Recensione: A Garland Of Tears
Nati nell’anno 2005 e provenienti dal Regno Unito, i My Silent Awake
hanno da sempre messo in mostra una sorta di vera e propria devozione verso i
grandi maestri e principale musa ispiratrice My Dying Bride, con la
pubblicazione di due album datati 2006 (Shadow Of Sorrow) e 2007 (The
Anatomy of Melancholy) ben suonati, ma decisamente privi di personalità.
I nostri tornano dunque a farsi sentire con A Garland Of Tears,
terza release ufficiale che continua lo stesso discorso intrapreso con i
capitoli precedenti.
Insomma, poche nuove anche da questa uscita numero tre (per il terzo anno
consecutivo). La band inglese continua con la solita ricetta a base di gothic/doom,
emulando (in ottimo modo, questo è da dire) i maestri My Dying Bride. Ci
sono le atmosfere, decadenti, malinconiche e raffinate, la buona padronanza
dello strumento e la voce del singer Ian Arkley in molti tratti
somigliante al timbro vocale di Aaron Stainthorpe, sia per quanto
riguarda le parti pulite, sia per il growl straziante. Buona anche la
produzione, ben curata e che mette in risalto tutti gli strumenti suonati, tra i
quali anche il violino, utilizzato piuttosto raramente. Ma non basta,
durante lo scorrere della tracklist è quasi impossibile non avere una sensazione
di Déjà-vu che porta a scomodi ma necessari paragoni con la band di Halifax.
Sette sono le tracce a disposizione all’interno del disco, per una durata
complessiva che supera di poco i cinquanta minuti. Pezzi sempre ben bilanciati
fra atmosfere malinconiche, tempi di marcia lenti e strazianti ed aperture
melodiche sognanti e raffinate. In una tracklist piuttosto omogenea, non mancano
di certi gli spunti interessanti, come nel caso delle aperture più folk-oriented
della strumentale Pendulum e il sognante interludio acustico di
Fallen Leaves, ma per il resto, ci troviamo di fronte ad una serie di
brani privi di originalità e quindi destinati a finire nel dimenticatoio dopo
pochissimi ascolti.
Come dicevamo, i My Silent Awake dimostrano di essere niente più che
dei buoni esecutori con una evidente mancanza di personalità per quanto riguarda
il ruolo di compositori. Alla fine dei conti, A Garland Of Tears è
semplicemente il terzo e personale tributo alle muse ispiratrici, ma che
purtroppo fatica non poco a trovare il giusto spazio in un mercato che offre
prodotti di gran lunga più originali e interessanti.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
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Tracklist:
01 Tunnels
02 Cruel Grey Skies
03 Pendulum
04 By My Own Hand
05 Fall Of The Frightless
06 Fallen Leaves
07 Wilderness Of Thorns