Recensione: A Different Kind of Hell

Di Andrea Bacigalupo - 2 Agosto 2023 - 21:58
A Different Kind of Hell
Band: Bloodletter
Etichetta: Wise Blood Letter
Genere: Thrash 
Anno: 2023
Nazione:
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60

Mi era piaciuto ‘Funeral Hymns’, secondo album degli statunitensi Bloodletter uscito nel 2021, soprattutto ci avevo visto una band interessante, per cui avevo una certa aspettativa quando mi sono messo all’ascolto del terzo ‘A Different Kind of Hell’, disponibile dal 21 luglio 2023 tramite Wise Blood Records.

Questo nuovo lavoro è un concept: “L’album è basato sul viaggio di un avventuriero solitario, che alla fine cade vittima di una forza malvagia” racconta Peter Carparelli, vocalist e chitarrista dei Bloodletter “ogni canzone rivive una parte del suo incubo e della sua discesa all’inferno”. Inferno come allegoria delle nostre più grandi paure, quelle che possono portarci alla pazzia.

Come musica, sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più: la band si mette sulla scia di ‘Funeral Hymns’ senza mai discostarsene, non prova assolutamente ad abbandonare la strada certa per l’incerta.

Anche troppo … qui se si ascoltano i due album uno dietro l’altro si rischia di confondere le copertine.

Ribadisco, ‘Funeral Hymns’ non è per niente male e neanche ‘A Different Kind of Hell’ lo è, ma sono praticamente gemelli, con i difetti del primo che si ripropongono nel secondo: anche nel nuovo lavoro c’è poca varietà che, per carità, non porta al tedio, ma sicuramente alla percezione del “già ascoltato” e mancano sempre gli elementi di spicco che danno quella giusta discontinuità per mantenerne vivo l’interesse.

Mi sto rendendo conto che anch’io sto facendo poco meno di un ‘copia e incolla’ della recensione che ho scritto per il più volte citato ‘Funeral Hymns’, ma le cose stanno così, è inutile girarci intorno.

D’altro canto, la band sa suonare: il suo è un Thrash lanciato come una locomotiva, pieno di linee di chitarra abrasive che ne costituiscono, efficacemente, la melodia portante e con una ritmica che è un tuono perenne, con tanti inserti Death Metal rafforzativi, ben incastrati per mantenere la giusta fluidità.

Riassumendo quanto sopra, come il suo predecessore, anche ‘A Different Kind of Hell’ è un disco granitico ed aggressivo ma troppo omogeneo. Se per il lavoro precedente questo difetto ero riuscito a bypassarlo, lasciandomi trasportare dal buon connubio di tecnica e ferocia e facendomi colpire da alcune bordate riflettenti la potenzialità della band, ora non ci riesco più. Per il terzo album ci voleva un passo in avanti, un qualcosa che rimarcasse la loro crescita pur senza snaturarne lo stile. Facendo un paragone un po’ forte: la differenza tra ‘Kill ‘em All’ e ‘Ride the Lighting’ è parecchia, ma entrambi gli album suonano Metallica al 100%.

Qui non si pretende questo, però ci troviamo con due dischi che se li metti in sequenza uno dietro l’altro non sai quando finisca il primo ed inizi il secondo.

Soprattutto, ci sono momenti che non ti ricordi più a che punto sei. Non è vera noia, però siamo sul filo.

Peccato, comunque continuiamo a credere nei Bloodletter e nella loro tenacia, sperando che, per il prossimo lavoro, affianchino alla tecnica ed allo stile un songwritng dai livelli appropriati.

A Different Kind of Hell’ è stato registrato e mixato da Peter Carparelli ed i Bloodletter presso gli Haunted Hill Recordings ed è stato Masterizzato da Matt Engstrom di Burn the Furniture Studios. La copertina è di Andre Trindade.

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