Recensione: A Light In The Sky
Se avete a disposizione qualche decina di milioni di euro e, per puro caso, intendete spenderli per raggiungere l’orbita di Giove lanciandovi con una sonda Pioner dalla celebre postazione di Cape Canaveral, non dimenticate, prima del coutdown finale, di passare in negozio e di acquistare A Light In The Sky: siete appena entrati in possesso della colonna sonora adatta per un viaggio alla ricerca della via lattea.
Colpito dalla fionda gravitazionale e accecato dagli studi cosmologici, Don Airey, celebre tastierista dei Deep Purple, si misura con un argomento che mai andrà fuori moda: lo spazio, questo sconosciuto. Con una pletora di idee e di soluzioni “astronomiche” Mr. Airey riesce a dare vita ad un disco non certo innovativo ma assai ambizioso, quello che ci vuole per stimolare come si deve una vera icona del rock internazionale.
A Light In The Sky è un progetto che svela immediatamente le (ottime) capacità compositive del tastierista britannico, in viaggio per il cosmo insieme ai bassisti Laurence Cottle e Chris Childs, ai batteristi Darrin Mooney e Harry James, al chitarrista di Jamiroquai, Rob Harris, e alla violinista classica Lidia Baich. Non dimentico i cantanti Danny Bowes, Carl Sentance e lo stesso Harry James anche se, tenetelo presente prima di investire i vostri soldi, non svolgono un ruolo costante nell’opera semi-strumentale.
Proprio così, su diciassette brani soltanto cinque hanno una rifinitura vocale ma si tratta degli episodi chiave, quelli che trasmettono tutto il fascino dell’hard rock, dirottando occasionalmente la nostra attenzione dall’atmosfera base alle melodie e ai ritornelli stile anni settanta/ottanta.
Per questo e per tanti altri motivi mi è impossibile oscurare tracce quali Shooting Star o Endeless Night, canzoni che paiono estratte dai migliori dischi dei Deep Purple con un Carl Sentance (al microfono) semplicemente strepitoso: riuscirete a resistere al richiamo dei rispettivi ritornelli?
Prima e dopo tantissime escursioni strumentali che sviluppano i suoni psichedelici (Ripples In The Fabric Of Time), implementando, tra gli altri, anche del Jazz (Space Patrol), il tutto senza esagerare con strutture troppo complesse ma badando a non allontanarsi mai dalla linea imposta e impostata dalle tastiere di Airey.
Elegantissimi i duetti pianoforte/violino di Into Orbit, ridondante la costruzione della title track, preludio ad un lunghissimo finale tutto da scoprire.
Al momento non sappiamo se questa “politica spaziale” reggerà alla distanza o se, più semplicemente, ci sarà un seguito di A Light In The Sky, ma vogliamo accontentarci di un prodotto che, senza dubbio, centra l’obbiettivo minimo. E il buon Airey ha ragione quando dice (intervista) che con la musica c’è sempre e solo da imparare: se il motto vale per lui, figuriamoci per noi…
Gaetano Loffredo
Tracklist:
01.Big Bang
02.Ripples In The Fabric Of Time
03.Shooting Star (Vocal)
04.Space Patrol
05.Andromeda
06.Endless Night (Vocal)
07.Rocket To The Moon (Vocal)
08.Lift Off
09.Love You Too Much (Vocal)
10.Cartwheel ESO 350-40
11.Sombrero M104
12.Into Orbit
13.A Light In The Sky (Pt. 2) (Vocal)
14.Pale Blue Dot
15.MetalCity
16.Big Crunch
17.Lost In The End Of Time