Recensione: A Hero For The World

Di Francesco Sgrò - 25 Maggio 2013 - 12:00
A Hero For The World
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Anno: 2013
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77

Niente di nuovo sotto il sole. Nel calderone del Power Metal classico precipitano anche gli A Hero For The World, creati dalla mente del talentuoso tastierista / cantante Jacob Kaasgaard.
Supportato da musicisti misconosciuti ma di ottimo livello, l’artista svedese riesce ad allestire un album d’esordio sicuramente notevole ma non molto personale in fase di songwriting. La pesca a mani basse da quanto proposto negli anni da vere icone del genere quali Freedom Call, Stratovarius ed Avantasia è, in effetti, a tratti sin troppo manifesta ed evidente.
L’opera si adagia in ogni modo su livelli discreti, alternando momenti in cui la sensazione di Deja Vu è fortemente presente, ad altri più interessanti ed ispirati.
Un profilo che per questo esordio, potremmo definire “a doppia faccia”, proprio come una medaglia. Una prima parte tutto sommato banale e stereotipata, cui fa seguito un secondo nucleo di pezzi decisamente più efficaci e degni di nota.

La traccia d’apertura “We Are Forever“ denota, sin dai primi istanti, una significativa carenza compositiva o se vogliamo, di “personalità” in senso stretto, parendo quasi scaturita direttamente da un album dei Freedom Call. Il brano è caratterizzato da una buona dose di melodia che, tuttavia, tende in gran parte a rievocare standard musicali già sperimentati molte volte in passato, risultando purtroppo scontata e poco esaltante.
Il quadro generale della situazione resta invariato con la successiva “Eternal Shadows“, traccia nella quale stavolta è l’ombra dei finnici Stratovarius ad emergere, sottolineando ancora la mancanza di idee (per quanto possibile) fresche e personali.
Un bagliore di speranza arriva finalmente con la splendida “Free Forever“, sublime ballad mistica, dominata da melodie ariose in grado di portare una decisa ventata di aria nuova in un album che,ì fino a questo punto aveva stentato a decollare.
Si prosegue con la veloce “Let It Go“ che, fortunatamente, riesce a mantenere l’opera in equilibrio sul baratro della banalità grazie ad un refrain semplice ma vincente.
La lunga “Heaven’s Eyes“, pur contenendo i classici ingredienti del power più classico e scolastico, si rivela tutto sommato gradevole, essendo ottimamente strutturata ed arricchita da un buon ritornello indubbiamente efficace.

Nonostante la banalità di alcune linee vocali proposte dal singer, nonché unico compositore del combo, anche la successiva “Alive“ costituisce sicuramente un altro momento importante, adagiandosi su sonorità più morbide ed atmosferiche che riescono a colpire la memoria dell’ascoltatore.
La vena compositiva della band da qui in avanti sembra riprendersi finalmente in modo deciso: con la diretta “End Of Time“, gli A Hero For The World riescono a spazzare via le incertezze dimostrate all’inizio dell’opera grazie ad una serie di ottime melodie.

L’ultima parte dell’album infine, è costituita da una lunga suite, divisa in tre moviementi, di oltre quindici minuti complessivi: la prima parte “Over Land And Sea“, è una splendida composizione strumentale, breve e ricca come sempre di ariose melodie, ben evidenziate da un notevole operato tastieristico, immancabile quanto fondamentale.
“A Quest Of The Brave“ prosegue egregiamente l’opera conclusiva del combo svedese, concentrandosi su velocità cadenzate e di buon impatto, mentre a chiudere il lavoro è la lunga “One Hope Of Life“, brano che contribuisce ad arricchire il disco di un nuovo notevole episodio, portando così alla rivalutazione di un prodotto che, nonostante qualche ombra iniziale, nel prosieguo si rivela un buon compendio di Power Metal capace di soddisfare le aspettative dei fan più accaniti del genere.

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