Recensione: A New Breed Of Rebellion
Giunti al loro secondo album da studio, i “Katagory V” si ripresentano al pubblico dell’heavy metal music con un lavoro che non si discosta di molto dal precedente capitolo discografico. La proposta musicale della band è un classico heavy Metal d’intenzione epico/progressiva. Molte scelte stilistiche adottate in questo full lenght sembrano riportare alla mente numerose trovate compositive proprie ai Queensryche di seconda metà anni 80 mescolati ad una vena progressiva più accentuata,forse di diretta derivazione “Fates Warning” e con numerosi inserti pomposi e magniloquenti.
A testimoniare quanto da me detto troviamo proprio in apertura del platter la title track Sand of Time introdotta da una intro strumentale davvero d’effetto. Il brano si snoda poi attraverso ritmi veloci e riff serrati accompagnati da una discreta prestazione vocale, quest’ultima sicuramente migliorabile. La vena progressiva del disco si mantiene viva anche attraverso hits song come la sontuosa No response che fa della sua carta vincente gli spettacolari quanto epici refrain che arricchiscono la variopinta costruzione strumentale ancorata comunque e sempre ai principi di un classico Heavy Metal. Il disco non finisce certo qua, altre hits arricchiscono questo discreto lavoro, ed una di queste è sicuramente la ballad A New Breed of Rebellion che strizza l’occhio alle melodie tanto care a band quali i Crimson Glory (proprio dell’era dei 2 primi mitici full lenght!), e l’arpeggio posto in apertura della song è a testimoniare quanto da me affermato (ricordate la mitica Azrael?!). La ballad ha anche il duplice compito di mettere in mostra anche le buone doti tecniche dei membri della band grazie ad una costruzione strumentale abbastanza articolata e complessa. E se è un Heavy Metal più pesante a farla da padrone in Your Dreams ciò non si può certo dire nella bellissima quanto triste conclusiva ballata intitolata One Last Time. Sia ben chiaro che il prodotto in questione è ancora lontano dalla perfezione musicale, ma i presupposti per fa bene ci sono quasi tutti, tuttavia alcuni brani risultano ancora abbastanza scontati, vedi In Dark Night, alquanto noiosa e penalizzata da una produzione non certo all’altezza. Produzione che, comunque, bisogna dirlo, penalizza moltissimo quasi tutto il disco in questione.
In conclusione questo secondo album da studio dei “Katagory V” getta ottimi presupposti per un prossimo terzo full lenght (già in progettazione), la band ha raggiunto un discreto livello tecnico/compositivo, la produzione, come già detto, è ampiamente migliorabile specie per un disco con sonorità si Heavy Metal, ma ancorate saldamente alla loro forte componente progressiva.
Vincenzo Ferrara