Recensione: A Forest
Quando nel 1980 i The Cure lanciarono il singolo ‘A Forest’, dall’album “Seventeen Seconds”, di certo non avrebbero immaginato che quarant’anni dopo una band black metal del calibro dei Behemoth ne avrebbe fatto una propria cover. E proprio questa cover è al centro dell’ultimo EP del gruppo: composto di quattro tracce, troviamo due ‘A Forest’ – una registrazione in studio e una live – e due inediti.
Questa nuova versione vede anche Niklas Kvarforth (Shining) alla voce insieme a Nergal (come era già successo nel progetto solista Me And That Man), e dà una bella rinfrescata a un brano che nella versione originale porta con sé tutto lo spirito dei The Cure di quegli anni. Qui in particolare si distingue un basso ben rinforzato che rende il pezzo ancora più dark e una base ritmica più veloce, oltre al “duetto” vocale; insomma, il pezzo è stato completamente rivisitato in chiave Behemoth e suona molto bene. La scelta di inserire anche una versione live potrebbe essere una chicca per i fan più fedeli o per i collezionisti, ma alla fine non aggiunge nulla all’EP stesso.
Anche gli altri due inediti sono delle belle sorprese, che sono state concepite della band come proseguimento dell’ultimo “I Loved You At Your Darkest” del 2018. Dei due, ‘Shadows Ov Ea Cast Upon Gologtha’ è il pezzo più oscuro e veloce, e ci offre un ottimo esempio di quello che la band sa fare meglio senza però suonare scontato. ‘Evoe’ inizia subito con un riff di base coinvolgente e solido che ci accompagnerà per tutta la sua durata; potremmo dire che volge più verso il death che verso il black, ma lasciando perdere inutili etichette è semplicemente un bel pezzo metal. Dispiace un po’ quando finisce.
Come dichiarato da Nergal stesso, questo EP voleva essere una sorta di offerta ai fan in questi tempi difficili, e molto probabilmente il regalo sarà gradito.
