Recensione: A Jester’s Tale

Di Eugenio Giordano - 24 Settembre 2003 - 0:00
A Jester’s Tale
Band: Blackened
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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64

Questi tedeschi Blackened giungono con “A Jester’s Tale” al loro terzo platter, sebbene il gruppo ancora navighi nell’underground, in questa sede i nostri dimostrano di meritare un deal ufficiale, ma evidentemente le trame del mercato discografico hanno estromesso i Blackened dalle attenzioni delle principali case europee, fin qui almeno. Fortunatamente la Hellion si è impegnata a distribuire questo platter al di fuori dei confini tedeschi ampliando decisamente le prospettive del gruppo. E’ importante sottolineare quanto i Blackened si siano impegnati sia sotto il profilo compositivo che sotto l’aspetto tecnico del disco, la produzione è assolutamente alla altezza della situazione e il sound della band risulta potente e graffiante in ogni frangente del disco. Il gruppo si muove su coordinate classiche all’insegna di brani dal forte reafrain epico e crescente, non mancano parziali contaminazioni power che comunque non scompongono l’ossatura del metal proposto dalla band, oscuro, trascinante e diretto.

Già dalla prima “A Jester’s Tale part 1” i Blackened dimostrano un radicato legame tra il loro presente e il passato storico dell’epic metal, qui i nostri si cimentano in un mid tempo marziale che culmina in un ritornello frontale e coinvolgente. Se tutto il disco viaggasse su questi parametri ci sarebbe da gridare al miracolo, la seconda parte della suite “A Jester’s Tale” si riallaccia al metal classico fondato su riff portanti e inarrestabili, mi pare che ci siano forti richiami alle chitarre degli Accept ma sotto il profilo vocale questo paragone non è proponibile, la voce di M. Schwanz è potente e piuttosto bassa come timbrica, certamente vigorosa ma alla lunga monocorde. Subito dopo questi due buoni pezzi i nostri scelgono di spezzare il disco con uno slow dal sapore epico ma non particolarmente coinvolgente, parlo di “Even Angel’s Fail” che non mi ha decisamente convinto e ha ridimensionato il mio entusiasmo iniziale. Più veloce e vagamente power oriented, nella sezione ritmica maggiormente, “Never Surrender” rialza decisamente il tiro del disco, non si tratta di un brano geniale ma colpisce nel segno col solito refrain crescente ed ispirato. Migliore perchè veramente ortodossa “On The Edge” è una canzone poderosa e si riallaccia alle prime due a livello ritmico, anche qui ci troviamo di fronte a semplice metal classico suonato con passione. Meno convincente e troppo ripetitiva “Hang Him Higher” risulta noiosa e prolissa dopo i primi ascolti, ma comunque i nostri si rialzano con la velocità di “bear me dragon” che rimanda agli Hammerfall dei primi dischi ma possiede una sua anima personale che la pone tra le migliori track del cd. Pessima e veramente poco ispirata “The Candle Burns” si dimentica in fretta con il metal più ambizioso e tecnico di “Sleepless” che si accosta all’epic metal degli anni ottanta americani, peccato trovare un brano del genere così indietro nella tracklist. Più potente e ancora molto ispirata “Still I Bleed” è una nuova prova del valore del gruppo e si pone certamente tra le migliori del disco. La chiusura del platter è affidata all’immancabile ballad “It’s
Just Me” che rovina il tiro dei precedenti episodi, senza aggiungere nulla a quanto detto fin qui dal gruppo.

Di sicuro questo “A Jester’s Tale” non rappresenta un must per chi ama il metal classico ma comunque offre una viosione decisamente interessante di una band che in futuro potrebbe riservare sorprese positive. Certo ai Blackened manca ancora la continuità e la fermezza dei grandi gruppi, ma soprattutto vanno evitati i troppi cali di tensione all’interno del cd, perchè rovinano quanto di buono il gruppo ha composto, comunque la stoffa c’è.  

1. A Jester’s Tale Part 1  
2. A Jester’s Tale Part 2  
3. Even angels fail  
4. Never surrender  
5. On the edge  
6. Hang him higher  
7. Bear me dragon  
8. The candle burns  
9. Sleepless  
10. Still I bleed  
11. It’s just me

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