Recensione: A Night in the Gutter
Seconda uscita, a 2 anni dall’esordio “The Hellbum” (e a uno dalle prestazioni sui tributi a Gary Moore e Ritchie Blackmore) per gli svedesi Dogpound, autori di un Hard Rock che spazia fra il ruvido (non troppo a dire il vero) e la melodia (molta e varia). Il quartetto, composto da Hea (voce), Micke (chitarra), Figge (basso) e Tuka (batteria), per questo sophomore album non porta novità decise rispetto al predecessore, apparecchiandoci dunque sul piatto una miscela di musica piuttosto moderna e diretta ma allo stesso tempo fresca, come quella che caratterizza oggi molti gruppi Hard (di quello vero per intenderci, non quello che si spaccia per tale) del centro/nord europa e che caratterizzava la scuola americana dei tempi che furono. Troviamo dunque buona ricchezza di elementi quali cori e una grande produzione (la Lion music ha fatto bene il suo dovere).
Esecutivamente e compositivamente siamo su discreti livelli, senza chissà quale pretesa di eccellenza, spiccano però in alcuni tratti dei punti di forza come ad esempio un efficacissimo riffing diretto (sentire per esempio “Not By Choice”), unito talvolta a discrete interpretazioni vocali da parte di Hea. Talvolta perché se in alcune situazioni, come nella già citata canzone, il frontman dei Dogpound è perfettamente integrato con la musica, in altri casi la sua ugola piuttosto squillante pare discostarsi completamente dal resto dei temi proposti, lasciandomi un po’ con l’amaro in bocca. Come in ogni disco moderno che si rispetti, le song sono piuttosto numerose (12 per 50 minuti) e, punto a favore per il combo, piuttosto varie e facilmente riconoscibili fra loro (che poi fra questo ed essere capolavori ce ne passa di strada), con evidenti alti e bassi. Ascoltando bene il platter ho notato comunque un andamento verso l’alto come qualità dei brani, nel senso che se le prime tracce mi deludono un pò, col passare dei minuti si migliora sensibilmente.
Da segnalare su tutte la già citata “Not by Choice”, aggressiva e diretta ma che comunque mostra interessanti spunti di classe (come ad esempio l’impostazione del cantato sul ritornello), la seguente “Sail On” che, giusto in tema di ispirazioni, pare uscire direttamente da un disco dei Kings’X (fra l’altro anche loro freschi di nuova uscita), l’eccellente “Dreamworld”, piuttosto originale e che strumentalmente vale davvero la pena di essere ascoltata, la graffiante (riff decisamente “raw”) “Loaded my Guns” ed infine la dolce ballata “Worries of Yesterday”, che certo si è già vista su un sacco di altri dischi (come tipologia di song) ma che comunque lascia spazio di compiacimento agli animi più delicati.
In definitiva, pur senza gridare al miracolo, “A Night in the Gutter” è un onestissimo disco, che non mancherà di far compagnia per un po’ di tempo ai fans dell’hard/class/aor/cromato di vecchia e nuova data. Certo, non aspettatevi un album dal piglio di quelli della fine degli anni 80, però la strada, con le dovute varianti del caso, è quella, ben visibile.
Riccardo “Abbadon” Mezzera
Tracklist:
1) Captain Hook & Jesus
2) 5 Seconds Away
3) Still My Heart
4) Not By Choice
5) Sail On
6) In Another Lifetime
7) Dreamworld
8) Inside Of You
9) Loaded My Guns
10) Worries Of Yesterday
11) P.P.F
12) Worth The Pain