Recensione: A Perfect Forever

Di Alessio Minoia - 27 Settembre 2005 - 0:00
A Perfect Forever
Band: Anubis Gate
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
56

La seconda prova della formazione danese, capeggiata da Jesper Jensen, segue a distanza di un anno l’esordio “Purification”, anch’esso su etichetta Locomotive (distribuita in Italia da Frontiers Records). Il disco non aveva fatto gridare al miracolo, anche se era riuscito nell’intento di  racimolare  discrete recensioni e un certo credito nell’ambito metal europeo. Si confidava infatti in una decisa progressione musicale da parte degli scandinavi, forniti indubbiamente di ottime basi tecniche e di una innegabile predisposizione a un suono diretto, discendente di mostri storici quali  Queensryche, Savatage e Fates Warning, in grado di rivaleggiare con pezzi da novanta del calibro di Royal Hunt o i nostrani Rhapsody.

Purtroppo tutto ciò non è accaduto e così ci ritrova per le mani l’ennesimo dischetto ben suonato, ben arrangiato, ben prodotto, certamente con un booklet ben curato e all’altezza, ma privo in molti frangenti di originalità: la maggior parte delle dieci tracks si sussegue senza un’intuizione, un lampo di genio, un colpo di coda.

Si parte con “Sanctified” e subito si ha l’impressione di avere a che fare con musicisti che hanno assorbito e assimilato la lezioni delle band sopracitate, riff marziali e allineati, voce dotata che evita però il confronto faccia a faccia  con maestri del calibro di Tate o Adler, tastiere presenti (forse troppo) nel proporre, giostrare e concludere situazioni ora sinfoniche ora progressive, cambi di ritmo più volte lucidamente riproposti a debita distanza di tempo. L’atmosfera che si respira è quella di un classico come “Trascendence” dei Crimson Glory, ma quello che manca è il refrain che ti si imprime nel cervello, l’assolo epico e melodico, i break strumentali imprevisti che possano accompagnare  l’ignaro ascoltatore all’interno di nuova entusiasmante avventura sonora. Le cose non migliorano con “Kingdom Come”, brano nel quale fanno capolino rispettivamente una voce filtrata che ci rimanda nel lontano 1986 in pieno era “Rage for Order” e una instancabile serie di cambi di tempo che nulla tolgono e nulla aggiungono alla proposta musicale di Jensen & Co. A risollevare le sorti del platter (..si può ancora dire?) ci pensano  “Curfew”, “Future Without Past” e “Approaching Inner Circle“: quest’ ultima, splendida song dalla melodia contagiosa e da un sound finalmente arioso e inspirato. Evidentemente fanno capolino le influenze recondite di band seminali come i Rainbow di “Rising” o i Virgin Steele del must “Age of Consent”. Così facendo i pezzi acquistano in tiro, armonia e colore e a guadagnarne maggiormente è proprio la voce di Torben Askholm, fin qui rimasto colpevolmente in ombra. Da questo punto in poi il suono della band tende a incattivirsi sempre più, forse per attualizzare una proposta musicale altrimenti datata, magari per ingolosire i numerosi estimatori del power metal teutonico. Fatto sta che da “Children of the Pauper King” a seguire la doppia cassa diventa sempre più presente nelle partiture adottate dagli Anubis Gate, unitamente a  un riffing più spigoloso e metallico.

Dedico infine poche ma meritate righe alla title track: eccellente suite di dodici minuti assolutamente perfetta. Siamo di fronte a un pezzo che ci tiene incollati alla poltrona (..e alle cuffie!) nel quale si assiste a un inizio classico e cadenzato perfettamente bilanciato tra chitarre, tastiera e una ritmica quadrata a cui fa seguito un’ accellerazione vigorosa ben riuscita e soprattutto un maestoso break sinfonico centrale. Finalmente tutta la band si esprime ai massimi livelli, ed è proprio l’accecante bellezza di quest’ultima canzone che mi fa propendere per una prova di appello.

Il problema di band come gli Anubis Gate è la poca personalità. Se sviluppate a dovere, le reminescenze seventies del quintetto unitamente a una maggiore consapevolezza nei propri mezzi espressivi, potrebbero dare alla luce la prova da novanta e un inatteso capolavoro.

Tracklist:
01. Sanctified
02. Kingdom Come
03. Future Without Past
04. Curfew
05. Children Of The Pauper King
06. Approaching Inner Circle
07. The Wanton Blades Of Lust
08. Epitome Of Delusion
09. Endless Grief
10. A Perfect Forever

Alessio “Blemish” Minoia

Ultimi album di Anubis Gate

Band: Anubis Gate
Genere:
Anno: 2014
79
Band: Anubis Gate
Genere:
Anno: 2009
65
Band: Anubis Gate
Genere:
Anno: 2004
50