Recensione: A New Day
Attesissimo ritorno quello degli Arachnes, band guidata dai fratelli Enzo e Frank Caruso, veri e propri veterani della scena rock metal italiana che, a distanza di 5 anni dall’eccellente “In Praise Of Science”, tornano in gran forma con il sesto disco della loro carriera intitolato “A New Day”. Si tratta di un concentrato di power-progressive dalle atmosfere eleganti e sofisticate che riesce nel difficile compito di farsi apprezzare già dai primi ascolti, grazie a un songwriting maturo e ad arrangiamenti di prim’ordine. Il cambiamento di label, da Scarlet a Lion Music, e l’assenza dal mercato discografico per diversi anni, non hanno per nulla scalfito la band che, al contrario, sembra aver assorbito maggiore linfa dando vita al miglior album della propria discografia. Sottolineato che in questo disco è la varietà compositiva a far da padrone, possiamo dunque entrare nel merito musicale di “A new Day” iniziando ad analizzare l’intero lavoro.
Si comincia dunque con la cerebrale I Know The Darkness, canzone arricchita da una molteplicità di influenze che vanno dal progressive rock anni ’70, al power metal neoclassico, in cui spiccano il guitar work sicuro e pieno di inventiva di Frank Caruso e l’ingegnoso lavoro tastieristico del fratello Enzo, impegnato anche nel ruolo di cantante dove ben si destreggia con la sua voce, caratterizzata da un ottimo vibrato, tra i complicati intrecci strumentali riuscendo a costruire appropriate linee vocali. Big Heart è una massiccia composizione power-prog che, per la scelta dei suoni, riporta alla mente il sound dei Dream Theater: solenni atmosfere, riff incrociati a melodie magniloquenti e articolate, si incontrano con un gusto che è sempre stato fuori dal comune per gli Arachnes. Capacità ribadita alla grande anche nella più sperimentale I’m Sorry, brano in cui gli spavaldi virtuosismi di Frank ed Enzo Caruso vengono adeguatamente supportati da un ottimo lavoro della sessione ritmica, perfettamente sincronizzata come anche nella poderosa Into The Fog, in cui a condurre le danze sono proprio Stefano Caironi dietro alla batteria e Gabry Baroni al basso coadiuvati dal muro sonoro delle chitarre, creando così un brano veloce e dall’impatto notevole, ma affinato con una tecnica magistrale.
Un delicato arpeggio di piano introduce Magic World, canzone tanto particolare quanto evocativa che va a svilupparsi su una splendida cavalcata in cui emergono lucide armonie vocali in stile Kansas, l’eroicità dei primi Rush e il metal inglese dei Rainbow: proprio quest’ultimi riaffiorano nelle melodie arabeggianti che introducono la spassosa parte solista.
My Face is Hard e Running in a Old Town sono due splendide composizioni: la prima ricca di pathos dove gli Arachnes mostrano tutta la loro ecletticità compositiva; la seconda mostra un feeling invidiabile e delle soluzioni del tutto inusuali, a dimostrazione che di fronte a ottime intuizioni melodiche, alla passione e al gusto, non c’è acrobazia tecnica che regga.
Decisamente più oscillante verso il prog dei Dream Theater, pur mantenendo un alto tasso di energia, è Take your life, dall’andatura ritmata e dai cori affabili. Menzione speciale per la strumentale Parallel Worlds, composizione sinfonica in grado di far tremare il trono dei migliori Kamelot che, nei suoi appena due minuti di durata, riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore grazie alla qualità degli arrangiamenti e all’ intensità dell’esecuzione.
Si torna a pestare duro con The Reason Of The Things, brano che riesce a rinverdire i fasti dei primi Dream Theater conservando una freschezza esecutiva e una potenza di base notevole, con una sempre ottima performance di Frank Caruso che si conferma uno tra i migliori chitarristi della nostra penisola. Il disco si chiude con la folle Your Death brano strumentale molto tecnico e mai fine a se stesso visto che, a fianco di reazioni squisitamente progressive, troviamo improvvise impennate heavy e digressioni power suonate con grande perizia. La nostalgica Fireball (cover dei Deep Purple), esprime le radici dei fratelli Caruso quando, ancor prima degli Arachnes, nella metà degli anni’80 si muovevano sui palchi con l’hard rock graffiante dei Firehouse.
In definitiva possiamo sostenere che con “A new Day” gli Arachnes sono riusciti a mantenere inalterata la loro qualità grazie a un album di livello veramente ottimo e con una produzione al passo coi tempi, confermandosi ancora oggi una band difficilmente attaccabile del panorama metal nazionale e non solo.
Domiziano Mendolia
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Line Up:
Frank Caruso: All guitar and backing vocals
Grabry Baroni: Bass and backing vocals
Enzo Caruso: Lead vocals, all keyboards, hammond, piano, backing vocals
Stefano Caironi All drums and timpani
Track List:
1. I Know The Darkness
2. Big Heart
3. I’m Sorry
4. Into The Fog
5. Magic World
6. My Face is Hard
7. Running in an Old Town
8. Take your Life
9. Parallel Worlds
10. The Reason of the things
11. Your Death
12. Fire Ball (Deep Purple cover)