Triumphant”. L’atmosfera lussureggiante è creata principalmente da 曹琼 Cao Qiong, suonatrice dei luminosi pipa e guzheng – presente pure nei Ritual Day – . Il lato complesso si manifesta invece attraverso una vena prog alquanto marcata ed accentuata altresì dalle maggiori aperture sinfoniche e tecnologiche.
Abbiamo di conseguenza parecchia carne carne al fuoco tra il tipico atteggiamento gioviale, cameratesco e diretto ed una dimensione fortemente drammatica e desolante. Quest’ultimi sentimenti paiono essersi evoluti da “Morbid Souls” brano della precedente opera, manifestando qui un temperamento camaleontico.
La recensione di “(A.D.1279)”
Composto di 12 tracce per un totale di 48 minuti, in quest’album traspare lo spirito ambizioso dei Nostri. “Lonely Shadow” è un pezzo eccellente e forse il più particolare del lotto grazie ad un virtuosismo cupo e misterioso e per il suo incedere lento, tra solidità senza compromessi e pianti depressive. Affascinante “Last Defender of The Empire” che parte con un’epicità marziale scintillante per poi deviare verso tinte fosche ed inquietanti.
Tra i pezzi più “sperimentali” e “tecnologici” attizza il magico vortice di “Chaotic World” e soprattutto “Mungun Tana”. Quest’ultimo è il brano con innesti folk metal mongolo più evidenti del disco. In tal senso è il cantato a richiamare potentemente il throath singing in una battaglia epica, entusiasta eppure solenne. Suggestioni mongole si trovano particolarmente anche in “Sea of Blood” e vagamente nel bellissimo “Artisan”.
Bisogna menzionare pure le “ballad”, davvero particolari per ragioni diverse. “Shivering by The Campfire” colpisce con il suo cameratismo rauco, in bilico tra Hanggai e medioevo europeo, sfumando infine in una cover spiritosa di “Smoke on the Water”. “The Last Elegy” affascina con la sua delicatezza cristallina eppure mesta, come fosse una preghiera nel gelo della distruzione totale.
Se dobbiamo segnalare un punto debole, quello si trova in “Sea of Blood”, precisamente nel passaggio epico dedicato alla battaglia. Si tratta di un momento degno dei migliori Blind Guardian, al punto tale che sembrano loro e non i DreamSpirit. Questa è la critica che personalmente gli si muove. Per il resto si tratta di grandissimo brano che pare descrivere perfettamente lo scontro tra cinesi e mongoli, quest’ultimi interpretati dal growl profondo, volto a mimarne l’idioma e replicare la loro carica distruttiva.
Conclusione
Con “A.D.1279” i Dream Spirit hanno confezionato un disco di qualità complessivamente elevata e questo anche grazie all’ottimo mix e produzione ad opera di Roland Grapow (ex Helloween).
La continua ricerca nel sound dimostra che la band è un caposaldo nel panorama folk metal cinese e possiede un carattere sufficiente per distinguersi nel folk metal mondiale. Un disco obbligatorio per chi ama il folk metal in generale e consigliato a chi ama Blind Guardian, Helloween e Dream Theater.
Nota: A marzo 2023 è uscito un nuovo singolo della band che fa ben sperare, resta da vedere cosa pubblicheranno ulteriormente. Noi attendiamo.
Elisa “SoulMysteries” Tonini