Recensione: A Flower To Remember
Mi giunge solo oggi questa demo registrata nel 2000 e mai diffusa nel
vero senso della parola, anzi ignorata praticamente in blocco dalla critica di settore, anche se qui ci sono ben undici brani pronti a
formare un album completo e omogeneo, che in tempi non sospetti (leggi
tempi migliori per il mercato discografico) non avrebbe faticato a
suscitare interesse per diverse label.
Gli Opera nascono nel 1994 nel più classico dei modi, ovvero come cover
band Thrash metal, per poi tuffarsi nella composizione di pezzi originali di lì
a tre anni. Il periodo è quello del power-prog, cioè quello in cui la
miriade di power band bistrattata da critica e pubblico inizia ad
“elevarsi” innestando elementi neo-prog influenzata dai successi di Dream
Theater e Fates Warning su tutti. Anche la line-up rispecchia questa
tendenza, infatti ci troviamo alle prese con il classico sestetto due
chitarre, tastiera, basso, batteria e voce, che si riunisce in formazione
stabile dopo gli inevitabili cambi di assestamento.
Dietro le pelli emerge fin da subito una vecchia conoscenza, Dario
Ciccioni, bravo drummer che proprio durante le session di registrazione di
“A Flower To Remember” incontra Daniele Liverani, interessatissimo al progetto Opera e co-produttore di questa demo, con cui avvierà diversi
progetti importanti, tra cui “Genius” e “Khymera” affiancando musicisti di
fama internazionale.
La sua impronta dà quantità e soprattutto qualità alla manovra ritmica
della band, che può spaziare dal prog vero – quello di classe e melodico di
chiara derivazione Kansas – alle avanguardie più metalliche dei succitati
Dream Theater, senza abbandonare del tutto una predilezione innegabile per
il power teutonico.
L’approccio delle chitarre di Daniele Partisani e Christian Riccardi è
piuttosto vicino a quello che potremmo definire melodic-thrash di Evergrey,
Nevermore e a volte Iced Earth, con riff serrati e spezzati, che
difficilmente si perdono in stucchevoli virtuosismi, con il basso di Luca
Valentini che si accosta ad essi in qualcosa di simile ad un “triple axe
attack”. La voce di Alessandro Conti è innegabilmente derivativa, imitando
timbricamente e tecnicamente il trend dettato da James Labrie, ma finendo
per assomigliare ai tanti power-singer italici dotati di buona tecnica di
base ma di poca personalità: ridotti all’osso i sospiri d’espressione e i
fiatati, registro quasi esclusivamente di testa, quando non si ricorre ad
un falsetto troppo scolastico per non risultare anonimo. Le note di colore
vengono gioco forza dalle tastiere di Lorenzo Bartolini, che con i suoi
interventi irrompe spesso e volentieri nei fraseggi asfissianti degli
axeman, e dona respiro e ariosità al brano.
Dopo la registrazione di questi pezzi gli Opera stanno continuando a lavorare aiutati sia da Daniele Liverani, sia dall’ormai affermato Dario Ciccioni, anche se la band non ha ancora trovato stabilità nella lineup. Truemetal ha deciso di aiutare dando visibilità a un demo di cinque anni fa, e sperando di
contribuire alla rinascita artistica di un genere abusato e appiattito.
Tracklist:
- No Mercy
- A Flower To Remember
- A Voice From The Sky
- Opera
- Memories
- The Man Who Destroys
- Overfall (part I)
- Overfall (part II)
- Life Of Agony
- Angel
- Falling Away
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