Recensione: A Perfect Day

Di Vittorio Cafiero - 29 Novembre 2012 - 0:00
A Perfect Day
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Genere:
Anno: 2012
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90

Ascoltando A Perfect Day, esordio dell’omonima band composta dalla Premiata Ditta Tiranti-Cantarelli-Bissa (Labyrinth e Vision Divine, tra gli altri, per chi ha vissuto su Marte negli ultimi anni) non può non farsi spazio tra i pensieri di chi scrive un’annosa riflessione: fino a che punto è chiuso, conservatore e limitante un genere come l’heavy metal, tanto da spingere dei suoi validi rappresentanti a dover formare una nuova band per sviluppare liberamente la propria creatività? Oppure, se preferite, quanto piuttosto sono reazionari gli appassionati di tale musica da spingere verso questa scelta?
Fuori da ogni inutile polemica, il power trio italiano (Tiranti oltre che della voce si occupa anche del basso) sceglie proprio di ripartire ex novo (e non “da zero”, sarebbe offensivo per musicisti con tale background) per poter andare al di là del metal tecnico ma sostanzialmente classico di Labyrinth et similia, per allontanarsi dalla strada tracciata e, soprattutto, per ripararsi dalle critiche banali e ingiuste che avevano colpito i Nostri ai tempi di Freeman e 6 Days To Nowhere. E A Perfect Day è un progetto che parte proprio dalle basi poste dai due dischi più difficili, ma sicuramente più ‘evoluti’, della band autrice di un caposaldo dell’heavy italiano come Return To Heaven Denied.
Un azzardo? Un errore? Né l’uno, né l’altro, a conti fatti, in quanto ci troviamo al cospetto di un lavoro ottimamente composto, suonato e arrangiato, come se i tre musicisti non fossero mai stati tanto a loro agio, addirittura. E’ un lavoro che trasuda una grande libertà intellettuale, innanzitutto, e quando a questa si aggiunge il talento, allora il risultato positivo diventa quasi automatico.
A Perfect Day è un rock energico quanto basta per allontanarsi da qualsiasi velleità pop (e fortunatamente, aggiungiamo), ma allo stesso tempo non si chiude a riccio in quella pesantezza che ne limiterebbe l’accessibilità: sintetizzando, si tratta quindi di quel tipo di approccio adatto ad una platea davvero vasta, ma dai gusti raffinati.

Anche prima di concentrare l’analisi sui singoli pezzi, pare opportuno soffermarsi sulla performance dei tre musicisti: al di là della scelta della formazione a tre – di cui chi scrive è da sempre sostenitore – che rende il sound scevro di qualsiasi orpello, la prestazione della band è davvero notevole: Roberto Tiranti (oltre a garantire un lavoro al basso di tutto rispetto) ha oramai raggiunto una maturità vocale eccezionale; uscito da tempo dalle sterili gare all’acuto più alto, riesce oggi a colorare il suo timbro di nuove sfumature, prese in prestito da ambienti sicuramente lontani da quelli che normalmente si trattano su queste pagine. Andrea Cantarelli, dal canto suo, stupisce per la naturalezza con cui incasella riff ficcanti e per la facilità con cui riesce ad indovinare il livello di distorsione di chitarra che meglio si adatta ad ogni passaggio, gestendo con scelta perfetta ora il canale clean, ora il canale distorto, a seconda del mood del pezzo: mai una melodia stucchevole, mai un power-chord fuori luogo. Alessandro Bissa, infine, si esibisce in un drumming adulto, essenziale e mai sopra le righe, sapendo dosare il proprio tocco con maestria, senza inutili esibizionismi e dimostrandosi l’architrave ideale per un trio di qualità.

Scorrendo la tracklist, è relativamente facile individuare i momenti che meglio rappresentano tale maturità compositiva. Il track by track aiuta nell’evidenziare i punti di forza dell’album, anche se quello oggetto della presente recensione rimane un lavoro da assaporare nella sua completezza. E’ sufficiente citare la (semi)title-track Another Perfect Day, posta in apertura, dove Tiranti eccelle subito per un pezzo che rappresenta perfettamente la band (strepitoso il refrain), la successiva Now And Forever, che, alternando melodia e un riff portante più pesante e moderno, in alcuni frangenti riporta a certe atmosfere à la Dream Theater. Discorso simile per Alone And Free (Rockblind) – a parere di chi scrive sicuramente una delle tracce migliori del lotto – dove i Nostri partono da strofe in stile Tiromancino, si producono in un ritornello più tradizionalmente hard-rock/metal e, nella fase solista, si muovono in territori quasi prog. Pezzo davvero notevole. Silent Cry, brano scelto come video promozionale, è una splendida e sentita ballad, strutturalmente semplice, ma che davvero non annoia. Tanto sono corali ed accorate Under The Same Sun e la conclusiva We Only Say Goodbye, quanto è riflessiva e intimista Here We Are Again, con un Cantarelli che si produce nell’ennesimo, ottimo assolo, tanto naturale e istintivo da sembrare improvvisato.

Che si tratti di hard rock, AOR o metal meldico, poco importa: un album come A Perfect Day non può non piacere. Mai come questa volta è doveroso prescindere dalle proprie preferenze in fatto di generi e del proprio retaggio, perché quando si ha a che fare con tanta qualità, è solo la Musica che conta. E in questo caso, è dannatamente buona.

Fatelo vostro.

Vittorio “Vittorio” Cafiero
 

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Tracklist:
1.Another Perfect Day
2.Now And Forever
3.Long Road To Ruin
4.Alone And Free (Rockblind)
5.Silent Cry
6.Under The Same Sun
7.Here We Are Again
8.Waiting On The Edge
9.Warm Embrace
10.We Only Say Goodbye

Durata: 52 minuti c.a.

Line-up:
Roberto Tiranti – Vocal, Bass
Andrea Cantarelli – Guitars
Alessandro Bissa – Drums

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