Recensione: A new dimension of might

Di Alberto Fittarelli - 14 Novembre 2002 - 0:00
A new dimension of might
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Anno: 2002
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78

Devo essere sincero: ero abbastanza prevenuto nei confronti dei Trail of Tears. Quel poco che avevo ascoltato in passato mi aveva lasciato l’amaro in bocca, non vi trovavo niente di particolarmente coinvolgente, ma solo un tentativo malriuscito di scimmiottare gruppi storici del gothic/death nel suo filone cosiddetto “romantico”, gente del calibro di Theatre of Tragedy e Tristania. Così, quando mi è capitato in mano il promo del nuovo A new dimension of might, con la sua grafica futuristica, seppure tutto sommato semplice, ho avuto i peggiori presentimenti, pensando di trovarmi di fronte all’ennesimo album-clone, pronto a seguire le ultime tendenze; il look stesso della band, tutto in latex, ed il tipo di line-up (sono in 7!) non aiutavano di sicuro.

Ma, ovviamente, ho dovuto ricredermi subito! Non è un disco facile da giudicare: partiamo dicendo che i musicisti responsabili della sua creazione hanno passato la fase di rodaggio già da un bel po’, essendo giunti ormai al terzo album; varie vicissitudini contrattuali e cambi di formazione hanno portato questi ragazzi a creare un sound abbastanza distinto, ma soprattutto estremamente vario ed elaborato, pur ricadendo purtroppo a volte nel puro clichè.

I dieci pezzi che formano il promo ci immergono in un vortice di sensazioni spesso contrastanti, con momenti veloci ed aggressivi che si alternano ad altri al limite del dark-rock (abbastanza rari, questi ultimi, in ogni caso); in alcuni punti si avvertono addirittura chiari echi black metal, quello più sinfonico, certo, ma comunque maligno quanto basta.

Senza scorrere nell’ordine tutta la tracklist, ritroviamo sicuramente nella quarta Obedience in the Absence of Logic il maggiore punto di contatto con i Dimmu Borgir: addirittura l’incipit sembra preso pari pari da Spiritual Black Dimensions! La canzone si evolve poi in un tripudio di cori, tastiere e voci femminili, senza però perdere mai quel “tiro” che è necessario per catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore. Ma i pezzi più interessanti dell’album sono sicuramente concentrati all’inizio: la prima Ecstatic mostra già tutte le intenzioni del combo, potente e maestosa; la segue poi A Fate Sealed in Red, cadenzata ed oscura nel suo incedere, davvero un ottimo pezzo! Gli arrangiamenti particolareggiati, uniti all’ottima produzione di Terje Refnes, danno un grande spessore alla canzone, e possiamo apprezzare a pieno anche l’ottimo lavoro svolto dal singer Ronny Thorsen usando diversi timbri vocali.

Crashing Down è, forse, la migliore traccia dell’album: qui Cathrine Paulsen dà il meglio di sè, cantando non solo in maniera “operistica”, ma anche, su delle bellissime backing vocals, con uno stile pulito, evocativo, quasi epico.
Sfortunatamente il disco cala notevolmente come qualità nella seconda parte: decisamente brutta risulta essere Denial and Pride, su cui i Trail of Tears tentano di calcare la mano con l’elettronica, uscendosene però con un mezzo pasticcio; anche la seguente The Call of Lust non è da meno, risultando tutto sommato noiosa nel suo riprendere quanto già detto precedentemente.
Le altre due canzoni sono buone ma nulla più, si fanno dimenticare abbastanza in fretta; a risollevare parzialmente l’ascoltatore interviene la cover di Caffeine dei Faith No More (presente solo sull’edizione limitata del CD), una cosa abbastanza strana per un gruppo di questo tipo, ma davvero ben riuscita.

Tirando le somme, una grossa occasione sfruttata solo in parte: forse è anche un luogo comune, ma il terzo album dovrebbe essere quello fatidico per una band, e i Trail of Tears, sapendolo, sembrano essersi spremuti al massimo per ottenere il meglio. Ed infatti il risultato è più che buono, ma troppo sbilanciato verso la prima metà… in ogni caso, non avranno la caratura di altri passati giganti del gothic metal, ma questo disco piacerà sicuramente agli appassionati del genere!

1. Ecstatic
2. A fate sealed in red
3. Crashing Down
4. Obedience in the absence of logic
5. Liquid View
6. Denial and pride
7. The call of lust
8. Splendid coma visions
9. Bloodred trance
10.Caffeine (Faith No More cover)

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