Recensione: A Different Kind of Truth

Di Alessandro Zaccarini - 14 Febbraio 2012 - 0:00
A Different Kind of Truth
Band: Van Halen
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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82

Edward Lodewijk Van Halen e Diamond Dave Lee Roth, due signori dalle indiscutibili doti artistiche capaci in sette anni di ribaltare non solo la storia del rock, ma quella della musica. Perché i Van Halen dell’epoca d’oro sono stati grandi come pochi altri e hanno conquistato, invaso e shockato il mainstream come una solo ristrettissima comitiva di purosangue ha saputo fare (Queen, Guns n Roses, AC/DC e pochi altri). Poi i due, complice la gioventú, sono diventati un po’ come Sandra e Raimondo – ma non chiedetemi se Michael Anthony vesta le parti della tata, perché mi avvalgo della facoltá di non rispondere.

La prima serie di Casa Van Halen vede la luce proprio nel periodo che ha segnato l’apice come successo – e insieme al debutto, anche artisticamente – arrivato con quel ‘1984’ capace di tallonare Michael Jackson e il suo Thriller per vendite e popolaritá. Durante il tour di ‘1984’, scoppia la polemica con i due che si sparano critiche incrociate sui rispettivi stili di vita: l’amalgama vincente si spacca. Arriva Sammy Hagar e arrivano un paio di ottimi dischi, ma con Diamond Dave la storia era un’altra. Lee Roth nel frattempo tenta con altalenante fortuna la carriera solista, aiutato dal reclutamento di Steve Vai alle 6 corde: ancora una volta la qualitá in ‘Eat ‘Em and Smile’ e ‘Skyscraper’ non manca, ma con Eddie era un’altra cosa.

Insomma per funzionare al massimo, i Van Halen hanno bisogno di entrambi e questa é un po’ la chiave di lettura di ‘A Different Kind of Truth’: per essere il disco che potrebbe essere, quantomeno sulla carta, i due motori trainanti devono condurre all’unisono. Sperando che la collaborazione sia piú longeva del fuoco di paglia del 1996, quando la rinnovata amicizia duró solo qualche giorno, il tempo per uno show di presentazione di un best of e tanta polemica.

L’incipit non é dei migliori: il singolo ‘Tattoo’, uscito il 10 gennaio, si deve far strada tra polemiche di riciclaggio di vecchi riff e sinceramente non ha quella grinta e quel traino che hanno fatto dei Van Halen una delle band piú eletrizzanti ed esaltanti del pianeta. Delude i piú compreso il sottoscritto, che a proposito di tattoo ne ha proprio uno dedicato a questa band e aspettava questo ritorno con l’acquolina in bocca da mesi. Come un bambino aspetta che il plumcake si raffreddi per tagliarsi la prima fetta.

Si sa, i singoli possono fuorviare e potrebbe essere che la Interscope (che poi é la Universal) non voglia spaventare gli ascoltatori piú moderati. Tanto noi amanti di questa musica, un’ascoltata al disco gliela diamo in ogni caso… Per fortuna é proprio cosí: She’s the Woman é la fenice che riemerge dalle ceneri e riporta in auge i Van Halen sepolti da decenni sotto una coltre di disintossicazioni e incomprensioni. Una fenice non piú giovanissima, perché la voce di Diamond Dave non é piú quella di Top Jimmy, ma tra un ritornello catchy al punto giusto e un riffing che solo l’olandese trapiantato a Pasadena puó offrirti, la fenice sa ancora il fatto suo. Se poi vi piace quando Eddie suona in semi pulito e punzecchia le corde con quel fare anacronistico che la band non ha mai nascosto di amare, avete Blood And Fire e Stay Frosty, nipote di quella Ice Cream Man che ha fatto scatenare i fianchi di generazioni di rock’n’rollers.

Attenzione peró, perché se pensate che i Van Halen siano qui a giocare la parte degli anziani che sbirciano nei cantieri comunali chiedendosi che fine abbiano fatto le loro tasse, vi conviene cambiare idea prima di essere travolti dal treno in corsa che porta il nome di Chianatown. ‘A Different Kind of Truth’ contiene alcune tra le cose piú veloci e aggressive che i Van Halen abbiano composto durante la loro carriera: chiamate all’appello Bullethead e As Is e loro testimonieranno per voi con la loro grinta e la loro carica elettromotrice. Chiamate Outta Space a rincarare la dose e vi troverete di fronte all’inconfondibile tocco delle mani magiche che corrono su e giú quel manico che sia della cara vecchia Frankenstrat o della sua nuova personalissima serie.

Vero, sei dei brani di questo disco sono vecchi inediti del periodo ‘75-‘77 riarrangiati per l’occasione… ma non é ció che tutti sognamo dalle ricomparse sulle scene dei grandi nomi del passato? Poter riassaporare vecchi fasti e ritrovare dopo anni le idee che ci hanno fatto innamorare di questa musica? Se Coverdale un giorno si svegliasse e trovasse una demo con pezzi mai pubblicati delle sessioni di ‘Slide It In’, io sarei giá a stappare la bottiglia. In piú c’é da dare atto alla band che gli altri 7 pezzi che vanno a comporre il lotto finale di 13, non sono per nulla inferiori a quelli “riciclati”; passatemi il termine. Unica pecca (parziale) del disco é – come gia accennato – la voce di Roth, non piú capace delle piroette che l’hanno resa famosa in tutto il globo. Gli anni passano per tutti anche se per altri meno: é il caso dei due Van Halen originali. Niente da dire per il ragazzotto che porta l’ereditá pesante di un tale von Beethoven e tantomeno del fratello che invece ricevette in dono lo stesso nome che fu di un bambino prodigio di Salisburgo. I due archiviano una prova di tutto rispetto, con menzione d’onore per Eddie che piu’ di 30anni dopo continua a suonare lo strumento come nessuno nell’universo conosciuto.

Volevamo la musica di classe con l’inconfondibile marchio Van Halen, l’abbiamo avuta. Volevamo sentire la chitarra fischiare, volevamo Diamond Dave dietro il microfono e Alex a punzecchiare il ride come lui sa fare. Tutto presente. I capolavori nella discografia di questa band rimarranno altri ma questo é un album che giá va a mettersi quatto quatto in pole-position per un posto d’onore nell’annata 2012. Questo é un altro pezzo di quel rock che non morirá mai.

She may be the woman… but Eddie’s the man!

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

Tracklist:
01. Tattoo
02. She’s the Woman
03. You and Your Blues
04. China Town
05. Blood and Fire
06. Bullethead
07. As Is
08. Honeybabysweetiedoll
09. The Trouble With Never
10. Outta Space
11. Stay Frosty
12. Big River
13. Beats Workin’

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